A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente FIFA:
Claudio, parto con una domanda tecnica da agente. Mi fughi un dubbio: se un calciatore ha una clausola rescissoria e arriva una proposta pari a quella cifra, il club può rifiutarsi di accettarla?
"No, non può rifiutarsi. Quando una clausola rescissoria è attiva e il club riceve un’offerta pari alla cifra pattuita, non può opporsi: è un accordo che hai già siglato nel momento in cui firmi un contratto. È successo anche con Cavani ai tempi del Napoli: fissammo una clausola a 74 milioni, e una volta esercitata, non ci fu margine di trattativa. Ed aggiungo: sono accorti blindati da contratti e clausole di riservatezza: quando la cifra viene fuori, vuol dire che una delle parti in causa ha spifferato. Quelle sono informazioni riservate, accordi fatti tra dirigenti, procuratori e presidenti. Se il prezzo preciso viene fuori è perché si cerca di mettere pressione tramite i media, ma in teoria dovrebbero restare segreti".
Quindi, in sostanza, il Bologna rischia di perdere Lucumì, vista la clausola attiva fino al 10 luglio?
"Sì, si mette a rischio per questo. Quando fai i rinnovi o gli adeguamenti contrattuali, puoi inserire una clausola. Una volta presente, se viene pagata, il club non ha voce in capitolo. L’acquirente versa la cifra stabilita e prende il giocatore".
Potrebbe quindi essere che il Bologna stia facendo muro sulla cessione di Beukema al Napoli proprio per via della clausola rescissoria di Lucumì?
"Probabilmente sì. Potrebbero star aspettando di capire se qualcuno attiverà la clausola di Lucumì prima di liberare Beukema. È il classico gioco delle parti: si cerca sempre di vendere chi ha la clausola più alta o chi porta più soldi. Se hai necessità di cedere, spingi in quella direzione. È normale".
Il Napoli valuta Giovanni Simeone circa 15 milioni di euro, nonostante sia in scadenza nel 2026 e ci sia l’opzione per prolungare unilateralmente fino al 2027. Qual è, secondo lei, una valutazione realistica?
"Io credo che Simeone sia un attaccante molto sottovalutato. Dovunque è andato ha fatto bene. È stato campione d’Italia due volte, cosa che va ricordata. Gli serve solo continuità. Se fossi in club come la Fiorentina, il Genoa o anche una neopromossa, punterei su di lui. Ha sempre dato il massimo, è serio, ha cuore. Non è un top player, ma è affidabile e vincente".
Frank Kessié, dopo l’esperienza in Arabia Saudita, sembra attrarre l’interesse della Roma. Secondo lei, chi gioca per qualche anno in Arabia può poi tornare ad essere decisivo in Europa?
"È difficile. L’intensità degli allenamenti in Arabia è molto più bassa. Il calcio lì è un’altra cosa. Riattaccare la spina, soprattutto con un allenatore come Gasperini, è durissimo. Le sue preparazioni sono massacranti: quattro contro quattro a campo lungo per otto minuti, due di pausa, e si riparte. Se non hai gamba, non reggi. Prima di puntare su Kessié, bisognerebbe verificare molto bene la sua condizione fisica. È un ottimo giocatore, ma quando stai due o tre anni in un campionato non competitivo – se non per il portafoglio – è complicato rientrare a certi livelli".
Jadon Sancho alla Juventus è una pista che le piace?
"A me Sancho non piace come giocatore. Credo ci siano opzioni migliori in giro. Forse la Juve ha anche bisogno di fare un po’ di rumore mediatico. A quelle cifre, soprattutto per l’ingaggio, c’è molto di meglio. I giocatori che arrivano dall’Inghilterra spesso hanno stipendi fuori mercato, completamente scollegati dalla realtà del calcio italiano".
A proposito di valutazioni, tra Noa Lang del PSV a 25 milioni e Dan Ndoye del Bologna a 40, chi prenderebbe e perché?
"Tutta la vita Lang. È più giocatore, e il prezzo è giusto. Ndoye a 40 milioni è eccessivo. L’ho sempre detto: con Sartori, il Bologna è bottega carissima. Valutano bene i propri calciatori, sono bravi, ma poi alla fine i numeri fanno la differenza. Ndoye a 35 o 40 milioni è davvero tanto, pur con tutto il rispetto per lui".