Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel prepartita di Lazio-Celtic.
A Salerno è stata una pessima Lazio. Cosa le sta dando più fastidio?
"L’atteggiamento sul campo. La squadra deve combattere, scendere in campo determinata, volitiva, coesa e con la voglia di portare a casa il risultato. Poi le partite hanno anche aspetti imprevedibili però voglio una squadra che sia cattiva, feroce agonisticamente".
Ha parlato con Sarri? "La società crede nell’organico e nell’allenatore e siamo convinti che, come si legge nel Vangelo, dopo essere caduti bisogna rialzarsi e prendere coscienza dei propri mezzi. E in questo caso la Lazio lo sarà".
Sull’addio di Tare.
"Non ho allontanato Tare dalla Lazio, è stata una sua scelta personale e famigliare, non legata a critiche o incomprensioni con la mia persona, tutt’altro, tant’è che siamo in ottimi rapporti. Nella vita tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile. E’ una regola di vita, lo dice uno che governa più di ottomila persone e sa che alla fine c’è sempre un ricambio generazionale. Non si può imputare al merito o al demerito di una persona. E’ un atteggiamento. Come è successo quando c’era Tare, la Primavera era retrocessa, poi dopo ha vinto il campionato ed è tornata nella serie più importante. Tutto va legato al momento e alla situazione specifica. Oggi abbiamo rinnovato la squadra quasi al 100%, tranne Immobile, e la squadra ha avuto bisogno di assestamenti e purtroppo ha fatto male con le squadre abbordabili e ha fatto bene con le squadre meno abbordabili. C’è qualcosa a livello mentale e caratteriale che ha determinato queste considerazioni. Senza poi entrare nel fattore imponderabile, che non dipende da noi".
Sulla formazione.
"Ho detto a Sarri che deve giocare chi è in condizioni migliori, senza guardare in faccia nessuno. E’ una scelta che spetta a lui, non intervengo mai nelle scelte tecniche, è lui che si assume la responsabilità dell’assetto tecnico/tattico. Ho investito sull’allenatore e cerco di sostenerlo per quello che mi è consentito come società, da cui non è mai mancato il sostegno verso l’allenatore e la squadra".
di Napoli Magazine
28/11/2023 - 18:30
Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel prepartita di Lazio-Celtic.
A Salerno è stata una pessima Lazio. Cosa le sta dando più fastidio?
"L’atteggiamento sul campo. La squadra deve combattere, scendere in campo determinata, volitiva, coesa e con la voglia di portare a casa il risultato. Poi le partite hanno anche aspetti imprevedibili però voglio una squadra che sia cattiva, feroce agonisticamente".
Ha parlato con Sarri? "La società crede nell’organico e nell’allenatore e siamo convinti che, come si legge nel Vangelo, dopo essere caduti bisogna rialzarsi e prendere coscienza dei propri mezzi. E in questo caso la Lazio lo sarà".
Sull’addio di Tare.
"Non ho allontanato Tare dalla Lazio, è stata una sua scelta personale e famigliare, non legata a critiche o incomprensioni con la mia persona, tutt’altro, tant’è che siamo in ottimi rapporti. Nella vita tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile. E’ una regola di vita, lo dice uno che governa più di ottomila persone e sa che alla fine c’è sempre un ricambio generazionale. Non si può imputare al merito o al demerito di una persona. E’ un atteggiamento. Come è successo quando c’era Tare, la Primavera era retrocessa, poi dopo ha vinto il campionato ed è tornata nella serie più importante. Tutto va legato al momento e alla situazione specifica. Oggi abbiamo rinnovato la squadra quasi al 100%, tranne Immobile, e la squadra ha avuto bisogno di assestamenti e purtroppo ha fatto male con le squadre abbordabili e ha fatto bene con le squadre meno abbordabili. C’è qualcosa a livello mentale e caratteriale che ha determinato queste considerazioni. Senza poi entrare nel fattore imponderabile, che non dipende da noi".
Sulla formazione.
"Ho detto a Sarri che deve giocare chi è in condizioni migliori, senza guardare in faccia nessuno. E’ una scelta che spetta a lui, non intervengo mai nelle scelte tecniche, è lui che si assume la responsabilità dell’assetto tecnico/tattico. Ho investito sull’allenatore e cerco di sostenerlo per quello che mi è consentito come società, da cui non è mai mancato il sostegno verso l’allenatore e la squadra".