Calcio
IL PENSIERO - Mertens: "Napoli è casa, sento mio lo scudetto, ora sogniamo la Champions! Con Sarri mi sono divertito"
12.07.2025 12:54 di Napoli Magazine

Dries Mertens, ex calciatore del Napoli, ha parlato ai microfoni di CalcioNapoli24.

Dries Mertens, come ti senti adesso che la tua carriera è finita? Sei cambiato in qualcosa in poco tempo?

"No, io sono stato, dopo Napoli, 3 anni al Galatasaray, mi sono goduto il tempo lì e adesso vediamo cosa voglio fare nella vita. Mi voglio godere un po' la vita, voglio stare vicino alla famiglia e godermi la vita".

Dries, quando hai maturato la scelta di ritirarti? Perché l'avevi già detto un anno fa, poi sei rimasto un altro anno al Galatasaray. Perché questa scelta? E se è vero che è legata anche al fatto che tu voglia far nascere tua figlia a Napoli, o comunque godertela di più.

"Allora, la scelta è dettata dal fatto che diventi più lento, diventi un po' più scarso.... E poi volevo volevo finire con un bel ricordo anche al Galatasaray ed era il momento per me di finire. Voglio stare vicino alla famiglia, voglio avere più tempo libero, tutto qui".

Vi ritirate nello stesso giorno, con un'ultima partita, tu, Marek Hamsik e Josè Callejon. Fa strano?

"No! È bello! Penso che è per quello che stiamo qua. Ieri, sai, stai al tavolo, parli di tante cose e sono solo bei ricordi che condividiamo".

Tra l'altro tutti e tre avete scritto una pagina indelebile del Napoli di De Laurentiis. Non avete alzato uno scudetto, però sentite di aver fatto parte e aver dato quella spinta affinché il Napoli potesse arrivare a questo livello?

"Ma certo, penso che abbiamo fatto solo belle cose. Se lo sento un po' mio lo scudetto del 2023? No perché non c'ero, ma sì, certo, tu guardi tutte le partite e fai il tifo! Allora lo senti anche tuo! Ma io ho solo bei ricordi e anche se non ho alzato lo scudetto, per me son stati 9 anni di bellezza".

Quanto ti ha cambiato Napoli?

"In tutto, in tutto! Come famiglia, come persona, come tutto. Penso che a Napoli ho cambiato come affrontare la vita, sono molto più rilassato".

La città di Napoli ha dedicato dei murales ai protagonisti recenti del Napoli. Ce n'è uno anche per te. Ci racconti la tua visita al murale dei Quartieri Spagnoli, l'hai visto vero?

"Beh, certo. Sì, ci sono stato ed è bello andare lì, è bello ricevere qualche foto, quando i miei amici lo vanno a vedere. Penso che è davvero molto bello e gratificante".

Senti Dries, dietro di te c'è una c'è una maglia speciale: te la ricordi quella quella partita? (Napoli-Roma 4-0, 2020)

"4-0, sì. Stadio vuoto... No, sono bei ricordi...".

Fu la la prima partita dopo la morte di di Diego, giocassi con questa maglia iconica, tu segnasti il terzo gol. Eh, qual era l'emozione di essere in quello stadio così, ma sentire, credo, quello che stava vivendo la città in quel momento?

"All'inizio è stato un po' strano, perché dopo vedi tutti i video, tutte le cose che Maradona ha fatto qui. E poi vedi che cosa significa lui per Napoli. È sempre bello vedere le immagini".

Dries, raccontaci la tua Napoli: ti abbiamo visto mostrarla sui social in tanti anni, sei diventato ufficialmente cittadino di Napoli. Ci racconti quella giornata perché è stata una festa veramente di tutti. Abbiamo visto delle scene che forse da qui a distanza di anni, anche noi che non siamo diretti interessati, ricorderemo. Per te invece che giorno è stato?

