Cultura & Gossip
CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - Le confusioni di Miale, Il canto sulla polvere e Ostermaier sull'amore di Pasolini per il calcio
29.06.2025 11:11 di Napoli Magazine
Giugno lascia il testimone a luglio, ma non cambia lo schema vincente del Campania Teatro Festival. Con tre proposte teatrali, un concerto ricco di suggestioni e  un film tratto da una storia vera di femminicidio a comporre la proposta complessiva del 1° luglio.
Cinque quadri scenici e altrettante declinazioni diverse della verità, in un curioso sovrapporsi di immagini e parole. Questo è il gioco teatrale di “Confusioni” del drammaturgo britannico Alan Ayckbourn, lo spettacolo atteso al Sannazaro alle 21. “La vicina di casa ed il marito non rimproverano alla “Figura materna” il suo comportamento maternamente parossistico, ma anzi diventano essi stessi bambini. Harry, marito scontento in trasferta di lavoro, corteggia goffamente “Al bar”, laddove una immediata rivelazione delle sue intenzioni avrebbe avuto forse un successo immediato sulle due svagate e annoiate stagiste; due coppie di coniugi battibeccano furiosamente ad un ristorante, “Tra un boccone e l’altro”, incuranti di un imperturbabile maitre ed ancor di più dell’inutilità dell’essere altrove dalle proprie case; tutti i protagonisti della “Festa di Gosforth” continuano a dibattersi  per la  buona riuscita di un evento che sembra fondamentale per la loro vita mentre gli accadimenti farseschi lo rendono invece  progressivamente secondario, e poi insignificante, e poi ancora meno……  La verità fa capolino ed esplode poi fragorosa quando i protagonisti, scambiandosi, come da titolo del quadro finale, “Due chiacchiere al parco”, parlano con sincerità, ma nessuno, anche ora, ascolta l’altro.  Forse perché è ormai troppo tardi e sullo spettacolo (o sulla vita?) cala la tela. Peccato per la vita. Sarebbe stato sufficiente sentire e guardare per riconoscersi. Meglio per il teatro. Capire quasi mai fa rima con ridere”, scrive il regista Peppe Miale. In scena Angela de Matteo, Massimo de MatteoLuciano Giugliano e Stefania Remino. Con la partecipazione di Ernesto LamaDurata 120 minuti (con intervallo).
 
Un’invocazione all’amore come pratica rivoluzionaria contro l’ordine del mondo, all’arte come scelta di vita. Questo è invece “Il canto sulla polvere - Invocazione a Ingeborg Bachmann” di e con Alessandra Chieli, in scena il 1° luglio alle 22 al teatro Tedér. Un processo surreale in cui Dio è chiamato a rispondere del dolore e dell’amore, mentre due giovani — Jennifer e Jan — rivivono, tra flashback e visioni, la loro storia. Tra poesia, interrogatori, scoiattoli messaggeri e stanze d’albergo, si consuma un atto d’accusa contro l’oblio e l’indifferenza. Un tributo alla scrittura radicale e visionaria di Ingeborg Bachmann, dove la lingua è fuoco e ferita, sogno e resistenza. La regia è di Alessandra Chieli, il disegno coreografico di Julianne Ricciardi, le musiche originali di Michele Mandrelli e Toni Virgillito. Durata 55 minuti.
 
