Calcio
IL MATTINO - Dalla tesi di Conte del 2006 emergono sprazzi del suo modo di giocare attuale
19.10.2024 13:37 di Napoli Magazine

Il Mattino ha analizzato il modo di giocare di Antonio Conte confrontandolo alla tesi pubblicata nel 2016 nel corso master per allenatori, dal titolo "Considerazioni sul 4-3-1-2 ed uso didattico del video": "Il 4-3-1-2 analizzato nella tesi, alla fine della stagione 2005-2006, è parente prossimo del 4-2-3-1 o 4-2-4 che Conte sta utilizzando a Napoli dalla partita contro la Juventus di un mese fa. Nella lettura della tesi quasi si intravedono le figure degli azzurri. Nella difesa a 4 «che deve comportarsi con il concetto di unità e mai pensare a livello individuale» gli esterni devono possedere più qualità perché saranno chiamati a spingersi a centrocampo o in attacco: è il caso di Di Lorenzo. I centrali, poi. Uno di loro «molto dotato fisicamente e molto abile nel gioco aereo» (Buongiorno) e l'altro «in grado di fare della rapidità una delle sue armi migliori» (Rrahmani). Fondamentale il centrocampista centrale, «scudo davanti alla difesa, giocatore di grande intelligenza tattica: il punto di riferimento nelle due fasi di gioco» (Lobotka). E infine il rifinitore «che determina i tempi di giocata, imprevedibile per gli avversari» (Kvara) e la prima punta «di grande forza fisica, con capacItà di elevazione e di proteggere la palla» (Lukaku)".

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IL MATTINO - Dalla tesi di Conte del 2006 emergono sprazzi del suo modo di giocare attuale

di Napoli Magazine

19/10/2024 - 13:37

Il Mattino ha analizzato il modo di giocare di Antonio Conte confrontandolo alla tesi pubblicata nel 2016 nel corso master per allenatori, dal titolo "Considerazioni sul 4-3-1-2 ed uso didattico del video": "Il 4-3-1-2 analizzato nella tesi, alla fine della stagione 2005-2006, è parente prossimo del 4-2-3-1 o 4-2-4 che Conte sta utilizzando a Napoli dalla partita contro la Juventus di un mese fa. Nella lettura della tesi quasi si intravedono le figure degli azzurri. Nella difesa a 4 «che deve comportarsi con il concetto di unità e mai pensare a livello individuale» gli esterni devono possedere più qualità perché saranno chiamati a spingersi a centrocampo o in attacco: è il caso di Di Lorenzo. I centrali, poi. Uno di loro «molto dotato fisicamente e molto abile nel gioco aereo» (Buongiorno) e l'altro «in grado di fare della rapidità una delle sue armi migliori» (Rrahmani). Fondamentale il centrocampista centrale, «scudo davanti alla difesa, giocatore di grande intelligenza tattica: il punto di riferimento nelle due fasi di gioco» (Lobotka). E infine il rifinitore «che determina i tempi di giocata, imprevedibile per gli avversari» (Kvara) e la prima punta «di grande forza fisica, con capacItà di elevazione e di proteggere la palla» (Lukaku)".