Venerdì 5 dicembre alle ore 18, nel Foyer del Teatro Mercadante, si terrà la presentazione di due importanti pubblicazioni edite da Einaudi: Teatro di Fabrizia Ramondino, a cura di Ippolita di Majo, e Il filo di mezzogiorno di Goliarda Sapienza nella versione teatrale firmata dalla stessa di Majo. Un incontro dedicato alla parola scenica e a due voci centrali della letteratura italiana del Novecento. In dialogo con l’autrice interverranno Roberto Andò e Viola Ardone.
Fabrizia Ramondino
Teatro
Tredici metri di stoffa turchese per foderare due divani
Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo
Poggio senese con masso, vagabondo, gitanti
Caffè degli specchi
A cura di Ippolita di Majo
Fabrizia Ramondino è una delle voci piú rilevanti del secondo Novecento italiano. A rileggere oggi il suo lavoro, ci si accorge di come abbia saputo creare un genere di scrittura che sta al confine tra il saggio e la narrazione, secondo una pratica ormai diffusa in alcune delle espressioni letterarie piú significative del nostro tempo. Dopo i romanzi, i racconti, le poesie, i saggi e gli interventi di critica militante, abbiamo adesso il suo lavoro per il teatro, quasi del tutto sconosciuto.
Ramondino cominciò a scrivere per il teatro dopo l’esperienza della sceneggiatura di Morte di un matematico napoletano, scritta insieme a Mario Martone. Secondo l’amico regista, fu il «folgorante incontro» con l’opera di Thomas Bernhard a spingerla verso la scrittura teatrale. Come sottolinea Ippolita di Majo nella sua introduzione, «nella ricerca dell’unicità della voce poetica attinge a zone profonde della mente e del ricordo, dando vita a personaggi che non si dimenticano. La parola fluisce con libertà assoluta, con il suo dolore, ma anche con il gusto del gioco e dell’ironia. I personaggi che prendono vita dalla sua penna stanno sul bordo di territori della mente inesplorabili».
Il volume riunisce quattro opere inedite e di grande forza espressiva: il ritratto di una scrittrice che ha saputo interrogare i tanti aspetti della realtà intrecciando difficoltà e tensioni esistenziali con passione e disincanto.
EINAUDI. COLLEZIONE DI TEATRO
Goliarda Sapienza
Il filo di mezzogiorno
Versione teatrale di Ippolita di Majo
EINAUDI. COLLEZIONE DI TEATRO
Il filo di mezzogiorno è il secondo romanzo che Goliarda Sapienza ha pubblicato, nel 1969. Racconta l’esperienza psicoanalitica dell’autrice, il complesso rapporto con l’analista e, attraverso le varie sedute, tutto il percorso della sua vita, a partire dal trasferimento dalla Sicilia a Roma e dai corsi di arte drammatica che tanta parte avrebbero avuto per la sua formazione.
Nella versione teatrale ricavata da Ippolita di Majo ci sono due piani scenici che si sovrappongono in continuazione: quello onirico e delirante di Goliarda e quello, piú realistico (ma fino a che punto?) delle sedute col suo psicoanalista. Attraverso l’alternarsi e il confondersi di questi due piani Goliarda insegue la sua memoria, le sensazioni, le libere associazioni recuperando a poco a poco la coscienza della propria identità, ottenebrata dal ricovero in clinica psichiatrica e dai ripetuti elettroshock. Il duro e ambiguo corpo a corpo con l’analista sembra finire, a volte, per invertire i ruoli dei due personaggi.
Il testo è stato rappresentato con molto successo al Teatro Mercadante di Napoli, al Carignano di Torino, all’Argentina di Roma, al Parenti di Milano e in altri teatri italiani, con Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco e la regia di Mario Martone.

di Napoli Magazine
03/12/2025 - 13:05
Venerdì 5 dicembre alle ore 18, nel Foyer del Teatro Mercadante, si terrà la presentazione di due importanti pubblicazioni edite da Einaudi: Teatro di Fabrizia Ramondino, a cura di Ippolita di Majo, e Il filo di mezzogiorno di Goliarda Sapienza nella versione teatrale firmata dalla stessa di Majo. Un incontro dedicato alla parola scenica e a due voci centrali della letteratura italiana del Novecento. In dialogo con l’autrice interverranno Roberto Andò e Viola Ardone.
Fabrizia Ramondino
Teatro
Tredici metri di stoffa turchese per foderare due divani
Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo
Poggio senese con masso, vagabondo, gitanti
Caffè degli specchi
A cura di Ippolita di Majo
Fabrizia Ramondino è una delle voci piú rilevanti del secondo Novecento italiano. A rileggere oggi il suo lavoro, ci si accorge di come abbia saputo creare un genere di scrittura che sta al confine tra il saggio e la narrazione, secondo una pratica ormai diffusa in alcune delle espressioni letterarie piú significative del nostro tempo. Dopo i romanzi, i racconti, le poesie, i saggi e gli interventi di critica militante, abbiamo adesso il suo lavoro per il teatro, quasi del tutto sconosciuto.
Ramondino cominciò a scrivere per il teatro dopo l’esperienza della sceneggiatura di Morte di un matematico napoletano, scritta insieme a Mario Martone. Secondo l’amico regista, fu il «folgorante incontro» con l’opera di Thomas Bernhard a spingerla verso la scrittura teatrale. Come sottolinea Ippolita di Majo nella sua introduzione, «nella ricerca dell’unicità della voce poetica attinge a zone profonde della mente e del ricordo, dando vita a personaggi che non si dimenticano. La parola fluisce con libertà assoluta, con il suo dolore, ma anche con il gusto del gioco e dell’ironia. I personaggi che prendono vita dalla sua penna stanno sul bordo di territori della mente inesplorabili».
Il volume riunisce quattro opere inedite e di grande forza espressiva: il ritratto di una scrittrice che ha saputo interrogare i tanti aspetti della realtà intrecciando difficoltà e tensioni esistenziali con passione e disincanto.
EINAUDI. COLLEZIONE DI TEATRO
Goliarda Sapienza
Il filo di mezzogiorno
Versione teatrale di Ippolita di Majo
EINAUDI. COLLEZIONE DI TEATRO
Il filo di mezzogiorno è il secondo romanzo che Goliarda Sapienza ha pubblicato, nel 1969. Racconta l’esperienza psicoanalitica dell’autrice, il complesso rapporto con l’analista e, attraverso le varie sedute, tutto il percorso della sua vita, a partire dal trasferimento dalla Sicilia a Roma e dai corsi di arte drammatica che tanta parte avrebbero avuto per la sua formazione.
Nella versione teatrale ricavata da Ippolita di Majo ci sono due piani scenici che si sovrappongono in continuazione: quello onirico e delirante di Goliarda e quello, piú realistico (ma fino a che punto?) delle sedute col suo psicoanalista. Attraverso l’alternarsi e il confondersi di questi due piani Goliarda insegue la sua memoria, le sensazioni, le libere associazioni recuperando a poco a poco la coscienza della propria identità, ottenebrata dal ricovero in clinica psichiatrica e dai ripetuti elettroshock. Il duro e ambiguo corpo a corpo con l’analista sembra finire, a volte, per invertire i ruoli dei due personaggi.
Il testo è stato rappresentato con molto successo al Teatro Mercadante di Napoli, al Carignano di Torino, all’Argentina di Roma, al Parenti di Milano e in altri teatri italiani, con Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco e la regia di Mario Martone.