Al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale alle ore 21 per la sezione SportOpera, scende in campo “Il gioco sacro”, liberamente tratto da “Reportage sul dio di Pier Paolo Pasolini, con Riccardo Festa. Musiche eseguite dal vivo da Francesco Forni. Il testo è di Albert Ostermaier.
Pasolini amava il calcio. Suona contraddittorio. Quasi blasfemo. Addirittura implausibile. Come se la levatura intellettuale del Poeta, il portato etico della sua scrittura e quello politico di un’azione artistica mai disgiunta da quella civile, non potessero abbassarsi ad un piacere così triviale.
Eppure a Pasolini il calcio piaceva proprio tanto. Giocava partite interminabili con un agonismo insospettabile, che fossero squadre di ragazzetti di borgata o sfide tra colleghi e amici. Era tifoso del Bologna. Commentava con competenza formazioni e moduli tattici.
E, soprattutto, ne ragionava e ne scriveva. Immaginava storie e scenari, cercava intorno al fatto sportivo il suo episteme, la ragione di uno spazio che ne creasse i presupposti e gli esiti.
Lo colpiva la dimensione collettiva e rituale, la danza tribale delle domeniche tra bar, stadio e radiocronache, l’eterna predisposizione del maschio a dividersi in tribù, a creare affiliazioni inattese e alleanze improbabili. Coglieva del calcio la dimensione sacra, inscindibile dal gioco stesso, quella partecipazione collettiva che portava ad isterismi e passioni destinate solitamente al culto, una moderna religione, con santi e miracoli annessi. Impossibile da snobbare. Impossibile per Pier Paolo non calarsi nel gioco totalmente, con quella furia di vivere che lo ha sempre segnato. La regia è di Riccardo FestaDurata 75 minuti.
Sempre a Palazzo Reale, ma al Teatro di Corte, per la sezione Cinema sarà proiettato alle 21 “Io ti conosco” con la regia di Laura Angiulli che sarà presente all’evento. Due storie corrono parallele nello sviluppo della trama: la prima asseconda la vicenda di vita della protagonista Nina e si sviluppa parallelamente all’andamento del film. L’altra invece prende le mosse dal filmato che Nina va costruendo in qualità di montatrice, e che ha come tema un dramma della gelosia, con tragico epilogo. Durata 90 minuti.
Palazzo Reale continua a ospitare anche le serate del Dopofestival al Giardino Romantico, a cura di Drop Eventi. Alle 22.30 Fabrizio Bosso alla tromba e Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, una delle più grandi coppie del jazz italiano di oggi, regaleranno emozioni musicali con “Il cielo è pieno di stelle”, un concerto interamente dedicato alle interpretazioni originali di brani del repertorio di Pino Daniele.
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.
 
ULTIMISSIME CULTURA & GOSSIP
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
CAMPANIA TEATRO FESTIVAL - Le confusioni di Miale, Il canto sulla polvere e Ostermaier sull'amore di Pasolini per il calcio

di Napoli Magazine

29/06/2025 - 11:11

Giugno lascia il testimone a luglio, ma non cambia lo schema vincente del Campania Teatro Festival. Con tre proposte teatrali, un concerto ricco di suggestioni e  un film tratto da una storia vera di femminicidio a comporre la proposta complessiva del 1° luglio.
Cinque quadri scenici e altrettante declinazioni diverse della verità, in un curioso sovrapporsi di immagini e parole. Questo è il gioco teatrale di “Confusioni” del drammaturgo britannico Alan Ayckbourn, lo spettacolo atteso al Sannazaro alle 21. “La vicina di casa ed il marito non rimproverano alla “Figura materna” il suo comportamento maternamente parossistico, ma anzi diventano essi stessi bambini. Harry, marito scontento in trasferta di lavoro, corteggia goffamente “Al bar”, laddove una immediata rivelazione delle sue intenzioni avrebbe avuto forse un successo immediato sulle due svagate e annoiate stagiste; due coppie di coniugi battibeccano furiosamente ad un ristorante, “Tra un boccone e l’altro”, incuranti di un imperturbabile maitre ed ancor di più dell’inutilità dell’essere altrove dalle proprie case; tutti i protagonisti della “Festa di Gosforth” continuano a dibattersi  per la  buona riuscita di un evento che sembra fondamentale per la loro vita mentre gli accadimenti farseschi lo rendono invece  progressivamente secondario, e poi insignificante, e poi ancora meno……  La verità fa capolino ed esplode poi fragorosa quando i protagonisti, scambiandosi, come da titolo del quadro finale, “Due chiacchiere al parco”, parlano con sincerità, ma nessuno, anche ora, ascolta l’altro.  Forse perché è ormai troppo tardi e sullo spettacolo (o sulla vita?) cala la tela. Peccato per la vita. Sarebbe stato sufficiente sentire e guardare per riconoscersi. Meglio per il teatro. Capire quasi mai fa rima con ridere”, scrive il regista Peppe Miale. In scena Angela de Matteo, Massimo de MatteoLuciano Giugliano e Stefania Remino. Con la partecipazione di Ernesto LamaDurata 120 minuti (con intervallo).
 
