Calcio
IL PARERE - Tentoni: "Maradona è stato il calciatore più forte al mondo senza alcun dubbio"
26.11.2024 00:25 di Napoli Magazine

Ai microfoni di Calcio Time, programma a cura della redazione EuropaCalcio.it, è intervenuto Andrea Tentoni, ex centravanti della Cremonese e del Vis-Pesaro, tra le altre.

Un ricordo su Maradona, nel giorno della commemorazione per il quarto anno dalla sua scomparsa: “Calciatore più forte al mondo, senza alcun dubbio. Non ho avuto la fortuna di giocarci contro, in quanto io esordii in Serie A nel momento in cui lui si ritirò. Ho avuto modo di farmi raccontare quanto fosse un grande uomo squadra e spogliatoio, oltre che un grandissimo calciatore. Manca moltissimo anche in quello”. 

Su Gasperini, l’Atalanta e Retegui: “Ho un grande ricordo di Gasperini anche da calciatore: era già un allenatore anche in campo, in virtù del suo grande carisma. Merita ampiamente tutto ciò che sta conseguendo anche dal punto di vista umano fuori dal campo. Parliamo di un grande conoscitore di calcio che sta raccogliendo quanto seminato nel corso degli anni; sono davvero contento per lui e di aver condiviso tanti momenti assieme. Retegui è un attaccante affidabile, che mi piace molto; credo che tra lui e Kean cominciamo ad essere ampiamente coperti anche per quanto riguarda il reparto offensivo, a livello di nazionale azzurra”. 

Su Federico Chiesa: “Credo debba ritornare in Serie A. Ricorda un po’ anche il padre in alcune movenze, nonostante il padre fosse più cattivo agonisticamente e più finalizzatore. Negli ultimi anni, tartassato dagli infortuni, non è riuscito a esprimere a pieno tutto il proprio potenziale. Dovrebbe ritrovare fiducia in un ambiente in cui si sente davvero stimolato e al centro del progetto. Attualmente, per i grandi ritmi fisici che si sostengono in Inghilterra, non ritengo la Premier League il campionato adatto a Chiesa in questo preciso momento della sua carriera. Probabilmente, andrebbe anche individuato il ruolo in cui potrebbe rendere al meglio”. 

Su Eusebio Di Francesco: “Allenatore molto, molto preparato, ma abbastanza sfortunato. A parte l’anno a Roma, nelle altre società non è ancora riuscito a emergere definitivamente e ad attribuire quell’impronta che gli è propria. Ha trovato situazioni particolari dal punto di vista ambientale, ma ritengo abbia grandissime qualità dal punto di vista tattico e umano, in quanto è un’ottima persona. Penso il Venezia debba continuare a concedergli fiducia: può ancora giocarsela per la salvezza, assolutamente. Faccio il tifo per lui”. 

Vlahovic e la situazione alla Juventus, con la prospettiva Zirkzee: “Vlahovic non mi dispiace per nulla, perché si notano le sue qualità e i suoi movimenti in area. Da questo punto di vista, credo ogni allenatore debba riuscire a trovare la chiave di volta per far rendere al meglio il singolo calciatore ed esaltarne le caratteristiche. Vlahovic, a mio parere, è un centravanti d’area, un finalizzatore che dev’essere alleggerito da troppi compiti difensivi e di rincorsa: perde lucidità davanti alla porta. Zirkzee mi piace molto e credo sia adatto all’impianto di gioco e al sistema tattico di Thiago Motta, come dimostrato a Bologna. Vlahovic, però, non è da sottovalutare o scartare così, a cuor leggero”. 

Un aneddoto su Gigi Simoni: “Grandissimo uomo e allenatore, il più importante nella mia carriera; un secondo padre. Posso raccontare anche un aneddoto in merito: amava i ritiri, a dispetto dei calciatori. Ne parlava spesso con il nostro capitano e sondava, prima di ogni partita importante, la possibilità di portarci in ritiro. Nel momento in cui ci veniva chiesto, però, era già stato deciso a priori, con le camere già prenotate. La cosa bella di quegli anni, però, era proprio questa: il tempo trascorso insieme, anche distanti da tutto il resto, era piacevole. Si giocava a carte, si rideva e si scherzava insieme: il gruppo ne usciva sempre più motivato, compatto e coeso. Oggi, molti tifosi della Cremonese, ma non solo, imputano ai calciatori proprio questo: non ci si ferma più a parlare, a confrontarsi, ma finita la partita ci si rifugia in tablet e telefonini. Questa, è una grande differenza col passato”. 

Su Allegri, suo ex compagno al Pescara: “Se avesse guidato Max la Juventus, sarebbe stato criticato all’inverosimile. L’avrebbero massacrato a prescindere, ma sabato ancor di più. Nel calcio italiano conta il risultato e Allegri, a differenza di molti, ne ha portati, e anche tanti. La squadra poteva non essere estremamente piacevole da vedere, ma il suo calcio è efficace e improntato alla vittoria. Sinceramente, non pensavo potesse diventare un grandissimo allenatore e mi ha stupito. Credo sia tra i migliori e l’ha sempre dimostrato”.

