Francesco Gianello, Facilities Management Director della Juventus e Presidente di ESSMA (Europan Stadium and Safety Management Association), è intervenuto nel corso di “Infrastrutture e Sport: una ricchezza per il Paese”, un evento organizzato da PWC in collaborazione con Calcio e Finanza.
Nel mirino, tra le altre cose, anche il pungente tema degli stadi italiani. La Juventus, però, vanta dal 2011 la possibilità di giocare in uno stadio di proprietà all’avanguardia. Un impianto che si è dimostrato da subito un fortino, come testimonia la prima sconfitta arrivata a fine 2012 ad opera dell’Inter.
Nel corso dell’evento, Francesco Gianello ha voluto chiarire alcuni aspetti che hanno fatto discutere di recente.
Nello specifico, si tratta dei progetti futuri per l’Allianz Stadium, così noto per motivi di sponsorizzazione. Ampliamento o semplice evoluzione? Il Facilities Management Director bianconero ha fatto luce sulla questione.
Francesco Gianello, dunque, si è espresso sul sempre caldo tema stadio della Juventus. Ecco le sue dichiarazioni: “Non stiamo lavorando per ampliare la capienza dello stadio, ma stiamo ragionando sull’evoluzione di uno stadio di nuova generazione. Gli stadi di una generazione precedente non sono cambiati per decine di anni, quelli di nuova generazione dovranno essere necessariamente aggiornati perché cambia il pubblico“.
E poi ancora. “In questi ultimi anni, anche per noi il campo è stato il tema fondamentale. Pensare di fare altri eventi con il pubblico presuppone l’utilizzo del manto erboso quindi limita le finestre in cui fare altre attività. Stiamo ragionando anche sulla possibilità di fare concerti, ovviamente andando ad immaginare come posizionare sia il palco che l’accesso dei mezzi”.
“Lo stadio è adattabile, ma è nato come stadio per il calcio. La finale della Kings League è stato il primo evento misto, in cui c’era anche un palco. Il rugby non è stato un esercizio banale, è stata una partita giocata il 23 novembre e siamo partiti in estate a preparare il campo per arrivare a quella partita. Stiamo facendo esercizio per arrivare a sfruttare lo stadio per fare eventi diversi da concerti e dal calcio“.
“Tutto questo ci permette di portare avanti considerazioni aziendali su come sfruttare l’asset stadio. Non solo la parte commerciale ci porta idee, ma il grosso del lavoro è rendere sostenibile l’evento massimizzando il ricavo e ottimizzando i costi. Senza inoltre mai compromettere la qualità del nostro stadio per il core business, ovverosia il calcio“.
di Napoli Magazine
18/03/2025 - 19:25
Francesco Gianello, Facilities Management Director della Juventus e Presidente di ESSMA (Europan Stadium and Safety Management Association), è intervenuto nel corso di “Infrastrutture e Sport: una ricchezza per il Paese”, un evento organizzato da PWC in collaborazione con Calcio e Finanza.
Nel mirino, tra le altre cose, anche il pungente tema degli stadi italiani. La Juventus, però, vanta dal 2011 la possibilità di giocare in uno stadio di proprietà all’avanguardia. Un impianto che si è dimostrato da subito un fortino, come testimonia la prima sconfitta arrivata a fine 2012 ad opera dell’Inter.
Nel corso dell’evento, Francesco Gianello ha voluto chiarire alcuni aspetti che hanno fatto discutere di recente.
Nello specifico, si tratta dei progetti futuri per l’Allianz Stadium, così noto per motivi di sponsorizzazione. Ampliamento o semplice evoluzione? Il Facilities Management Director bianconero ha fatto luce sulla questione.
Francesco Gianello, dunque, si è espresso sul sempre caldo tema stadio della Juventus. Ecco le sue dichiarazioni: “Non stiamo lavorando per ampliare la capienza dello stadio, ma stiamo ragionando sull’evoluzione di uno stadio di nuova generazione. Gli stadi di una generazione precedente non sono cambiati per decine di anni, quelli di nuova generazione dovranno essere necessariamente aggiornati perché cambia il pubblico“.
E poi ancora. “In questi ultimi anni, anche per noi il campo è stato il tema fondamentale. Pensare di fare altri eventi con il pubblico presuppone l’utilizzo del manto erboso quindi limita le finestre in cui fare altre attività. Stiamo ragionando anche sulla possibilità di fare concerti, ovviamente andando ad immaginare come posizionare sia il palco che l’accesso dei mezzi”.
“Lo stadio è adattabile, ma è nato come stadio per il calcio. La finale della Kings League è stato il primo evento misto, in cui c’era anche un palco. Il rugby non è stato un esercizio banale, è stata una partita giocata il 23 novembre e siamo partiti in estate a preparare il campo per arrivare a quella partita. Stiamo facendo esercizio per arrivare a sfruttare lo stadio per fare eventi diversi da concerti e dal calcio“.
“Tutto questo ci permette di portare avanti considerazioni aziendali su come sfruttare l’asset stadio. Non solo la parte commerciale ci porta idee, ma il grosso del lavoro è rendere sostenibile l’evento massimizzando il ricavo e ottimizzando i costi. Senza inoltre mai compromettere la qualità del nostro stadio per il core business, ovverosia il calcio“.