A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset.
Frank, una provocazione: se ieri sera Leao avesse preso la palla con le mani e l’avesse spinta in porta, sarebbe riuscito a segnare?
“No, probabilmente no. Però credo che Allegri firmerebbe per vedere Leao sempre così, anche senza gol. È un giocatore che attira l’attenzione di tutti: del Milan, dei tifosi, del pubblico e degli avversari. Partite come quella di ieri servono a dare interesse al campionato. Poi, certo, sarebbe meglio se riuscisse anche a buttarla dentro ogni tanto!".
Ha un compito arduo: indichi due top dell’ultima giornata di Serie A.
“È difficile, ma il primo è sicuramente Zaniolo. Sta vivendo un momento positivo: tre gol in quattro partite, e per un giocatore che ha dovuto allontanarsi dai riflettori, andare in un posto dove si parla poco di lui — né bene né male — è stato terapeutico. Gli ha fatto bene, mentalmente e caratterialmente. Zaniolo è una variabile impazzita, può determinare in positivo, come in passato purtroppo lo ha fatto in negativo. Se riesce a pensare solo al calcio, può tornare davvero utile anche alla Nazionale di Gattuso. Il secondo top è Koopmeiners. Mi dispiace per lui, perché è finito un po’ sacrificato tatticamente nel ruolo di braccetto. È stato pagato 60 milioni, non proprio noccioline, e non per giocare braccetto sinistro. Però la sua mentalità, la serietà, l’applicazione, restano un esempio. Spero che Spalletti trovi per lui la giusta collocazione, magari con effetti positivi nel giro di qualche settimana, come una cura che ha bisogno di tempo per funzionare".
Chi sono stati i due flop dell’ultima giornata?
“Il primo è Lautaro Martínez. Non segna da quattro giornate e, anche se l’Inter continua a vincere, da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più. È il capitano, il simbolo, eppure non esce mai dal campo: Chivu cambia tutti, ma lui no. Forse dovrebbe avere il coraggio di toglierlo ogni tanto. Lautaro sembra vivere un piccolo calo, anche mentale, e serve una scossa. Il secondo flop è Pioli. Purtroppo la Fiorentina non ha ancora vinto da quando è arrivato. Non si è visto nulla di concreto, e ha distrutto, anche se non volontariamente, ciò che di buono era stato costruito prima. Non è solo colpa sua, tant’è vero sia stato allontanato Pradè, ma da uno con la sua esperienza ci si aspettava di più. Sembra quasi che abbia staccato la spina, come se l’esperienza in Arabia l’avesse un po’ allontanato dal calcio. Le prossime partite saranno decisive per lui e per la Fiorentina. Quando era al Milan, era tra gli allenatori italiani più preparati tecnicamente. Forse ha vissuto quell’esperienza all’estero come una sorta di pre-pensionamento, allontanandolo mentalmente dal calcio".
In Napoli-Como chi sono stati i due top?
“Faccio una provocazione: top Beukema che, non giocando, ha consentito al Napoli di non prendere gol. Nell’80% delle partite che ha disputato, i partenopei hanno subito gol. Bisogna rivedere qualcosa. L’altro, senza provocazioni, è Rrahmani. Lo dico senza giri di parole. È da anni la costante del Napoli. Non ha il nome esotico, ma è affidabile, concreto, un leader silenzioso. È la carne buona che resta quando si asciuga il brodo".
E i due flop?
“Ti direi Neres e Hojlund. Non perché abbiano fatto disastri, ma perché sembrano ancora troppo legati, troppo condizionati. Mi sono sembrati come bambini seduti sui seggiolini in macchina, legati per sicurezza: vorrebbero muoversi, ma non riescono a liberarsi. Devono slegarsi, prendersi più responsabilità, spingere la macchina Napoli da soli quando serve. Non sono ancora i trascinatori che ci si aspetterebbe da loro, viste le qualità tecniche che hanno. Serve più coraggio, più libertà mentale. Ecco, direi che oggi sono loro i due flop, ma con la consapevolezza che da loro può e deve partire la macchina guidata da Conte".
di Napoli Magazine
03/11/2025 - 12:58
A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Piantanida, giornalista Mediaset.
