Come ha avuto inizio la grande avventura scientifica moderna relativa alla scoperta e allo studio dei corpi celesti e del cosmo? Come le strumentazioni di secoli fa siano i progenitori delle innovative tecnologie con cui oggi si osserva lo spazio?
Questi i temi al centro dell'appuntamento de 'La settimana dei giganti', iniziativa dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.
La manifestazione, alla sua prima edizione, rientra nelle attività del programma culturale d’Ateneo F2Cultura. L'appuntamento è per venerdì 14 febbraio, alle 15, nella sala Ciliberto del Centro congressi di Monte Sant'Angelo. Ad aprire l'iniziativa saranno i saluti della prorettrice, Angela Zampella.
La riflessione partirà dal 'Sidereus Nuncius, l'annuncio delle meraviglie del cielo', opera scritta dal matematico Galileo Galilei che apparve nelle librerie del Ducato di Venezia nel marzo 1610. A parlare con i ragazzi dello spazio e dei corpi celesti sarà Giovanni Covone, docente di Astrofisica, cosmologia e scienza dello spazio del Dipartimento di fisica 'E. Pancini' della Federico II, insignito nel 2024 del Premio Asimov per la divulgazione scientifica. "I telescopi spaziali di oggi che si spingono fin quasi ai confini dell'universo osservabile - spiega Covone - sono i 'nipoti' del cannocchiale di Galileo che, per primo, nell'inverno fra il 1609 e il 1610, puntò verso le stelle un 'cannone occhiale' e scoprì le montagne sulla Luna, i satelliti di Giove e le innumerevoli stelle della via Lattea, svelando le prime meraviglie celesti invisibili all'occhio nudo. E come il libro di Galilei mette insieme poesia e scienza, allo stesso modo le meravigliose immagini di galassie e pianeti lontani che vediamo ogni giorno sono anch'esse una sintesi di arte e scienza".
Obiettivo dell'evento è presentare ad un pubblico di giovani e giovanissimi alcuni contributi rilevanti ispirati a due figure di scienziati nati a metà del mese di febbraio, a quasi 250 anni di distanza l'uno dall'altro, fondamentali per lo sviluppo delle scienze moderne: Galileo Galilei e Charles Darwin.
Nel corso della giornata, infatti, ci sarà anche una sezione dal titolo 'Da Lucy a Donald, cinquant'anni di evoluzione e devoluzione di homo', affidata a Pasquale Raia, docente di Paleontologia e paleoecologia del Dipartimento di scienze della Terra, dell'ambiente e delle risorse (DiSTAR) della Federico II. Nel novembre del 1974, Donald Johanson scopriva i resti di Lucy, un australopiteco vissuto oltre 3 milioni di anni fa. In cinquant'anni di scoperte la paleoantropologia è cambiata nei metodi, nelle conoscenze e nella scoperta di cosa siamo, da dove veniamo, e come abbiamo raggirato l'evoluzione.
Nella prima giornata, giovedì 13 febbraio, introdotta dai saluti istituzionali di Andrea Prota, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base (SPSB), sono intervenuti Massimo Della Valle, Accademico dei Lincei e Dirigente di Ricerca dell'INAF-OAC, con ‘Sulle spalle dei giganti: Galileo e la rivoluzione astronomica'. ‘La figura di Galileo è straordinaria, incarna il coraggio: sfidare l'autorità con il potere della ragione e allo stesso tempo segnare l'origine della scienza moderna, aprendo la strada a una nuova visione del mondo’.
E Alessia Nava del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo facciali di Sapienza Università di Roma, su ‘Cosa rivelano i denti sull'evoluzione umana'. I denti, infatti, sono un archivio della storia Biologica individuale e forniscono informazioni sull'evoluzione umana impossibili da ottenere con altre fonti.
Hanno moderato gli interventi gli scienziati i federiciani Mariafelicia De Laurentis e Luigi Laino.
La 'Settimana dei giganti' è un evento promosso da F2Cultura e dai Dipartimenti di biologia e di fisica 'E. Pancini', dal Centro musei delle Scienze naturali e fisiche, dal Centro museale 'Musei delle Scienze agrarie' dell'Ateneo federiciano, gode del patrocinio di Neapolis 2500 e prevede una stretta collaborazione anche con la Stazione zoologica Anton Dohrn.
di Napoli Magazine
13/02/2025 - 18:30
Come ha avuto inizio la grande avventura scientifica moderna relativa alla scoperta e allo studio dei corpi celesti e del cosmo? Come le strumentazioni di secoli fa siano i progenitori delle innovative tecnologie con cui oggi si osserva lo spazio?
