Cultura & Gossip
A NAPOLI - Dissonanzen presenta "Musica pittografica" in Sala Assoli Moscato
10.12.2025 17:05 di Napoli Magazine
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Lunedì 15 dicembre in Sala Assoli Moscato la stagione musicale di Dissonanzen propone una serata interamente dedicata alla Musica pittografica, un territorio di confine in cui la scrittura musicale, la visione grafica, il gesto e la dimensione performativa si intrecciano generando opere aperte, plurali, mutevoli.  Una dimensione ben tradotta da Umberto Eco quando, in Opera aperta, saggio del 1962, dispiega le sue armi intellettuali nel bel mezzo della trasformazione epocale e irreversibile dell’arte, indicandone gli aspetti nascenti e le forme nuovissime: “nessuna opera d’arte è in effetti chiusa, perché ciascuna racchiude, nella sua esteriore definitezza, una infinità di letture possibili”. La musica pittografica è un invito a entrare dentro il segno, a trasformare l’ascolto in gesto e immaginazione: ogni pagina si apre, ogni suono diventa possibilità.

Si inizia alle ore 18.30 con la proiezione deI sentieri di Orghè”, un film di Luigi Esposito con l’ntroduzione di Sandro Cappelletto.

I sentieri di Orghè nasce come ampliamento visivo dell’opera Orghè, trentadue sentieri dell’animo, un ciclo pianistico dedicato agli stati interiori. La forte carica immaginativa della partitura ha portato il compositore e artista Luigi Esposito a trasformarla in un progetto cinematografico articolato in trentacinque microvisioni: frammenti in cui suono, gesto, silenzio e memoria diventano paesaggi emotivi. Il film, girato tra Italia, Spagna, Germania, Francia, Portogallo e Stati Uniti, coinvolge figure centrali della cultura e della musica contemporanea, tra cui Luis de Pablo, Sylvano Bussotti, Ugo Gregoretti, Nanni Balestrini, Roberto Masotti, oltre allo stesso Sandro Cappelletto, presente per introdurre la proiezione. La collaborazione con Vincenzo Mistretta, autore di riprese, montaggio e animazione, contribuisce a un'opera che attraversa generi e linguaggi, sospesa fra videoarte, diario emotivo e teatro del gesto.

Si prosegue alle ore 20.30 con il concerto “Musica Pittografica” con Tommaso Rossi, flauti, Francesco D’Errico, pianoforte, Antonio Caggiano, percussioni.

Il concerto propone un itinerario che attraversa diverse modalità di notazione grafica e pittografica, mettendo in dialogo compositori molto diversi tra loro ma accomunati dall’idea di una scrittura capace di generare forme aperte e processi interpretativi.

Leonardo Gensini (1959) - Scritture segrete

Opera visiva e sonora realizzata a partire da pittografie del 1996. Gensini compositore, pittore, ceramista e chitarrista rock-blues, ha studiato composizione con importanti maestri del Novecento, come Domenico Guaccero, Mauro Bortolotti, Franco Donatoni e Sylvano Bussotti, concepisce la partitura come un territorio di invenzione: segni, tratti, punti, macchie d’inchiostro diventano impulsi per un percorso sonoro non predeterminato ma reso possibile da una grammatica aperta. Il compositore invita l’interprete a confrontarsi con una scrittura che si fa immagine, con la tradizione ridotta a “alfabeto” da reinventare ogni volta.

Francesco Pennisi (1934-2000) - Deragliamento

Pennisi, figura poetica e immaginifica della musica italiana del secondo Novecento, costruisce in Deragliamento un affascinante percorso di deviazioni. L’opera sembra nascere da un movimento che abbandona consapevolmente il binario per esplorare le terre laterali dell’ascolto. Suspense, sospensione, improvvisi scarti: la musica procede per continui slittamenti, come un pensiero che deraglia volontariamente per scoprire nuovi territori espressivi. Da Deragliamento gli interpreti hanno scelto una delle splendide 19 tavole, nella quale al centro si vede il volto di John Cage. Come per incanto la scrittura di Pennisi può trasformarsi in una evocazione di quella del grande compositore statunitense.

John Cage (1912-1992) - Dream

Composto nel 1948, Dream è un brano meditativo, lirico, sospeso nel tempo. Cage, figura fondamentale del XX secolo,  esplora qui una dimensione estatica del suono, lontana dalla complessità ritmica di altre sue opere. Linee musicali semplici, calme, ipnotiche, creano l’impressione di un tempo dilatato, di un ascolto che si concentra sulla risonanza e sull’impercettibile.

Sylvano Bussotti (1931-2021) - Autotono

Opera grafica e gestuale, Autotono appartiene al mondo poetico di Sylvano Bussotti, maestro della partitura come oggetto estetico, oltre che grande protagonista delle avanguardie del secondo dopo-guerra. Le sue notazioni, spesso vicine al disegno e al gesto coreografico, trasformano l’esecuzione in un atto performativo in cui l’interprete diviene co-autore. La pagina non impone, ma suggerisce: linee, curve, indicazioni sceniche, immagini diventano guida per una performance irripetibile.

Luigi Esposito (1962) - Trait d’union

Composta secondo i processi della pittografia musicale, Trait d’union è una soglia sospesa fra gesto, suono e spazio scenico. Le quattro sezioni - Avant-Gard, Esordio in scena, Public Space, Passo finale - delineano un percorso rituale in cui ogni elemento, anche casuale, entra nella struttura viva della performance. La sezione Public Space rappresenta il cuore dell’opera: è la pagina aperta, il luogo della relazione e della trasformazione, dove l’azione improvvisa diventa esperienza condivisa.