Frank, una provocazione: se ieri sera Leao avesse preso la palla con le mani e l’avesse spinta in porta, sarebbe riuscito a segnare?
“No, probabilmente no. Però credo che Allegri firmerebbe per vedere Leao sempre così, anche senza gol. È un giocatore che attira l’attenzione di tutti: del Milan, dei tifosi, del pubblico e degli avversari. Partite come quella di ieri servono a dare interesse al campionato. Poi, certo, sarebbe meglio se riuscisse anche a buttarla dentro ogni tanto!".
Ha un compito arduo: indichi due top dell’ultima giornata di Serie A.
“È difficile, ma il primo è sicuramente Zaniolo. Sta vivendo un momento positivo: tre gol in quattro partite, e per un giocatore che ha dovuto allontanarsi dai riflettori, andare in un posto dove si parla poco di lui — né bene né male — è stato terapeutico. Gli ha fatto bene, mentalmente e caratterialmente. Zaniolo è una variabile impazzita, può determinare in positivo, come in passato purtroppo lo ha fatto in negativo. Se riesce a pensare solo al calcio, può tornare davvero utile anche alla Nazionale di Gattuso. Il secondo top è Koopmeiners. Mi dispiace per lui, perché è finito un po’ sacrificato tatticamente nel ruolo di braccetto. È stato pagato 60 milioni, non proprio noccioline, e non per giocare braccetto sinistro. Però la sua mentalità, la serietà, l’applicazione, restano un esempio. Spero che Spalletti trovi per lui la giusta collocazione, magari con effetti positivi nel giro di qualche settimana, come una cura che ha bisogno di tempo per funzionare".
Chi sono stati i due flop dell’ultima giornata?
“Il primo è Lautaro Martínez. Non segna da quattro giornate e, anche se l’Inter continua a vincere, da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più. È il capitano, il simbolo, eppure non esce mai dal campo: Chivu cambia tutti, ma lui no. Forse dovrebbe avere il coraggio di toglierlo ogni tanto. Lautaro sembra vivere un piccolo calo, anche mentale, e serve una scossa. Il secondo flop è Pioli. Purtroppo la Fiorentina non ha ancora vinto da quando è arrivato. Non si è visto nulla di concreto, e ha distrutto, anche se non volontariamente, ciò che di buono era stato costruito prima. Non è solo colpa sua, tant’è vero sia stato allontanato Pradè, ma da uno con la sua esperienza ci si aspettava di più. Sembra quasi che abbia staccato la spina, come se l’esperienza in Arabia l’avesse un po’ allontanato dal calcio. Le prossime partite saranno decisive per lui e per la Fiorentina. Quando era al Milan, era tra gli allenatori italiani più preparati tecnicamente. Forse ha vissuto quell’esperienza all’estero come una sorta di pre-pensionamento, allontanandolo mentalmente dal calcio".
In Napoli-Como chi sono stati i due top?
“Faccio una provocazione: top Beukema che, non giocando, ha consentito al Napoli di non prendere gol. Nell’80% delle partite che ha disputato, i partenopei hanno subito gol. Bisogna rivedere qualcosa. L’altro, senza provocazioni, è Rrahmani. Lo dico senza giri di parole. È da anni la costante del Napoli. Non ha il nome esotico, ma è affidabile, concreto, un leader silenzioso. È la carne buona che resta quando si asciuga il brodo".
E i due flop?
“Ti direi Neres e Hojlund. Non perché abbiano fatto disastri, ma perché sembrano ancora troppo legati, troppo condizionati. Mi sono sembrati come bambini seduti sui seggiolini in macchina, legati per sicurezza: vorrebbero muoversi, ma non riescono a liberarsi. Devono slegarsi, prendersi più responsabilità, spingere la macchina Napoli da soli quando serve. Non sono ancora i trascinatori che ci si aspetterebbe da loro, viste le qualità tecniche che hanno. Serve più coraggio, più libertà mentale. Ecco, direi che oggi sono loro i due flop, ma con la consapevolezza che da loro può e deve partire la macchina guidata da Conte".