Questi i temi al centro dell'appuntamento de 'La settimana dei giganti', iniziativa dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.
La manifestazione, alla sua prima edizione, rientra nelle attività del programma culturale d’Ateneo F2Cultura. L'appuntamento è per venerdì 14 febbraio, alle 15, nella sala Ciliberto del Centro congressi di Monte Sant'Angelo. Ad aprire l'iniziativa saranno i saluti della prorettrice, Angela Zampella.
La riflessione partirà dal 'Sidereus Nuncius, l'annuncio delle meraviglie del cielo', opera scritta dal matematico Galileo Galilei che apparve nelle librerie del Ducato di Venezia nel marzo 1610. A parlare con i ragazzi dello spazio e dei corpi celesti sarà Giovanni Covone, docente di Astrofisica, cosmologia e scienza dello spazio del Dipartimento di fisica 'E. Pancini' della Federico II, insignito nel 2024 del Premio Asimov per la divulgazione scientifica. "I telescopi spaziali di oggi che si spingono fin quasi ai confini dell'universo osservabile - spiega Covone - sono i 'nipoti' del cannocchiale di Galileo che, per primo, nell'inverno fra il 1609 e il 1610, puntò verso le stelle un 'cannone occhiale' e scoprì le montagne sulla Luna, i satelliti di Giove e le innumerevoli stelle della via Lattea, svelando le prime meraviglie celesti invisibili all'occhio nudo. E come il libro di Galilei mette insieme poesia e scienza, allo stesso modo le meravigliose immagini di galassie e pianeti lontani che vediamo ogni giorno sono anch'esse una sintesi di arte e scienza".
Obiettivo dell'evento è presentare ad un pubblico di giovani e giovanissimi alcuni contributi rilevanti ispirati a due figure di scienziati nati a metà del mese di febbraio, a quasi 250 anni di distanza l'uno dall'altro, fondamentali per lo sviluppo delle scienze moderne: Galileo Galilei e Charles Darwin.
Nel corso della giornata, infatti, ci sarà anche una sezione dal titolo 'Da Lucy a Donald, cinquant'anni di evoluzione e devoluzione di homo', affidata a Pasquale Raia, docente di Paleontologia e paleoecologia del Dipartimento di scienze della Terra, dell'ambiente e delle risorse (DiSTAR) della Federico II. Nel novembre del 1974, Donald Johanson scopriva i resti di Lucy, un australopiteco vissuto oltre 3 milioni di anni fa. In cinquant'anni di scoperte la paleoantropologia è cambiata nei metodi, nelle conoscenze e nella scoperta di cosa siamo, da dove veniamo, e come abbiamo raggirato l'evoluzione.
Nella prima giornata, giovedì 13 febbraio, introdotta dai saluti istituzionali di Andrea Prota, Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base (SPSB), sono intervenuti Massimo Della Valle, Accademico dei Lincei e Dirigente di Ricerca dell'INAF-OAC, con ‘Sulle spalle dei giganti: Galileo e la rivoluzione astronomica'. ‘La figura di Galileo è straordinaria, incarna il coraggio: sfidare l'autorità con il potere della ragione e allo stesso tempo segnare l'origine della scienza moderna, aprendo la strada a una nuova visione del mondo’.
E Alessia Nava del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo facciali di Sapienza Università di Roma, su ‘Cosa rivelano i denti sull'evoluzione umana'. I denti, infatti, sono un archivio della storia Biologica individuale e forniscono informazioni sull'evoluzione umana impossibili da ottenere con altre fonti.
Hanno moderato gli interventi gli scienziati i federiciani Mariafelicia De Laurentis e Luigi Laino.
La 'Settimana dei giganti' è un evento promosso da F2Cultura e dai Dipartimenti di biologia e di fisica 'E. Pancini', dal Centro musei delle Scienze naturali e fisiche, dal Centro museale 'Musei delle Scienze agrarie' dell'Ateneo federiciano, gode del patrocinio di Neapolis 2500 e prevede una stretta collaborazione anche con la Stazione zoologica Anton Dohrn.