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A NAPOLI - Dissonanzen presenta "Musica pittografica" in Sala Assoli Moscato

di Napoli Magazine

10/12/2025 - 17:05

Lunedì 15 dicembre in Sala Assoli Moscato la stagione musicale di Dissonanzen propone una serata interamente dedicata alla Musica pittografica, un territorio di confine in cui la scrittura musicale, la visione grafica, il gesto e la dimensione performativa si intrecciano generando opere aperte, plurali, mutevoli.  Una dimensione ben tradotta da Umberto Eco quando, in Opera aperta, saggio del 1962, dispiega le sue armi intellettuali nel bel mezzo della trasformazione epocale e irreversibile dell’arte, indicandone gli aspetti nascenti e le forme nuovissime: “nessuna opera d’arte è in effetti chiusa, perché ciascuna racchiude, nella sua esteriore definitezza, una infinità di letture possibili”. La musica pittografica è un invito a entrare dentro il segno, a trasformare l’ascolto in gesto e immaginazione: ogni pagina si apre, ogni suono diventa possibilità.

Si inizia alle ore 18.30 con la proiezione deI sentieri di Orghè”, un film di Luigi Esposito con l’ntroduzione di Sandro Cappelletto.

I sentieri di Orghè nasce come ampliamento visivo dell’opera Orghè, trentadue sentieri dell’animo, un ciclo pianistico dedicato agli stati interiori. La forte carica immaginativa della partitura ha portato il compositore e artista Luigi Esposito a trasformarla in un progetto cinematografico articolato in trentacinque microvisioni: frammenti in cui suono, gesto, silenzio e memoria diventano paesaggi emotivi. Il film, girato tra Italia, Spagna, Germania, Francia, Portogallo e Stati Uniti, coinvolge figure centrali della cultura e della musica contemporanea, tra cui Luis de Pablo, Sylvano Bussotti, Ugo Gregoretti, Nanni Balestrini, Roberto Masotti, oltre allo stesso Sandro Cappelletto, presente per introdurre la proiezione. La collaborazione con Vincenzo Mistretta, autore di riprese, montaggio e animazione, contribuisce a un'opera che attraversa generi e linguaggi, sospesa fra videoarte, diario emotivo e teatro del gesto.

Si prosegue alle ore 20.30 con il concerto “Musica Pittografica” con Tommaso Rossi, flauti, Francesco D’Errico, pianoforte, Antonio Caggiano, percussioni.

Il concerto propone un itinerario che attraversa diverse modalità di notazione grafica e pittografica, mettendo in dialogo compositori molto diversi tra loro ma accomunati dall’idea di una scrittura capace di generare forme aperte e processi interpretativi.

Leonardo Gensini (1959) - Scritture segrete

Opera visiva e sonora realizzata a partire da pittografie del 1996. Gensini compositore, pittore, ceramista e chitarrista rock-blues, ha studiato composizione con importanti maestri del Novecento, come Domenico Guaccero, Mauro Bortolotti, Franco Donatoni e Sylvano Bussotti, concepisce la partitura come un territorio di invenzione: segni, tratti, punti, macchie d’inchiostro diventano impulsi per un percorso sonoro non predeterminato ma reso possibile da una grammatica aperta. Il compositore invita l’interprete a confrontarsi con una scrittura che si fa immagine, con la tradizione ridotta a “alfabeto” da reinventare ogni volta.

Francesco Pennisi (1934-2000) - Deragliamento

Pennisi, figura poetica e immaginifica della musica italiana del secondo Novecento, costruisce in Deragliamento un affascinante percorso di deviazioni. L’opera sembra nascere da un movimento che abbandona consapevolmente il binario per esplorare le terre laterali dell’ascolto. Suspense, sospensione, improvvisi scarti: la musica procede per continui slittamenti, come un pensiero che deraglia volontariamente per scoprire nuovi territori espressivi. Da Deragliamento gli interpreti hanno scelto una delle splendide 19 tavole, nella quale al centro si vede il volto di John Cage. Come per incanto la scrittura di Pennisi può trasformarsi in una evocazione di quella del grande compositore statunitense.

John Cage (1912-1992) - Dream

Composto nel 1948, Dream è un brano meditativo, lirico, sospeso nel tempo. Cage, figura fondamentale del XX secolo,  esplora qui una dimensione estatica del suono, lontana dalla complessità ritmica di altre sue opere. Linee musicali semplici, calme, ipnotiche, creano l’impressione di un tempo dilatato, di un ascolto che si concentra sulla risonanza e sull’impercettibile.

Sylvano Bussotti (1931-2021) - Autotono

Opera grafica e gestuale, Autotono appartiene al mondo poetico di Sylvano Bussotti, maestro della partitura come oggetto estetico, oltre che grande protagonista delle avanguardie del secondo dopo-guerra. Le sue notazioni, spesso vicine al disegno e al gesto coreografico, trasformano l’esecuzione in un atto performativo in cui l’interprete diviene co-autore. La pagina non impone, ma suggerisce: linee, curve, indicazioni sceniche, immagini diventano guida per una performance irripetibile.

Luigi Esposito (1962) - Trait d’union

Composta secondo i processi della pittografia musicale, Trait d’union è una soglia sospesa fra gesto, suono e spazio scenico. Le quattro sezioni - Avant-Gard, Esordio in scena, Public Space, Passo finale - delineano un percorso rituale in cui ogni elemento, anche casuale, entra nella struttura viva della performance. La sezione Public Space rappresenta il cuore dell’opera: è la pagina aperta, il luogo della relazione e della trasformazione, dove l’azione improvvisa diventa esperienza condivisa.