"Sai, quando vai via da Napoli, tu capisci com'è bello stare lì. Qualche volta è bello anche andare via per poi ritornare e ricordarne la bellezza. E quando sono tornato, sono venuto con la mia famiglia, con tutti quanti ed eravamo giù a Marechiaro a mangiare... È bello quando guardi fuori dalla finestra e vedi tutto il mare così... È speciale, le gente lo sa, è difficile spiegare: lo devi vivere!".

E poi hai un figlio napoletano: Ciro. Quanto è già napoletano? Cioè, rivedi in lui degli atteggiamenti tipici?

"Sì, ma è difficile da spiegare, perché lui è stato in Turchia, ma cammina senza maglia, vuole solo stare sulla spiaggia, vuole giocare a calcio. È strano".

E papà Dries lo lo asseconda?

"Per quello voglio stare vicino alla famiglia, perché arriva adesso una femminuccia e vogliamo fare lo stesso, perché i primi tre mesi con Ciro eravamo a Napoli ed è bello perché sai, penso dopo 5 giorni eravamo stati già a Capri, eravamo in barca già: è bello!".

Ciro è un nome tipicamente napoletano, ed è anche il tuo soprannome. Mentre la femminuccia sappiamo già il nome?

"Non si dice! (ride, ndr) Nome belga, italiano, o entrambi? Non si dice, non lo so".

La tua Napoli da calciatore, l'hai vissuta in lungo e in largo: qual è la cosa più folle che ti è successa?

"Difficile, penso... Per me la cosa più folle che ho visto sono i motorini dietro il pullman, quando abbiamo vinto a Torino con la Juve 1-0 e siamo tornati a Napoli. E dal pullman vedere tutti questi motorini, io mi sono anche un po' spaventato che uno cadeva e tutti andavano giù, ma è bellissimo vedere quelle immagini".

A proposito di quella notte e di quella stagione che credo rimarrà indelebile nei tuoi ricordi... L'abbiamo chiesto anche a Callejon: ci racconti le emozioni di quella serata? Se dopo quella sera dici: "Ok, ce l'abbiamo fatta". E cosa è successo a Firenze?

"No, ma non mi va di ritornare su Firenze perché ormai è il passato, e ci sono solo bei ricordi, ma io ricordo in particolare il gioco, sai? Io mi sono divertito veramente in campo: quando iniziava una partita, sapevi già che facevi 1, 2, 3 a 0 e quando parlava il mister Sarri era bello, perché tutte le cose che lui diceva, arrivavano. Lui diceva: "Lo stadio è vuoto, noi vinciamo 5-0, lo stadio consideralo vuoto". E dopo il 60', ripeteva: "Lo stadio è vuoto". Ed è bello".

Ti ricordi la prima volta che ti disse: "Fai tu il centravanti, fai tu il falso nueve". Come te lo disse, quale fu la tua reazione?

"Io ero felice perché non stavo più in panchina! (scherza, ndr) E poi, è stato un momento, iniziai in allenamento e poi ti arriva la partita e fai subito gol. Penso che la prima partita era il Besiktas in casa in Champions e poi il Cagliari fuori casa. Poi è iniziata questa avventura".

Il Mertens napoletano ha imparato a cucinare qualcosa in napoletano, oppure si limita al caffè di Tommy Starace?

"Molto limitato. Molto limitato, anche per quello voglio smettere col calcio! Per stare a casa e cucinare, imparare!".

Tra l'altro Tommaso Starace lo vedremo probabilmente in un altro ruolo, però anche lui ha finito la "sua carriera" quasi nello stesso momento tuo. Non riuscite a stare separati! Qual è il vostro rapporto? Raccontaci lo spogliatoio, perché vi abbiamo visto tanto "fuori". Ma raccontaci la giornata: quando tu arrivavi a Castel Volturno, cos'accadeva?

"Per quello lui è così importante, sai? Io ero quasi sempre uno dei primi ad arrivare. E mi ricordo che a Castel Volturno lui veniva per portare il caffè, si gira e guardava sempre il mio posto per primo. E il suo sorriso, il suo ballo... Lui ti dà l'anima ed è bellissimo".

Tra l'altro con lui creasti quell'esultanza, la "Tommy Style".

