Calcio
MEDIASET - Sassuolo, Empoli, Real Sociedad: rischi, avvertimenti e un sospetto per l'Inter
28.09.2023 12:32 di Napoli Magazine Fonte: Sport Mediaset

Le ultime tre partite dell'Inter hanno un filo conduttore comune: quando manca di intensità la squadra di Inzaghi perde lucidità e diventa prevedibile e vulnerabile. Poi, è vero, tra il ko contro il Sassuolo, la vittoria a Empoli e il pari con la Real Sociedad ci sono differenze, ma tutte hanno mandato ugualmente avvertimenti da non sottovalutare. Il primo riguarda la tenuta fisica: contro gli emiliani il secondo tempo ha visto i nerazzurri sulle gambe. Tutti, nessuno escluso. La stanchezza ha tolto lucidità, ha annebbiato le menti, ha cancellato le linee di passaggio. Anche le sostituzioni non hanno portato freschezza, cosa che invece era successa in Champions quando i "panchinari" avevano alzato il ritmo e risollevato la squadra (anche per un calo evidente degli avversari). Il Sassuolo, invece, non solo non si è seduto ma, al contrario, ha corso non tanto di più ma sicuramente meglio.

 

Il secondo aspetto riguarda un problema cronico dell'Inter: la concretezza sotto porta. Lo aveva sottolineato alla vigilia lo stesso Inzaghi: a Empoli l'Inter aveva chiuso in sofferenza non solo perché era rimasta in dieci per l'infortunio di Arnautovic ma anche a causa delle occasioni mancate precedentemente. L'intensità mancata con la Real Sociedad si è rivista anche col Sassuolo, così come aveva fatto capolino pure a Empoli: solo la differenza di qualità degli avversari ha determinato esiti diversi. Inzaghi ha una rosa ampia: in Champions il turnover massiccio non ha pagato, ma alla quarta partita in dieci giorni avrebbe forse dovuto ruotare alcune pedine, almeno laddove gli è possibile. Darmian non tira mai il fiato, ad esempio, e ne avrebbe invece meritato bisogno. Klaassen rappresenta una opportunità. Carlos Augusto dal primo minuto avrebbe consentito a Dimarco di respirare. Sensazioni, non sentenze. Così come quella che ci porta anche a dire che ora come ora Frattesi è più in palla di Barella. Ma qui si entra nel campo delle scelte. Scelte che davanti non sono invece possibili: Lautaro e Thuram sono imprescindibili, ma non hanno energia infinita. L'argentino in particolare appare stanco, eppure non esistono soluzioni alternative: Sanchez ora come ora non ha più di trenta minuti nella gambe. L'infortunio di Arnautovic, ma si sapeva, ha evidenziato l'unica vera incognita che già si intravedeva anche prima delle ultime tre apparizioni in questione. Su tutti questi appunti pendono infine un rischio e, forse, un sospetto che Inzaghi deve cancellare, o per lo meno allontanare, il prima possibile: la sua squadra pecca di un pizzico di supponenza. Non diciamo presunzione, ma supponenza sì. E torniamo allora al concetto iniziale: l'Inter è forte, ma non può permettersi di perdere intensità, prima di tutto mentale. Gli ultimi 270 minuti hanno mandato segnali che vanno letti e quanto prima metabolizzati.

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MEDIASET - Sassuolo, Empoli, Real Sociedad: rischi, avvertimenti e un sospetto per l'Inter

di Napoli Magazine

28/09/2023 - 12:32

Le ultime tre partite dell'Inter hanno un filo conduttore comune: quando manca di intensità la squadra di Inzaghi perde lucidità e diventa prevedibile e vulnerabile. Poi, è vero, tra il ko contro il Sassuolo, la vittoria a Empoli e il pari con la Real Sociedad ci sono differenze, ma tutte hanno mandato ugualmente avvertimenti da non sottovalutare. Il primo riguarda la tenuta fisica: contro gli emiliani il secondo tempo ha visto i nerazzurri sulle gambe. Tutti, nessuno escluso. La stanchezza ha tolto lucidità, ha annebbiato le menti, ha cancellato le linee di passaggio. Anche le sostituzioni non hanno portato freschezza, cosa che invece era successa in Champions quando i "panchinari" avevano alzato il ritmo e risollevato la squadra (anche per un calo evidente degli avversari). Il Sassuolo, invece, non solo non si è seduto ma, al contrario, ha corso non tanto di più ma sicuramente meglio.

 

Il secondo aspetto riguarda un problema cronico dell'Inter: la concretezza sotto porta. Lo aveva sottolineato alla vigilia lo stesso Inzaghi: a Empoli l'Inter aveva chiuso in sofferenza non solo perché era rimasta in dieci per l'infortunio di Arnautovic ma anche a causa delle occasioni mancate precedentemente. L'intensità mancata con la Real Sociedad si è rivista anche col Sassuolo, così come aveva fatto capolino pure a Empoli: solo la differenza di qualità degli avversari ha determinato esiti diversi. Inzaghi ha una rosa ampia: in Champions il turnover massiccio non ha pagato, ma alla quarta partita in dieci giorni avrebbe forse dovuto ruotare alcune pedine, almeno laddove gli è possibile. Darmian non tira mai il fiato, ad esempio, e ne avrebbe invece meritato bisogno. Klaassen rappresenta una opportunità. Carlos Augusto dal primo minuto avrebbe consentito a Dimarco di respirare. Sensazioni, non sentenze. Così come quella che ci porta anche a dire che ora come ora Frattesi è più in palla di Barella. Ma qui si entra nel campo delle scelte. Scelte che davanti non sono invece possibili: Lautaro e Thuram sono imprescindibili, ma non hanno energia infinita. L'argentino in particolare appare stanco, eppure non esistono soluzioni alternative: Sanchez ora come ora non ha più di trenta minuti nella gambe. L'infortunio di Arnautovic, ma si sapeva, ha evidenziato l'unica vera incognita che già si intravedeva anche prima delle ultime tre apparizioni in questione. Su tutti questi appunti pendono infine un rischio e, forse, un sospetto che Inzaghi deve cancellare, o per lo meno allontanare, il prima possibile: la sua squadra pecca di un pizzico di supponenza. Non diciamo presunzione, ma supponenza sì. E torniamo allora al concetto iniziale: l'Inter è forte, ma non può permettersi di perdere intensità, prima di tutto mentale. Gli ultimi 270 minuti hanno mandato segnali che vanno letti e quanto prima metabolizzati.

Fonte: Sport Mediaset