A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità.
Napoli-Como 0-0. Qualcuno ha descritto la partita come una grande prestazione dei comaschi; altri come una prova sterile, almeno in fase offensiva, da parte del Napoli. Lei dove si colloca?
“Al centro. Nel senso che, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Il Como ha giocato davvero una grande partita: questi ragazzi corrono come dei diavoletti, pressano altissimo e raddoppiano sistematicamente, togliendo ogni possibilità di ragionare. Ma non è solo corsa: hanno anche una buona tecnica. È una squadra giovane e brillante, davvero ben allenata. Il Napoli, invece, davanti ha prodotto pochissimo, se non nulla. E questo dimostra che, al di là dei nomi, manca qualcuno in grado di verticalizzare, di servire gli esterni nello spazio. De Bruyne, secondo qualcuno, era il problema del Napoli, ma senza di lui non siamo stati in grado di verticalizzare. Anche Neres è apparso in difficoltà. Nel momento in cui è entrato Elmas, l’impatto non è stato quello sperato: ho visto diversi lanci sbagliati, poco ritmo, poca incisività. Meno male che c’è Milinkovic-Savic, perché senza di lui la partita poteva finire peggio. È diventato il giocatore che negli ultimi giorni ha portato più punti al Napoli, più degli attaccanti. Ha parato un rigore contro il Lecce — vittoria 1-0 — e un altro contro il Como. Ha già giustificato l’investimento fortemente voluto da Antonio Conte. Ormai non si tratta nemmeno più di una scelta tecnica, ma di una certezza. È un titolare a tutti gli effetti, anzi, un titolarissimo. L’infortunio di Meret ha solo confermato quello che già si intuiva: il Napoli ha due portieri di altissimo livello, ma in questo momento Milinkovic-Savic dà più garanzie".
Più meriti del Como o demeriti del Napoli?
“Demeriti del Napoli. Il Como ha tenuto bene palla, sì, ma poi, quando ripartiva, cercava sempre la fisicità, quasi il corpo a corpo. Fabregas da giocatore ha vinto tutto e sa come preparare partite del genere: ha impostato la gara con grande intelligenza tattica, più da rugby che da calcio, se vogliamo usare la provocazione".
Sono arrivate altre due defezioni: Billy Gilmour e Spinazzola. Il Napoli è al primo posto in Europa — tra i top five campionati — per numero di infortuni muscolari. È lecito porsi delle domande sulle metodologie di Conte?
“È lecito, ma bisogna analizzare gli infortuni. Io non l’ho visto bene dallo stadio, ma credo che Gilmour abbia avuto un problema più traumatico che muscolare, mi sembra abbia avuto una torsione del piede che ha poi inciso sulla muscolatura. Quindi non lo inserirei nel conto. Detto ciò, non essendo un preparatore atletico, non mi permetto di giudicare il lavoro dello staff. Posso analizzare la partita, ma non i carichi o le metodologie di allenamento. Certo è che il problema esiste: contro il Como la panchina era cortissima, e a un certo punto, anche volendo cambiare qualcosa, non c’erano soluzioni vere. Conte è stato chiaro in conferenza stampa: bisogna recuperare gli infortunati, perché solo così potrà rivedersi il vero Napoli. Spero il primo a recuperare sarà proprio Lobotka, imprescindibile per questa squadra".
Effettivamente, con lui in campo, le geometrie migliorano, e si ricompone la mediana titolare che l’anno scorso ha portato lo scudetto — con Anguissa e McTominay. Questo può rappresentare la svolta della stagione partenopea?
“Sì, sicuramente sarà una svolta positiva. Sono preoccupato anche per Politano: è affaticato e lì non abbiamo un vero sostituto, lo dico da inizio stagione, anzi, da quando abbiamo venduto Lozano. A sinistra puoi alternare Neres, Spinazzola, Elmas o Lang, ma sulla destra Politano resta insostituibile. Lozano, che era il suo vice naturale, non è mai stato rimpiazzato. E quando non c’è De Bruyne, te ne accorgi: manca la qualità nell’ultimo passaggio, manca la luce nel gioco, qualità che ha anche Politano ma, essendo stanco, non riesce ad esprimere".
Domani il Napoli affronterà l’Eintracht Francoforte in Champions League. Serve obbligatoriamente una vittoria per continuare a sperare nella qualificazione?
“Io penso che il Napoli debba uscire dalla Champions. Non perché non sia all’altezza, ma perché non ha la rosa per reggere due competizioni. Meglio concentrarsi sul campionato: possiamo tranquillamente lottare per il quinto scudetto, un traguardo storico. Vedremo se Conte farà giocare Lobotka: se lo schiera, significa che crede ancora nella doppia competizione; se invece lo tiene a riposo, allora avremo la conferma che l’obiettivo principale è la Serie A. In Italia, sinceramente, non vedo squadre più forti del Napoli. L’Inter ha dovuto lamentarsi con gli arbitri per vincere di misura contro il Verona, il Milan e la Juventus alternano prestazioni altalenanti. Il Napoli è la squadra più solida, la più completa, quella più pronta a vincere ancora. La Champions, invece, è diventata un torneo per vendere diritti televisivi: troppe partite, troppe classifiche, un mini campionato infinito. Ma per arrivare in fondo servono due squadre forti come il Real Madrid, e in questo momento solo pochi club possono permetterselo".
di Napoli Magazine
03/11/2025 - 12:55
A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità.