"No, io volevo fare questo perché sai, i magazzinieri sono spesso le persone che lavorano di più e forse sono quelli che ricevono meno applausi. E per me portare questa esultanza in campo significa far vedere l'importanza di tutti loro. Ed è bello".

E a proposito di esultanze, un'altra storica è quella a Roma del "cagnolino". Come ti venne in mente?

"No, io amo i cani e poi la fece per primo Finidi George, che fece questa esultanza (ai Mondiali USA '94, ndr) e l'avevo sempre in mente: per me è stato un bel momento".

A distanza di tanti anni, quella squadra lì, quel Napoli lì, è ricordato dai tifosi in una maniera molto romantica, molto affettuosa. Ti chiedo perché secondo te? E poi come ti accolse Marek Hamsik quando arrivasti a Napoli?

"Io penso sia perché il gioco era veramente bello e anche quando stavi in campo: tu iniziavi la partita e già eri sicuro di avere il possesso palla! La palla andava da sola, ti giuro! Era strano, era bello essere in campo, sembrava che giocavi in 12! E poi quando sono arrivato, c'era Paolo Cannavaro e Marek che mi hanno aiutato a trovare casa e in tutto. Per me era bello perché non parlavo ancora bene italiano e loro mi hanno aiutato tanto".

Dries, prima di spostarci sul presente, è anche giusto sottolineare, perché tu l'hai sempre fatto in silenzio, che la tua cittadinanza onoraria è strameritata anche per quello che facevi lontano dalle telecamere. La beneficenza che hai fatto a Napoli nel quotidiano, dai rifugi per i cani ai clochard, secondo me è qualcosa che dobbiamo sottolineare. So che non ti piace farlo, però...

"No, a me piace fare queste cose e secondo me tutti noi dobbiamo fare, e aiutare. E devo che devo dire? È una cosa che ti viene da dentro".

Passiamo un attimo al presente, perché dicevi che Hamsik e Cannavaro ti hanno aiutato quando tu ancora non parlavi benissimo in italiano. Aiuterai anche Kevin De Bruyne ad iniziare a vivere a Napoli?

"Mah, vediamo. Penso che lui è abbastanza grande già per capire come devi vivere qui e come ti devi muovere, perché io ero molto più giovane di lui, quando sono arrivato. E poi sono sicuro che adesso loro lo aiutano e non ha bisogno di me!".

Un mese fa non ti sei sbilanciato, adesso è ufficiale. Ma l'hai chiamato tu quando hai sentito la notizia o ti ha chiamato lui per chiederti di Napoli? Cosa vi siete detti?

"No, lui mi ha chiamato e mi ha chiesto come fare, "dove devo vivere", come devo... Ma come ti ho detto, lui è già abbastanza maturo per decidere per se stesso".

Tra l'altro la particolarità è che si sposò proprio in Costiera sorrentina, c'eri anche tu. Insomma, è già legato a Napoli.

"Eh sì, lui è venuto più volte, me l'ha sempre detto, e penso anche per quello ha fatto la scelta di venire a Napoli: io sono felice che lui ha fatto questa scelta e sono anche sicuro che lui farà bene in campo, ma anche fuori".

Il tifoso Dries Mertens come ha vissuto questa stagione? C'era un altro belga, Romelu Lukaku in squadra: ti ha raccontato di come ha vissuto la festa? Il tifoso Dries come l'ha vissuta?

"Era bello. Perché quando guardi le partite del Napoli, ora sai che le puoi vivere come tifoso e questo mi piace! E per quello non vedo l'ora anche di stare a Napoli e di andare più spesso allo stadio e di vivere la squadra più da vicino!"

Quest'anno ti aspettiamo allo stadio in Champions League. Il tifoso Dries Mertens crede che il Napoli, dopo due scudetti, possa anche arrivare a vincere la Champions? Vedi una crescita reale in questo progetto?

"Beh, penso che stanno facendo delle cose pazzesche, stanno lavorando veramente bene. E adesso giocare due volte alla settimana sarà un po' più difficile, ma ci sta, perché no! Dobbiamo crederci e dobbiamo essere tutti con la testa giusta".

