Il 4 dicembre 2025 a cinquant’anni dalla scomparsa di Hannah Arendt, l’associazione Filosofia fuori le Mura promuove un incontro aperto alla cittadinanza con Nino Daniele e Giuseppe Ferraro.
L'evento, dal titolo Hannah Arendt e la felicità pubblica, si tiene a Napoli, nella Cappella del Pontano in Piazzetta Pietrasanta 15, dalle ore 18.
Politologa, filosofa e storica, si può considerare la più grande pensatrice politica del ventesimo secolo. Il suo lavoro continua a influenzare il pensiero contemporaneo perché ha riflettuto su molte questioni che ancora ci preoccupano, come la confusione tra fatti e opinioni, la crisi della cultura e il totalitarismo. Ci ha insegnato che la banalità del male è non pensare, non rendersi conto, non rispondere di quel accade, adeguarsi a quel che si dice, senza dargli senso, senza avere anima.
Dopo l’incontro segue la proiezione del film 'Hannah Arendt' di Margarethe von Trotta.
Giuseppe Ferraro, nella sua presentazione afferma: La guerra la stiamo vivendo, nello sterminio di Gaza e nella spartizione dell’Ucraina. Si è rovesciato un cammino che dal totalitarismo ci ha portato al valore della resistenza contro il male. Siamo finiti nel cammino inverso, ci siamo persi per strada, non ci abbiamo pensato. Il totalitarismo è digitale, la guerra si fa dal cloud, dall’AI. Si dice di temere l’Intelligenza artificiale perché possa pensare. In realtà non pensa, in verità non ci fa più pensare.Hannah Arendt dava al pensare la voce di Cassandra. La stessa di Rosa Luxemburg e di Simon Weil. Voci senza partito, perché del partito preso della vita. Pensare non è riferito a questa e quella cosa, a questo o quel calcolo d’interesse. Pensare non è stare da una parte contro un'altra. Pensare è agire in un mondo comune, per un mondo comune, vivere il presente nell’agire preservando quella felicità pubblica che lei chiamava anche il “tesoro nascosto” di ogni rivoluzione che si fa presto a perdere quando il Potere diventa la proprietà di uno o di un partito al Potere.
La condizione umana è vivere in relazione e separazione, parlarsi, nelle differenze, nello stupirsi del proprio non sapere, sapendo che l’altro/a è il proprio non sapere.
di Napoli Magazine
01/12/2025 - 14:57
Il 4 dicembre 2025 a cinquant’anni dalla scomparsa di Hannah Arendt, l’associazione Filosofia fuori le Mura promuove un incontro aperto alla cittadinanza con Nino Daniele e Giuseppe Ferraro.
L'evento, dal titolo Hannah Arendt e la felicità pubblica, si tiene a Napoli, nella Cappella del Pontano in Piazzetta Pietrasanta 15, dalle ore 18.
Politologa, filosofa e storica, si può considerare la più grande pensatrice politica del ventesimo secolo. Il suo lavoro continua a influenzare il pensiero contemporaneo perché ha riflettuto su molte questioni che ancora ci preoccupano, come la confusione tra fatti e opinioni, la crisi della cultura e il totalitarismo. Ci ha insegnato che la banalità del male è non pensare, non rendersi conto, non rispondere di quel accade, adeguarsi a quel che si dice, senza dargli senso, senza avere anima.
Dopo l’incontro segue la proiezione del film 'Hannah Arendt' di Margarethe von Trotta.
Giuseppe Ferraro, nella sua presentazione afferma: La guerra la stiamo vivendo, nello sterminio di Gaza e nella spartizione dell’Ucraina. Si è rovesciato un cammino che dal totalitarismo ci ha portato al valore della resistenza contro il male. Siamo finiti nel cammino inverso, ci siamo persi per strada, non ci abbiamo pensato. Il totalitarismo è digitale, la guerra si fa dal cloud, dall’AI. Si dice di temere l’Intelligenza artificiale perché possa pensare. In realtà non pensa, in verità non ci fa più pensare.Hannah Arendt dava al pensare la voce di Cassandra. La stessa di Rosa Luxemburg e di Simon Weil. Voci senza partito, perché del partito preso della vita. Pensare non è riferito a questa e quella cosa, a questo o quel calcolo d’interesse. Pensare non è stare da una parte contro un'altra. Pensare è agire in un mondo comune, per un mondo comune, vivere il presente nell’agire preservando quella felicità pubblica che lei chiamava anche il “tesoro nascosto” di ogni rivoluzione che si fa presto a perdere quando il Potere diventa la proprietà di uno o di un partito al Potere.
La condizione umana è vivere in relazione e separazione, parlarsi, nelle differenze, nello stupirsi del proprio non sapere, sapendo che l’altro/a è il proprio non sapere.