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PER SEMPRE DIEGO - L'ex vicepresidente del Gimnasia Ferrer: "Conoscendo Maradona da vicino, ho scoperto una persona semplice, generosa, capace di gesti di una grande umanità, mi ha trasmesso qualcosa che andava oltre l’ammirazione"
25.11.2025 09:16 di Napoli Magazine
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Alejandro Ferrer, ex vicepresidente del Gimnasia, ha rilasciato un'intervista a Fanpage.it. Ecco un estratto del suo personale racconto di Diego Armando Maradona.

"Conoscendolo da vicino ho scoperto una persona profondamente diversa, semplice, generosa, capace di gesti di grande umanità”:

Com’è nata l’idea di portare Maradona al Gimnasia e quando ti sei reso conto che il sogno stava diventando realtà?

"Nel 2019. La squadra non stava vivendo un buon momento e serviva un cambio di rotta. Durante una riunione, quasi per scherzo, qualcuno disse: “E se chiamassimo Maradona?”. Io provai a far riflettere tutti: “Attenzione, Maradona non è un allenatore qualunque. Dietro di lui c’è un mondo: bisogna organizzare tutto, dalla sicurezza alla logistica, dagli spostamenti ai tifosi”. Nonostante i dubbi iniziali, cominciammo a muoverci. Contattammo prima il suo agente sportivo, poi quello legale. Quando ci dissero che Diego aveva davvero voglia di tornare ad allenare, tutto cambiò".

Prima di conoscere Diego Armando Maradona come lo immaginavi?

"Conoscevo Diego solo da spettatore. Poi, quando lo abbiamo portato al club, ho avuto la fortuna di incontrarlo davvero. Conoscendolo da vicino, ho scoperto una persona profondamente diversa: semplice, generosa, capace di gesti di una grande umanità. Mi ha trasmesso qualcosa che andava oltre l’ammirazione per l’idolo: lì è nata un’amicizia sincera. Era sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno e giorno dopo giorno ho capito che ciò che i media raccontavano non corrispondeva alla realtà: Diego era davvero un uomo umile".

Ricordi il primo incontro con Diego?

"Il fine settimana successivo alla firma non c’erano partite, così decidemmo di organizzare una grande presentazione allo stadio del Gimnasia, a porte aperte per tutti i tifosi. Fu lì che lo incontrai per la prima volta. Entrò negli spogliatoi ed era circondato da un’energia incredibile. Il presidente mi prese per un braccio e mi disse: “Vieni, voglio presentarti a Diego”. Quando te lo trovi davanti, capisci che non è un incontro come gli altri. Ti blocchi, ti manca il fiato, ti vengono le lacrime agli occhi. È un’emozione che ti travolge. Riuscii a dirgli solo: “Diego, grazie per aver accettato di allenare il Gimnasia”. Lui mi guardò, sorrise e rispose: “Non dirmelo mai più. Il riconoscente sono io: mi avete dato un lavoro”. 

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di Napoli Magazine

25/11/2025 - 09:16

Alejandro Ferrer, ex vicepresidente del Gimnasia, ha rilasciato un'intervista a Fanpage.it. Ecco un estratto del suo personale racconto di Diego Armando Maradona.

"Conoscendolo da vicino ho scoperto una persona profondamente diversa, semplice, generosa, capace di gesti di grande umanità”:

Com’è nata l’idea di portare Maradona al Gimnasia e quando ti sei reso conto che il sogno stava diventando realtà?

"Nel 2019. La squadra non stava vivendo un buon momento e serviva un cambio di rotta. Durante una riunione, quasi per scherzo, qualcuno disse: “E se chiamassimo Maradona?”. Io provai a far riflettere tutti: “Attenzione, Maradona non è un allenatore qualunque. Dietro di lui c’è un mondo: bisogna organizzare tutto, dalla sicurezza alla logistica, dagli spostamenti ai tifosi”. Nonostante i dubbi iniziali, cominciammo a muoverci. Contattammo prima il suo agente sportivo, poi quello legale. Quando ci dissero che Diego aveva davvero voglia di tornare ad allenare, tutto cambiò".

Prima di conoscere Diego Armando Maradona come lo immaginavi?

"Conoscevo Diego solo da spettatore. Poi, quando lo abbiamo portato al club, ho avuto la fortuna di incontrarlo davvero. Conoscendolo da vicino, ho scoperto una persona profondamente diversa: semplice, generosa, capace di gesti di una grande umanità. Mi ha trasmesso qualcosa che andava oltre l’ammirazione per l’idolo: lì è nata un’amicizia sincera. Era sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno e giorno dopo giorno ho capito che ciò che i media raccontavano non corrispondeva alla realtà: Diego era davvero un uomo umile".

Ricordi il primo incontro con Diego?

"Il fine settimana successivo alla firma non c’erano partite, così decidemmo di organizzare una grande presentazione allo stadio del Gimnasia, a porte aperte per tutti i tifosi. Fu lì che lo incontrai per la prima volta. Entrò negli spogliatoi ed era circondato da un’energia incredibile. Il presidente mi prese per un braccio e mi disse: “Vieni, voglio presentarti a Diego”. Quando te lo trovi davanti, capisci che non è un incontro come gli altri. Ti blocchi, ti manca il fiato, ti vengono le lacrime agli occhi. È un’emozione che ti travolge. Riuscii a dirgli solo: “Diego, grazie per aver accettato di allenare il Gimnasia”. Lui mi guardò, sorrise e rispose: “Non dirmelo mai più. Il riconoscente sono io: mi avete dato un lavoro”.