Come ti vedi da qui a un anno, 3 anni, 5 anni? Compri casa a Napoli oppure...? 

"No, non lo so, vediamo. Io vivo giorno per giorno, domani non lo so".

Cos'è per te Napoli?

"Se tu mi dici cosa significa, per me è stare sul mio terrazzo e vedere il mare, vedere Capri davanti e... è casa, sì. E poi è bello stare lì perché sapete la gente come come mi tratta, come mi fanno sentire a casa. È bello".

E il tuo posto preferito di Napoli? quello lì dove ti senti a casa oppure la prima cosa che ti manca di Napoli quando non sei in città?

"Ma è difficile dire perché adesso sono qui e già sto pensando ad andare da Cicciotto a Marechiaro, andare in barca, stare sul mio terrazzo. È difficile dire un posto, perché dopo la cittadinanza siamo andati da Cicciotto e ti giuro era molto bello!".

Chi è per te De Laurentis? E soprattutto: ti ha proposto di un ruolo, un qualsiasi ruolo nella società?

"No. Ma io devo dire che io lo rispetto molto per quello che ha fatto e poi... Poi non c'è tanto da dire".

A chi dice grazie Dris Mertens?

"A tutti. Io lo dico sempre, io sono molto fortunato, ma penso che la fortuna arriva alla gente che lavora, che si comportano bene nella vita. E poi sì, devo ringraziare i miei genitori, la mia moglie, sai, un po' di tutto, ma la fortuna arriva alle persone giuste".

Dries, grazie mille. CalcioNapoli24 in questi anni ti ha seguito davvero sempre ovunque. La speranza è di vedere anche la tua partita d'addio al calcio.

"No, no non la voglio fare..." (ride, ndr).

Uno stadio Maradona gremito per te sarebbe bellissimo. Però nel video in cui hai annunciato la presenza qui con Marek, hai annunciato il tuo ritiro.

"No, ma non voglio parlarne, voglio stare qua per lui. Dopo vediamo...perché io voglio stare qua per lui e questa è la cosa più importante".

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL PENSIERO - Mertens: "Napoli è casa, sento mio lo scudetto, ora sogniamo la Champions! Con Sarri mi sono divertito"

di Napoli Magazine

12/07/2025 - 12:54

Dries Mertens, ex calciatore del Napoli, ha parlato ai microfoni di CalcioNapoli24.

Dries Mertens, come ti senti adesso che la tua carriera è finita? Sei cambiato in qualcosa in poco tempo?

"No, io sono stato, dopo Napoli, 3 anni al Galatasaray, mi sono goduto il tempo lì e adesso vediamo cosa voglio fare nella vita. Mi voglio godere un po' la vita, voglio stare vicino alla famiglia e godermi la vita".

Dries, quando hai maturato la scelta di ritirarti? Perché l'avevi già detto un anno fa, poi sei rimasto un altro anno al Galatasaray. Perché questa scelta? E se è vero che è legata anche al fatto che tu voglia far nascere tua figlia a Napoli, o comunque godertela di più.

"Allora, la scelta è dettata dal fatto che diventi più lento, diventi un po' più scarso.... E poi volevo volevo finire con un bel ricordo anche al Galatasaray ed era il momento per me di finire. Voglio stare vicino alla famiglia, voglio avere più tempo libero, tutto qui".

Vi ritirate nello stesso giorno, con un'ultima partita, tu, Marek Hamsik e Josè Callejon. Fa strano?

"No! È bello! Penso che è per quello che stiamo qua. Ieri, sai, stai al tavolo, parli di tante cose e sono solo bei ricordi che condividiamo".

Tra l'altro tutti e tre avete scritto una pagina indelebile del Napoli di De Laurentiis. Non avete alzato uno scudetto, però sentite di aver fatto parte e aver dato quella spinta affinché il Napoli potesse arrivare a questo livello?

"Ma certo, penso che abbiamo fatto solo belle cose. Se lo sento un po' mio lo scudetto del 2023? No perché non c'ero, ma sì, certo, tu guardi tutte le partite e fai il tifo! Allora lo senti anche tuo! Ma io ho solo bei ricordi e anche se non ho alzato lo scudetto, per me son stati 9 anni di bellezza".

