Sergio Conceiçao non nasconde le proprie ambizioni. Il tecnico del Milan ne ha parlato apertamente durante il Coimbra Football Congress: "Volevo andare in uno dei campionati migliori al mondo - le sue parole sulla scelta di accettare la panchina rossonera -. Sogno e punto a vincere la Champions League ed è per questo che ho scelto il mio attuale club. Sapevo le difficoltà che avrei incontrato, in un contesto in cui non ho scelto io la rosa, dove non ho tempo per allenare la squadra e dove ho l'obbligo di vincere. Tuttavia è un club storico, che può darmi la possibilità di avvicinarmi a uno degli obiettivi che ho per la mia carriera, dopo aver vinto così tanto in Portogallo".
Conceiçao, il cui futuro a Milano resta comunque in bilico, ha poi approfondito il discorso riguardante gli ostacoli incontrati fin qui: "In 30 giorni abbiamo giocato 9 partite: non abbiamo avuto tempo per allenarci, il che è estremamente complicato. Significa che non ho avuto grandi possibilità di dare una mia impronta forte alla squadra. Dopo aver vinto la Supercoppa contro l’Inter abbiamo pareggiato col Cagliari con un errore individuale, che può capitare. Da allora, ogni giorno vengono accostati nuovi allenatori al club...".
Il tecnico ha poi parlato dell'evoluzione delle filosofie di gioco: "Oggigiorno, a tutti piace costruire partendo dal basso. Anche a me piace giocare così, ma per quello servono giocatori che te lo consentano. Al Porto avevo un portiere fantastico che lo rendeva possibile (Diogo Costa) e anche al Milan ne ho uno".
Infine una riflessione sul ruolo di allenatore: "Un allenatore non deve solo capire il calcio. Se conosci solo il calcio, non sai nulla. Per un periodo della mia vita ho dovuto aiutare la mia famiglia dal punto di vista economico, sono andato ad aiutare un cugino a vendere al mercato. Ero un introverso, ma quel periodo mi ha reso quello che sono oggi. Vivete la vita con passione e tenetevi stretto ogni episodio della vostra vita".
di Napoli Magazine
23/03/2025 - 11:42
Sergio Conceiçao non nasconde le proprie ambizioni. Il tecnico del Milan ne ha parlato apertamente durante il Coimbra Football Congress: "Volevo andare in uno dei campionati migliori al mondo - le sue parole sulla scelta di accettare la panchina rossonera -. Sogno e punto a vincere la Champions League ed è per questo che ho scelto il mio attuale club. Sapevo le difficoltà che avrei incontrato, in un contesto in cui non ho scelto io la rosa, dove non ho tempo per allenare la squadra e dove ho l'obbligo di vincere. Tuttavia è un club storico, che può darmi la possibilità di avvicinarmi a uno degli obiettivi che ho per la mia carriera, dopo aver vinto così tanto in Portogallo".
Conceiçao, il cui futuro a Milano resta comunque in bilico, ha poi approfondito il discorso riguardante gli ostacoli incontrati fin qui: "In 30 giorni abbiamo giocato 9 partite: non abbiamo avuto tempo per allenarci, il che è estremamente complicato. Significa che non ho avuto grandi possibilità di dare una mia impronta forte alla squadra. Dopo aver vinto la Supercoppa contro l’Inter abbiamo pareggiato col Cagliari con un errore individuale, che può capitare. Da allora, ogni giorno vengono accostati nuovi allenatori al club...".
Il tecnico ha poi parlato dell'evoluzione delle filosofie di gioco: "Oggigiorno, a tutti piace costruire partendo dal basso. Anche a me piace giocare così, ma per quello servono giocatori che te lo consentano. Al Porto avevo un portiere fantastico che lo rendeva possibile (Diogo Costa) e anche al Milan ne ho uno".
Infine una riflessione sul ruolo di allenatore: "Un allenatore non deve solo capire il calcio. Se conosci solo il calcio, non sai nulla. Per un periodo della mia vita ho dovuto aiutare la mia famiglia dal punto di vista economico, sono andato ad aiutare un cugino a vendere al mercato. Ero un introverso, ma quel periodo mi ha reso quello che sono oggi. Vivete la vita con passione e tenetevi stretto ogni episodio della vostra vita".