A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel.
L’approdo di Kevin de Bruyne in Italia cosa significa a livello di qualità e prestigio per la Serie A?
“È un colpo veramente importante. Il Napoli si è preso la prima pagina, anche se qualche giornale ha scelto altro questa mattina. Portare Kevin de Bruyne in Italia era qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa. Il Napoli ha costruito un capolavoro nel silenzio: quando la notizia è uscita, era già tutto fatto. Bisogna dare grande merito al Napoli, che è stato perfetto in questa operazione. Così come abbiamo sottolineato qualche ritardo a gennaio da parte di Manna, adesso dobbiamo applaudire il direttore sportivo".
Secondo lei, oggi il Napoli avrebbe bisogno di un altro grande colpo, magari un “jolly” offensivo - come Gyokeres -, per completare l’opera?
“Magari… sarebbe roba da organizzare un pellegrinaggio a Pompei, tutti a piedi. È dura, perché la concorrenza è fortissima, e non è solo una questione di soldi. Il Napoli potrebbe anche permettersi di pagare la clausola allo Sporting, se volesse, ma nella testa del calciatore, quando arriva la Premier, tutto cambia. Per molti resta la priorità. Vediamo cosa pescherà il Napoli, anche perché sento tanti nomi, ma secondo me nella testa di Conte il titolare resta ancora Lukaku. Proprio per questo Conte aveva fatto il nome di Bonny del Parma, per avere un giocatore simile al belga, ma senza togliergli troppo spazio".
C’è questa narrazione, spesso ricorrente, secondo cui ogni allenatore porterebbe con sé 3-4 giocatori della sua precedente squadra. È un mito o c’è un fondo di verità?
“Sono falsi miti. Alla fine, sono i soldi a fare la differenza. Se metti più soldi sul piatto, ti porti a casa il giocatore. Certo, Chivu ha un rapporto privilegiato con l’Inter, e tra Parma e Inter ci sono buoni rapporti, ma se il Napoli offre di più, il giocatore va lì. È la logica del mercato. Lo stesso vale per le critiche su Musah in orbita Napoli: la valutazione la fa chi vende, non chi compra. E poi bisogna aspettare i risultati. Per me non saranno 25 milioni, ma 20 al massimo quelli che il Napoli spenderà. È un 2002, e due anni fa il Milan ha pagato 20 milioni per lui. Non mi sembra una follia".
Si parla anche di Leoni del Parma: è davvero un giocatore che può fare la differenza?
“È uno che ha davvero impressionato. Se oggi dovessi fare un investimento, lo farei su di lui. Non sarà mediaticamente sotto i riflettori, ma ha qualità".
Il Napoli sembra ad un passo dal tesserare Sam Beukema del Bologna. Secondo lei, arriva per fare il titolare?
“Ne abbiamo parlato tante volte. Io lo immagino come l’erede, tra virgolette, di Rrahmani. È molto simile per caratteristiche, pensiero calcistico e personalità. È un ragazzo ordinato, pulito. Spero che possano coesistere per un periodo: mi auguro che Rrahmani resti, e che Beukema arrivi per prepararsi a prenderne il posto l’anno prossimo. Forse non è quello che ruba più l’occhio, ma dà sempre rendimento. Come Rrahmani, che è stato sottovalutato finché ha affiancato Kim e poi Buongiorno. In realtà, ha sempre garantito grande affidabilità".
A proposito di Rrahmani, le risulta che ci siano offerte importanti, anche dall’Arabia e dall’Inghilterra. È vero che il Tottenham sarebbe molto interessato?
“Sì, confermo. So anche io di offerte concrete. Il Napoli, però, vorrebbe tenerlo: sa che è stato un riferimento fondamentale nella difesa. Ha giocato 28 partite su 38 in campionato, praticamente senza errori. L’unica vera disattenzione è stata quella col Como, che però è stata una svista, non un errore tecnico. Per il resto è stato impeccabile. Stravolgere la fase difensiva, che è stata alla base dello scudetto, non credo che farebbe contento Conte".
Sugli esterni offensivi, si fanno tanti nomi: Lookman, Orsolini, Ndoye, Nusa… Secondo lei, quale può essere l’obiettivo più realistico per il Napoli?
“Bisogna capire che idea ha Conte. Ad esempio, a me piace molto Orsolini, ma pare che la trattativa si sia fermata perché c’è la volontà di far tornare David Neres a destra. Se Politano e Neres occuperanno quella fascia, bisognerà pensare a un mancino per l’altro lato. Nusa è un giocatore che già avevo apprezzato in passato, e mi ha impressionato contro l’Italia. Può essere un investimento importante, sia per il presente che per il futuro. Il Napoli deve tornare a essere il club che prende giocatori giovani, da valorizzare. De Bruyne è stata un’eccezione, presa a parametro zero. Ma per costruire un modello vincente e sostenibile, servono profili come Nusa: lo prendi a una cifra contenuta e, se esplode, diventa un grande affare".
di Napoli Magazine
12/06/2025 - 11:12
A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Arturo Minervini, conduttore di 16Napoli su 8 Channel.