Quanto ti ha cambiato Napoli?

"In tutto, in tutto! Come famiglia, come persona, come tutto. Penso che a Napoli ho cambiato come affrontare la vita, sono molto più rilassato".

La città di Napoli ha dedicato dei murales ai protagonisti recenti del Napoli. Ce n'è uno anche per te. Ci racconti la tua visita al murale dei Quartieri Spagnoli, l'hai visto vero?

"Beh, certo. Sì, ci sono stato ed è bello andare lì, è bello ricevere qualche foto, quando i miei amici lo vanno a vedere. Penso che è davvero molto bello e gratificante".

Senti Dries, dietro di te c'è una c'è una maglia speciale: te la ricordi quella quella partita? (Napoli-Roma 4-0, 2020)

"4-0, sì. Stadio vuoto... No, sono bei ricordi...".

Fu la la prima partita dopo la morte di di Diego, giocassi con questa maglia iconica, tu segnasti il terzo gol. Eh, qual era l'emozione di essere in quello stadio così, ma sentire, credo, quello che stava vivendo la città in quel momento?

"All'inizio è stato un po' strano, perché dopo vedi tutti i video, tutte le cose che Maradona ha fatto qui. E poi vedi che cosa significa lui per Napoli. È sempre bello vedere le immagini".

Dries, raccontaci la tua Napoli: ti abbiamo visto mostrarla sui social in tanti anni, sei diventato ufficialmente cittadino di Napoli. Ci racconti quella giornata perché è stata una festa veramente di tutti. Abbiamo visto delle scene che forse da qui a distanza di anni, anche noi che non siamo diretti interessati, ricorderemo. Per te invece che giorno è stato?

"Sai, quando vai via da Napoli, tu capisci com'è bello stare lì. Qualche volta è bello anche andare via per poi ritornare e ricordarne la bellezza. E quando sono tornato, sono venuto con la mia famiglia, con tutti quanti ed eravamo giù a Marechiaro a mangiare... È bello quando guardi fuori dalla finestra e vedi tutto il mare così... È speciale, le gente lo sa, è difficile spiegare: lo devi vivere!".

E poi hai un figlio napoletano: Ciro. Quanto è già napoletano? Cioè, rivedi in lui degli atteggiamenti tipici?

"Sì, ma è difficile da spiegare, perché lui è stato in Turchia, ma cammina senza maglia, vuole solo stare sulla spiaggia, vuole giocare a calcio. È strano".

E papà Dries lo lo asseconda?

"Per quello voglio stare vicino alla famiglia, perché arriva adesso una femminuccia e vogliamo fare lo stesso, perché i primi tre mesi con Ciro eravamo a Napoli ed è bello perché sai, penso dopo 5 giorni eravamo stati già a Capri, eravamo in barca già: è bello!".

Ciro è un nome tipicamente napoletano, ed è anche il tuo soprannome. Mentre la femminuccia sappiamo già il nome?

"Non si dice! (ride, ndr) Nome belga, italiano, o entrambi? Non si dice, non lo so".

La tua Napoli da calciatore, l'hai vissuta in lungo e in largo: qual è la cosa più folle che ti è successa?

"Difficile, penso... Per me la cosa più folle che ho visto sono i motorini dietro il pullman, quando abbiamo vinto a Torino con la Juve 1-0 e siamo tornati a Napoli. E dal pullman vedere tutti questi motorini, io mi sono anche un po' spaventato che uno cadeva e tutti andavano giù, ma è bellissimo vedere quelle immagini".

A proposito di quella notte e di quella stagione che credo rimarrà indelebile nei tuoi ricordi... L'abbiamo chiesto anche a Callejon: ci racconti le emozioni di quella serata? Se dopo quella sera dici: "Ok, ce l'abbiamo fatta". E cosa è successo a Firenze?