Napoli-Como 0-0. Qualcuno ha descritto la partita come una grande prestazione dei comaschi; altri come una prova sterile, almeno in fase offensiva, da parte del Napoli. Lei dove si colloca?
“Al centro. Nel senso che, come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Il Como ha giocato davvero una grande partita: questi ragazzi corrono come dei diavoletti, pressano altissimo e raddoppiano sistematicamente, togliendo ogni possibilità di ragionare. Ma non è solo corsa: hanno anche una buona tecnica. È una squadra giovane e brillante, davvero ben allenata. Il Napoli, invece, davanti ha prodotto pochissimo, se non nulla. E questo dimostra che, al di là dei nomi, manca qualcuno in grado di verticalizzare, di servire gli esterni nello spazio. De Bruyne, secondo qualcuno, era il problema del Napoli, ma senza di lui non siamo stati in grado di verticalizzare. Anche Neres è apparso in difficoltà. Nel momento in cui è entrato Elmas, l’impatto non è stato quello sperato: ho visto diversi lanci sbagliati, poco ritmo, poca incisività. Meno male che c’è Milinkovic-Savic, perché senza di lui la partita poteva finire peggio. È diventato il giocatore che negli ultimi giorni ha portato più punti al Napoli, più degli attaccanti. Ha parato un rigore contro il Lecce — vittoria 1-0 — e un altro contro il Como. Ha già giustificato l’investimento fortemente voluto da Antonio Conte. Ormai non si tratta nemmeno più di una scelta tecnica, ma di una certezza. È un titolare a tutti gli effetti, anzi, un titolarissimo. L’infortunio di Meret ha solo confermato quello che già si intuiva: il Napoli ha due portieri di altissimo livello, ma in questo momento Milinkovic-Savic dà più garanzie".
Più meriti del Como o demeriti del Napoli?
“Demeriti del Napoli. Il Como ha tenuto bene palla, sì, ma poi, quando ripartiva, cercava sempre la fisicità, quasi il corpo a corpo. Fabregas da giocatore ha vinto tutto e sa come preparare partite del genere: ha impostato la gara con grande intelligenza tattica, più da rugby che da calcio, se vogliamo usare la provocazione".
Sono arrivate altre due defezioni: Billy Gilmour e Spinazzola. Il Napoli è al primo posto in Europa — tra i top five campionati — per numero di infortuni muscolari. È lecito porsi delle domande sulle metodologie di Conte?
“È lecito, ma bisogna analizzare gli infortuni. Io non l’ho visto bene dallo stadio, ma credo che Gilmour abbia avuto un problema più traumatico che muscolare, mi sembra abbia avuto una torsione del piede che ha poi inciso sulla muscolatura. Quindi non lo inserirei nel conto. Detto ciò, non essendo un preparatore atletico, non mi permetto di giudicare il lavoro dello staff. Posso analizzare la partita, ma non i carichi o le metodologie di allenamento. Certo è che il problema esiste: contro il Como la panchina era cortissima, e a un certo punto, anche volendo cambiare qualcosa, non c’erano soluzioni vere. Conte è stato chiaro in conferenza stampa: bisogna recuperare gli infortunati, perché solo così potrà rivedersi il vero Napoli. Spero il primo a recuperare sarà proprio Lobotka, imprescindibile per questa squadra".
Effettivamente, con lui in campo, le geometrie migliorano, e si ricompone la mediana titolare che l’anno scorso ha portato lo scudetto — con Anguissa e McTominay. Questo può rappresentare la svolta della stagione partenopea?
“Sì, sicuramente sarà una svolta positiva. Sono preoccupato anche per Politano: è affaticato e lì non abbiamo un vero sostituto, lo dico da inizio stagione, anzi, da quando abbiamo venduto Lozano. A sinistra puoi alternare Neres, Spinazzola, Elmas o Lang, ma sulla destra Politano resta insostituibile. Lozano, che era il suo vice naturale, non è mai stato rimpiazzato. E quando non c’è De Bruyne, te ne accorgi: manca la qualità nell’ultimo passaggio, manca la luce nel gioco, qualità che ha anche Politano ma, essendo stanco, non riesce ad esprimere".
Domani il Napoli affronterà l’Eintracht Francoforte in Champions League. Serve obbligatoriamente una vittoria per continuare a sperare nella qualificazione?
“Io penso che il Napoli debba uscire dalla Champions. Non perché non sia all’altezza, ma perché non ha la rosa per reggere due competizioni. Meglio concentrarsi sul campionato: possiamo tranquillamente lottare per il quinto scudetto, un traguardo storico. Vedremo se Conte farà giocare Lobotka: se lo schiera, significa che crede ancora nella doppia competizione; se invece lo tiene a riposo, allora avremo la conferma che l’obiettivo principale è la Serie A. In Italia, sinceramente, non vedo squadre più forti del Napoli. L’Inter ha dovuto lamentarsi con gli arbitri per vincere di misura contro il Verona, il Milan e la Juventus alternano prestazioni altalenanti. Il Napoli è la squadra più solida, la più completa, quella più pronta a vincere ancora. La Champions, invece, è diventata un torneo per vendere diritti televisivi: troppe partite, troppe classifiche, un mini campionato infinito. Ma per arrivare in fondo servono due squadre forti come il Real Madrid, e in questo momento solo pochi club possono permetterselo".