Un’invocazione all’amore come pratica rivoluzionaria contro l’ordine del mondo, all’arte come scelta di vita. Questo è invece “Il canto sulla polvere - Invocazione a Ingeborg Bachmann” di e con Alessandra Chieli, in scena il 1° luglio alle 22 al teatro Tedér. Un processo surreale in cui Dio è chiamato a rispondere del dolore e dell’amore, mentre due giovani — Jennifer e Jan — rivivono, tra flashback e visioni, la loro storia. Tra poesia, interrogatori, scoiattoli messaggeri e stanze d’albergo, si consuma un atto d’accusa contro l’oblio e l’indifferenza. Un tributo alla scrittura radicale e visionaria di Ingeborg Bachmann, dove la lingua è fuoco e ferita, sogno e resistenza. La regia è di Alessandra Chieli, il disegno coreografico di Julianne Ricciardi, le musiche originali di Michele Mandrelli e Toni Virgillito. Durata 55 minuti.
 
Al Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale alle ore 21 per la sezione SportOpera, scende in campo “Il gioco sacro”, liberamente tratto da “Reportage sul dio di Pier Paolo Pasolini, con Riccardo Festa. Musiche eseguite dal vivo da Francesco Forni. Il testo è di Albert Ostermaier.
Pasolini amava il calcio. Suona contraddittorio. Quasi blasfemo. Addirittura implausibile. Come se la levatura intellettuale del Poeta, il portato etico della sua scrittura e quello politico di un’azione artistica mai disgiunta da quella civile, non potessero abbassarsi ad un piacere così triviale.
Eppure a Pasolini il calcio piaceva proprio tanto. Giocava partite interminabili con un agonismo insospettabile, che fossero squadre di ragazzetti di borgata o sfide tra colleghi e amici. Era tifoso del Bologna. Commentava con competenza formazioni e moduli tattici.
E, soprattutto, ne ragionava e ne scriveva. Immaginava storie e scenari, cercava intorno al fatto sportivo il suo episteme, la ragione di uno spazio che ne creasse i presupposti e gli esiti.
Lo colpiva la dimensione collettiva e rituale, la danza tribale delle domeniche tra bar, stadio e radiocronache, l’eterna predisposizione del maschio a dividersi in tribù, a creare affiliazioni inattese e alleanze improbabili. Coglieva del calcio la dimensione sacra, inscindibile dal gioco stesso, quella partecipazione collettiva che portava ad isterismi e passioni destinate solitamente al culto, una moderna religione, con santi e miracoli annessi. Impossibile da snobbare. Impossibile per Pier Paolo non calarsi nel gioco totalmente, con quella furia di vivere che lo ha sempre segnato. La regia è di Riccardo FestaDurata 75 minuti.
Sempre a Palazzo Reale, ma al Teatro di Corte, per la sezione Cinema sarà proiettato alle 21 “Io ti conosco” con la regia di Laura Angiulli che sarà presente all’evento. Due storie corrono parallele nello sviluppo della trama: la prima asseconda la vicenda di vita della protagonista Nina e si sviluppa parallelamente all’andamento del film. L’altra invece prende le mosse dal filmato che Nina va costruendo in qualità di montatrice, e che ha come tema un dramma della gelosia, con tragico epilogo. Durata 90 minuti.
Palazzo Reale continua a ospitare anche le serate del Dopofestival al Giardino Romantico, a cura di Drop Eventi. Alle 22.30 Fabrizio Bosso alla tromba e Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, una delle più grandi coppie del jazz italiano di oggi, regaleranno emozioni musicali con “Il cielo è pieno di stelle”, un concerto interamente dedicato alle interpretazioni originali di brani del repertorio di Pino Daniele.
Il Campania Teatro Festival, realizzato con il sostegno concreto della Regione Campania e un contributo annuo del Ministero della Cultura, è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival diretta da Ruggero Cappuccio e presieduta da Alessandro Barbano.