Calcio
L'EX - Kempes su Maradona: "Nessuno l'ha mai protetto"
27.11.2020 23:21 di Napoli Magazine

"Maradona aveva 17 anni ed era un “problema” per Menotti che pensò con la testa e non con il cuore. Menotti aveva paura di esporlo eccessivamente visto che giocavamo in casa, di caricarlo di un peso grande e rischioso, soprattutto in caso di fallimento. Aveva il suo gruppo costituito e preferì non alterarne l’equilibrio. Prese una decisione ed ebbe ragione, poi si portò Diego al Mondiale Under 20 dell’anno dopo in Giappone: esplose e iniziò la sua fama mondiale". Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, è intervenuto l'ex centrocampista argentino Mario Kempes. Il suo racconto su Diego Armando Maradona parte dalla mancata convocazione al Mondiale del 1978, e arriva poi al suo passaggio, che non si rivelò esaltante, al Barcellona, fino a toccare l'esperienza al Napoli: "Il problema fu che sbarcò in Spagna come un fuoriclasse: fuori dal campo non gli perdonavano nulla e in campo lo picchiavano senza freni, finché non gli ruppero una gamba. Nessuno pensava a proteggere le stelle. Il passaggio al Barça non fu alla sua altezza, poi però andò al Napoli e Diego risorse e si elevò altissimo. Era il Maradona che si prende la squadra sulle spalle, che trascina tutto e tutti, che s’identifica e guida la lotta del Sud contro il Nord, che mette il Napoli nel luogo che gli spetta nella gerarchia del calcio italiano. E che vince il Mondiale. Fino all’antidoping. Lì tutto finì. Quindici mesi senza giocare, troppi per chiunque. Tornò, ma non era lo stesso. In generale, durante tutta la sua vita, Maradona non è stato protetto e lui non fu in grado di proteggersi da solo".

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L'EX - Kempes su Maradona: "Nessuno l'ha mai protetto"

di Napoli Magazine

27/11/2024 - 23:21

"Maradona aveva 17 anni ed era un “problema” per Menotti che pensò con la testa e non con il cuore. Menotti aveva paura di esporlo eccessivamente visto che giocavamo in casa, di caricarlo di un peso grande e rischioso, soprattutto in caso di fallimento. Aveva il suo gruppo costituito e preferì non alterarne l’equilibrio. Prese una decisione ed ebbe ragione, poi si portò Diego al Mondiale Under 20 dell’anno dopo in Giappone: esplose e iniziò la sua fama mondiale". Dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, è intervenuto l'ex centrocampista argentino Mario Kempes. Il suo racconto su Diego Armando Maradona parte dalla mancata convocazione al Mondiale del 1978, e arriva poi al suo passaggio, che non si rivelò esaltante, al Barcellona, fino a toccare l'esperienza al Napoli: "Il problema fu che sbarcò in Spagna come un fuoriclasse: fuori dal campo non gli perdonavano nulla e in campo lo picchiavano senza freni, finché non gli ruppero una gamba. Nessuno pensava a proteggere le stelle. Il passaggio al Barça non fu alla sua altezza, poi però andò al Napoli e Diego risorse e si elevò altissimo. Era il Maradona che si prende la squadra sulle spalle, che trascina tutto e tutti, che s’identifica e guida la lotta del Sud contro il Nord, che mette il Napoli nel luogo che gli spetta nella gerarchia del calcio italiano. E che vince il Mondiale. Fino all’antidoping. Lì tutto finì. Quindici mesi senza giocare, troppi per chiunque. Tornò, ma non era lo stesso. In generale, durante tutta la sua vita, Maradona non è stato protetto e lui non fu in grado di proteggersi da solo".