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IL PARERE - Tentoni: "Maradona è stato il calciatore più forte al mondo senza alcun dubbio"

di Napoli Magazine

26/11/2024 - 00:25

Ai microfoni di Calcio Time, programma a cura della redazione EuropaCalcio.it, è intervenuto Andrea Tentoni, ex centravanti della Cremonese e del Vis-Pesaro, tra le altre.

Un ricordo su Maradona, nel giorno della commemorazione per il quarto anno dalla sua scomparsa: “Calciatore più forte al mondo, senza alcun dubbio. Non ho avuto la fortuna di giocarci contro, in quanto io esordii in Serie A nel momento in cui lui si ritirò. Ho avuto modo di farmi raccontare quanto fosse un grande uomo squadra e spogliatoio, oltre che un grandissimo calciatore. Manca moltissimo anche in quello”. 

Su Gasperini, l’Atalanta e Retegui: “Ho un grande ricordo di Gasperini anche da calciatore: era già un allenatore anche in campo, in virtù del suo grande carisma. Merita ampiamente tutto ciò che sta conseguendo anche dal punto di vista umano fuori dal campo. Parliamo di un grande conoscitore di calcio che sta raccogliendo quanto seminato nel corso degli anni; sono davvero contento per lui e di aver condiviso tanti momenti assieme. Retegui è un attaccante affidabile, che mi piace molto; credo che tra lui e Kean cominciamo ad essere ampiamente coperti anche per quanto riguarda il reparto offensivo, a livello di nazionale azzurra”. 

Su Federico Chiesa: “Credo debba ritornare in Serie A. Ricorda un po’ anche il padre in alcune movenze, nonostante il padre fosse più cattivo agonisticamente e più finalizzatore. Negli ultimi anni, tartassato dagli infortuni, non è riuscito a esprimere a pieno tutto il proprio potenziale. Dovrebbe ritrovare fiducia in un ambiente in cui si sente davvero stimolato e al centro del progetto. Attualmente, per i grandi ritmi fisici che si sostengono in Inghilterra, non ritengo la Premier League il campionato adatto a Chiesa in questo preciso momento della sua carriera. Probabilmente, andrebbe anche individuato il ruolo in cui potrebbe rendere al meglio”. 

Su Eusebio Di Francesco: “Allenatore molto, molto preparato, ma abbastanza sfortunato. A parte l’anno a Roma, nelle altre società non è ancora riuscito a emergere definitivamente e ad attribuire quell’impronta che gli è propria. Ha trovato situazioni particolari dal punto di vista ambientale, ma ritengo abbia grandissime qualità dal punto di vista tattico e umano, in quanto è un’ottima persona. Penso il Venezia debba continuare a concedergli fiducia: può ancora giocarsela per la salvezza, assolutamente. Faccio il tifo per lui”. 

Vlahovic e la situazione alla Juventus, con la prospettiva Zirkzee: “Vlahovic non mi dispiace per nulla, perché si notano le sue qualità e i suoi movimenti in area. Da questo punto di vista, credo ogni allenatore debba riuscire a trovare la chiave di volta per far rendere al meglio il singolo calciatore ed esaltarne le caratteristiche. Vlahovic, a mio parere, è un centravanti d’area, un finalizzatore che dev’essere alleggerito da troppi compiti difensivi e di rincorsa: perde lucidità davanti alla porta. Zirkzee mi piace molto e credo sia adatto all’impianto di gioco e al sistema tattico di Thiago Motta, come dimostrato a Bologna. Vlahovic, però, non è da sottovalutare o scartare così, a cuor leggero”. 

Un aneddoto su Gigi Simoni: “Grandissimo uomo e allenatore, il più importante nella mia carriera; un secondo padre. Posso raccontare anche un aneddoto in merito: amava i ritiri, a dispetto dei calciatori. Ne parlava spesso con il nostro capitano e sondava, prima di ogni partita importante, la possibilità di portarci in ritiro. Nel momento in cui ci veniva chiesto, però, era già stato deciso a priori, con le camere già prenotate. La cosa bella di quegli anni, però, era proprio questa: il tempo trascorso insieme, anche distanti da tutto il resto, era piacevole. Si giocava a carte, si rideva e si scherzava insieme: il gruppo ne usciva sempre più motivato, compatto e coeso. Oggi, molti tifosi della Cremonese, ma non solo, imputano ai calciatori proprio questo: non ci si ferma più a parlare, a confrontarsi, ma finita la partita ci si rifugia in tablet e telefonini. Questa, è una grande differenza col passato”. 

Su Allegri, suo ex compagno al Pescara: “Se avesse guidato Max la Juventus, sarebbe stato criticato all’inverosimile. L’avrebbero massacrato a prescindere, ma sabato ancor di più. Nel calcio italiano conta il risultato e Allegri, a differenza di molti, ne ha portati, e anche tanti. La squadra poteva non essere estremamente piacevole da vedere, ma il suo calcio è efficace e improntato alla vittoria. Sinceramente, non pensavo potesse diventare un grandissimo allenatore e mi ha stupito. Credo sia tra i migliori e l’ha sempre dimostrato”.