Calcio
IL COMMENTO - Tudor: "Tornare in panchina? Non fa differenza se in Italia o all'estero, l'importante è condividere il progetto con il club"
17.10.2024 09:44 di Napoli Magazine

Igor Tudor, ex allenatore di Lazio e Verona tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tuttosport: "Tornare in panchina in Italia o all'estero? Non fa differenza, l’importante è la condivisione del progetto e dei pensieri con il club, con i dirigenti. Vedere il calcio nello stesso modo per come costruire e gestire una squadra. Rispettando i ruoli di tutti. Thiago Motta? Penso che la sua fase difensiva sia il punto di forza. Per quanto riguarda la sua fase offensiva io la penso come lui: non ci sono più i ruoli fissi, il numero 6, il numero 8 etc. Io credo che sempre di più nel futuro il calcio andrà in questa direzione, meno posizionamento e caos organizzato. Una struttura che si può esprimere con giocatori differenti contando anche sull'attacco dello spazio e la riaggressione. Serve ovviamente una grande condizione fisica. Ai giocatori si dà una libertà di movimento all'interno di un gioco studiato. Il calcio troppo posizionale è superato, è anche più facile da leggere. Ora si va nell'area avversaria con i difensori e si difende anche con gli attaccanti. Diciamo che il precursore, il primo, è stato Gasperini. Motta non è Gasperini, ma ha fatto suoi alcuni principi".

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IL COMMENTO - Tudor: "Tornare in panchina? Non fa differenza se in Italia o all'estero, l'importante è condividere il progetto con il club"

di Napoli Magazine

17/10/2024 - 09:44

Igor Tudor, ex allenatore di Lazio e Verona tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tuttosport: "Tornare in panchina in Italia o all'estero? Non fa differenza, l’importante è la condivisione del progetto e dei pensieri con il club, con i dirigenti. Vedere il calcio nello stesso modo per come costruire e gestire una squadra. Rispettando i ruoli di tutti. Thiago Motta? Penso che la sua fase difensiva sia il punto di forza. Per quanto riguarda la sua fase offensiva io la penso come lui: non ci sono più i ruoli fissi, il numero 6, il numero 8 etc. Io credo che sempre di più nel futuro il calcio andrà in questa direzione, meno posizionamento e caos organizzato. Una struttura che si può esprimere con giocatori differenti contando anche sull'attacco dello spazio e la riaggressione. Serve ovviamente una grande condizione fisica. Ai giocatori si dà una libertà di movimento all'interno di un gioco studiato. Il calcio troppo posizionale è superato, è anche più facile da leggere. Ora si va nell'area avversaria con i difensori e si difende anche con gli attaccanti. Diciamo che il precursore, il primo, è stato Gasperini. Motta non è Gasperini, ma ha fatto suoi alcuni principi".