"No, ma non mi va di ritornare su Firenze perché ormai è il passato, e ci sono solo bei ricordi, ma io ricordo in particolare il gioco, sai? Io mi sono divertito veramente in campo: quando iniziava una partita, sapevi già che facevi 1, 2, 3 a 0 e quando parlava il mister Sarri era bello, perché tutte le cose che lui diceva, arrivavano. Lui diceva: "Lo stadio è vuoto, noi vinciamo 5-0, lo stadio consideralo vuoto". E dopo il 60', ripeteva: "Lo stadio è vuoto". Ed è bello".

Ti ricordi la prima volta che ti disse: "Fai tu il centravanti, fai tu il falso nueve". Come te lo disse, quale fu la tua reazione?

"Io ero felice perché non stavo più in panchina! (scherza, ndr) E poi, è stato un momento, iniziai in allenamento e poi ti arriva la partita e fai subito gol. Penso che la prima partita era il Besiktas in casa in Champions e poi il Cagliari fuori casa. Poi è iniziata questa avventura".

Il Mertens napoletano ha imparato a cucinare qualcosa in napoletano, oppure si limita al caffè di Tommy Starace?

"Molto limitato. Molto limitato, anche per quello voglio smettere col calcio! Per stare a casa e cucinare, imparare!".

Tra l'altro Tommaso Starace lo vedremo probabilmente in un altro ruolo, però anche lui ha finito la "sua carriera" quasi nello stesso momento tuo. Non riuscite a stare separati! Qual è il vostro rapporto? Raccontaci lo spogliatoio, perché vi abbiamo visto tanto "fuori". Ma raccontaci la giornata: quando tu arrivavi a Castel Volturno, cos'accadeva?

"Per quello lui è così importante, sai? Io ero quasi sempre uno dei primi ad arrivare. E mi ricordo che a Castel Volturno lui veniva per portare il caffè, si gira e guardava sempre il mio posto per primo. E il suo sorriso, il suo ballo... Lui ti dà l'anima ed è bellissimo".

Tra l'altro con lui creasti quell'esultanza, la "Tommy Style".

"No, io volevo fare questo perché sai, i magazzinieri sono spesso le persone che lavorano di più e forse sono quelli che ricevono meno applausi. E per me portare questa esultanza in campo significa far vedere l'importanza di tutti loro. Ed è bello".

E a proposito di esultanze, un'altra storica è quella a Roma del "cagnolino". Come ti venne in mente?

"No, io amo i cani e poi la fece per primo Finidi George, che fece questa esultanza (ai Mondiali USA '94, ndr) e l'avevo sempre in mente: per me è stato un bel momento".

A distanza di tanti anni, quella squadra lì, quel Napoli lì, è ricordato dai tifosi in una maniera molto romantica, molto affettuosa. Ti chiedo perché secondo te? E poi come ti accolse Marek Hamsik quando arrivasti a Napoli?

"Io penso sia perché il gioco era veramente bello e anche quando stavi in campo: tu iniziavi la partita e già eri sicuro di avere il possesso palla! La palla andava da sola, ti giuro! Era strano, era bello essere in campo, sembrava che giocavi in 12! E poi quando sono arrivato, c'era Paolo Cannavaro e Marek che mi hanno aiutato a trovare casa e in tutto. Per me era bello perché non parlavo ancora bene italiano e loro mi hanno aiutato tanto".

Dries, prima di spostarci sul presente, è anche giusto sottolineare, perché tu l'hai sempre fatto in silenzio, che la tua cittadinanza onoraria è strameritata anche per quello che facevi lontano dalle telecamere. La beneficenza che hai fatto a Napoli nel quotidiano, dai rifugi per i cani ai clochard, secondo me è qualcosa che dobbiamo sottolineare. So che non ti piace farlo, però...

"No, a me piace fare queste cose e secondo me tutti noi dobbiamo fare, e aiutare. E devo che devo dire? È una cosa che ti viene da dentro".

Passiamo un attimo al presente, perché dicevi che Hamsik e Cannavaro ti hanno aiutato quando tu ancora non parlavi benissimo in italiano. Aiuterai anche Kevin De Bruyne ad iniziare a vivere a Napoli?