L’approdo di Kevin de Bruyne in Italia cosa significa a livello di qualità e prestigio per la Serie A?
“È un colpo veramente importante. Il Napoli si è preso la prima pagina, anche se qualche giornale ha scelto altro questa mattina. Portare Kevin de Bruyne in Italia era qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa. Il Napoli ha costruito un capolavoro nel silenzio: quando la notizia è uscita, era già tutto fatto. Bisogna dare grande merito al Napoli, che è stato perfetto in questa operazione. Così come abbiamo sottolineato qualche ritardo a gennaio da parte di Manna, adesso dobbiamo applaudire il direttore sportivo".
Secondo lei, oggi il Napoli avrebbe bisogno di un altro grande colpo, magari un “jolly” offensivo - come Gyokeres -, per completare l’opera?
“Magari… sarebbe roba da organizzare un pellegrinaggio a Pompei, tutti a piedi. È dura, perché la concorrenza è fortissima, e non è solo una questione di soldi. Il Napoli potrebbe anche permettersi di pagare la clausola allo Sporting, se volesse, ma nella testa del calciatore, quando arriva la Premier, tutto cambia. Per molti resta la priorità. Vediamo cosa pescherà il Napoli, anche perché sento tanti nomi, ma secondo me nella testa di Conte il titolare resta ancora Lukaku. Proprio per questo Conte aveva fatto il nome di Bonny del Parma, per avere un giocatore simile al belga, ma senza togliergli troppo spazio".
C’è questa narrazione, spesso ricorrente, secondo cui ogni allenatore porterebbe con sé 3-4 giocatori della sua precedente squadra. È un mito o c’è un fondo di verità?
“Sono falsi miti. Alla fine, sono i soldi a fare la differenza. Se metti più soldi sul piatto, ti porti a casa il giocatore. Certo, Chivu ha un rapporto privilegiato con l’Inter, e tra Parma e Inter ci sono buoni rapporti, ma se il Napoli offre di più, il giocatore va lì. È la logica del mercato. Lo stesso vale per le critiche su Musah in orbita Napoli: la valutazione la fa chi vende, non chi compra. E poi bisogna aspettare i risultati. Per me non saranno 25 milioni, ma 20 al massimo quelli che il Napoli spenderà. È un 2002, e due anni fa il Milan ha pagato 20 milioni per lui. Non mi sembra una follia".
Si parla anche di Leoni del Parma: è davvero un giocatore che può fare la differenza?
“È uno che ha davvero impressionato. Se oggi dovessi fare un investimento, lo farei su di lui. Non sarà mediaticamente sotto i riflettori, ma ha qualità".
Il Napoli sembra ad un passo dal tesserare Sam Beukema del Bologna. Secondo lei, arriva per fare il titolare?
“Ne abbiamo parlato tante volte. Io lo immagino come l’erede, tra virgolette, di Rrahmani. È molto simile per caratteristiche, pensiero calcistico e personalità. È un ragazzo ordinato, pulito. Spero che possano coesistere per un periodo: mi auguro che Rrahmani resti, e che Beukema arrivi per prepararsi a prenderne il posto l’anno prossimo. Forse non è quello che ruba più l’occhio, ma dà sempre rendimento. Come Rrahmani, che è stato sottovalutato finché ha affiancato Kim e poi Buongiorno. In realtà, ha sempre garantito grande affidabilità".
A proposito di Rrahmani, le risulta che ci siano offerte importanti, anche dall’Arabia e dall’Inghilterra. È vero che il Tottenham sarebbe molto interessato?
“Sì, confermo. So anche io di offerte concrete. Il Napoli, però, vorrebbe tenerlo: sa che è stato un riferimento fondamentale nella difesa. Ha giocato 28 partite su 38 in campionato, praticamente senza errori. L’unica vera disattenzione è stata quella col Como, che però è stata una svista, non un errore tecnico. Per il resto è stato impeccabile. Stravolgere la fase difensiva, che è stata alla base dello scudetto, non credo che farebbe contento Conte".
Sugli esterni offensivi, si fanno tanti nomi: Lookman, Orsolini, Ndoye, Nusa… Secondo lei, quale può essere l’obiettivo più realistico per il Napoli?
“Bisogna capire che idea ha Conte. Ad esempio, a me piace molto Orsolini, ma pare che la trattativa si sia fermata perché c’è la volontà di far tornare David Neres a destra. Se Politano e Neres occuperanno quella fascia, bisognerà pensare a un mancino per l’altro lato. Nusa è un giocatore che già avevo apprezzato in passato, e mi ha impressionato contro l’Italia. Può essere un investimento importante, sia per il presente che per il futuro. Il Napoli deve tornare a essere il club che prende giocatori giovani, da valorizzare. De Bruyne è stata un’eccezione, presa a parametro zero. Ma per costruire un modello vincente e sostenibile, servono profili come Nusa: lo prendi a una cifra contenuta e, se esplode, diventa un grande affare".