"Mah, vediamo. Penso che lui è abbastanza grande già per capire come devi vivere qui e come ti devi muovere, perché io ero molto più giovane di lui, quando sono arrivato. E poi sono sicuro che adesso loro lo aiutano e non ha bisogno di me!".

Un mese fa non ti sei sbilanciato, adesso è ufficiale. Ma l'hai chiamato tu quando hai sentito la notizia o ti ha chiamato lui per chiederti di Napoli? Cosa vi siete detti?

"No, lui mi ha chiamato e mi ha chiesto come fare, "dove devo vivere", come devo... Ma come ti ho detto, lui è già abbastanza maturo per decidere per se stesso".

Tra l'altro la particolarità è che si sposò proprio in Costiera sorrentina, c'eri anche tu. Insomma, è già legato a Napoli.

"Eh sì, lui è venuto più volte, me l'ha sempre detto, e penso anche per quello ha fatto la scelta di venire a Napoli: io sono felice che lui ha fatto questa scelta e sono anche sicuro che lui farà bene in campo, ma anche fuori".

Il tifoso Dries Mertens come ha vissuto questa stagione? C'era un altro belga, Romelu Lukaku in squadra: ti ha raccontato di come ha vissuto la festa? Il tifoso Dries come l'ha vissuta?

"Era bello. Perché quando guardi le partite del Napoli, ora sai che le puoi vivere come tifoso e questo mi piace! E per quello non vedo l'ora anche di stare a Napoli e di andare più spesso allo stadio e di vivere la squadra più da vicino!"

Quest'anno ti aspettiamo allo stadio in Champions League. Il tifoso Dries Mertens crede che il Napoli, dopo due scudetti, possa anche arrivare a vincere la Champions? Vedi una crescita reale in questo progetto?

"Beh, penso che stanno facendo delle cose pazzesche, stanno lavorando veramente bene. E adesso giocare due volte alla settimana sarà un po' più difficile, ma ci sta, perché no! Dobbiamo crederci e dobbiamo essere tutti con la testa giusta".

Come ti vedi da qui a un anno, 3 anni, 5 anni? Compri casa a Napoli oppure...? 

"No, non lo so, vediamo. Io vivo giorno per giorno, domani non lo so".

Cos'è per te Napoli?

"Se tu mi dici cosa significa, per me è stare sul mio terrazzo e vedere il mare, vedere Capri davanti e... è casa, sì. E poi è bello stare lì perché sapete la gente come come mi tratta, come mi fanno sentire a casa. È bello".

E il tuo posto preferito di Napoli? quello lì dove ti senti a casa oppure la prima cosa che ti manca di Napoli quando non sei in città?

"Ma è difficile dire perché adesso sono qui e già sto pensando ad andare da Cicciotto a Marechiaro, andare in barca, stare sul mio terrazzo. È difficile dire un posto, perché dopo la cittadinanza siamo andati da Cicciotto e ti giuro era molto bello!".

Chi è per te De Laurentis? E soprattutto: ti ha proposto di un ruolo, un qualsiasi ruolo nella società?

"No. Ma io devo dire che io lo rispetto molto per quello che ha fatto e poi... Poi non c'è tanto da dire".

A chi dice grazie Dris Mertens?

"A tutti. Io lo dico sempre, io sono molto fortunato, ma penso che la fortuna arriva alla gente che lavora, che si comportano bene nella vita. E poi sì, devo ringraziare i miei genitori, la mia moglie, sai, un po' di tutto, ma la fortuna arriva alle persone giuste".

Dries, grazie mille. CalcioNapoli24 in questi anni ti ha seguito davvero sempre ovunque. La speranza è di vedere anche la tua partita d'addio al calcio.

"No, no non la voglio fare..." (ride, ndr).

Uno stadio Maradona gremito per te sarebbe bellissimo. Però nel video in cui hai annunciato la presenza qui con Marek, hai annunciato il tuo ritiro.

"No, ma non voglio parlarne, voglio stare qua per lui. Dopo vediamo...perché io voglio stare qua per lui e questa è la cosa più importante".