Presentata oggi a Napoli la mostra “Museo della Follia”, curata da Vittorio Sgarbi allestita alla Basilica di Santamaria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli di Napoli fino al 27 maggio del prossimo anno.
Una presentazione alla stampa, alla quale hanno partecipato anche prestatori d’opera, collezionisti e sponsor, nella cripta della Basilica appena aperta e restaurata. Un parterre di relatori eccellenti che hanno preceduto il curatore, quali come Monsignor Vincenzo de Gregorio rettore della chiesa, il magistrato Nicola Graziano, lo psicologo Raffaele Morelli, il direttore del museo Madre Andrea Viliani e da direttrice dell’ospedale Santobono Pausillipon Annamaria Minicucci al quale Diego Armando Maradona ha ceduto in beneficenza il cachet ricevuto per l’utilizzo del suo nome.
Tutti d’accordo nel sostenere che la follia è fonte di talento e, comunque, di non omologazione, che non per questo deve essere alienata.
“Molto genio viene dalla follia e molta luce viene dal buio. Non c’è un solo matto in cui io non mi identifichi – ha dichiarato Sgarbi - Se oggi dovessi ribattezzare la mostra qui a Napoli la definirei da San Gennaro a Maradona: la follia è anche quella che un personaggio riesce a generare negli altri. Infatti San Gennaro, il cui sangue si scioglie periodicamente, rende folli i napoletani nella superstizione mentre Maradona li ha resi folli di gioia”
L’immagine simbolo del Museo della Follia a Napoli è quella del Corno Reale di Cesare Inzerillo, - prosegue Vittorio Sgarbi - ma aspetto quello del mio amico Lello Esposito, artista napoletano, che non può mancare all’interno di questa esposizione e colgo l’occasione per gioire al rifiuto della Soprintendenza per la realizzazione del corno sul Lungomare anche se, mi devo ricredere, tutto sommato non era poi tanto male”
La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo, Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini - si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e istallazioni multimediali sul tema della follia.
Tra le novità di questa edizione ci sono due imponenti sculture che portano la firma di Cesare Inzerillo. La prima, omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione scaramantica, è un Corno Reale di oltre 3 metri; l’altra è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra – posto in relazione al celebre dipinto L’adolescente di Silvestro Lega.
Assume dimensioni colossali anche la Griglia – la celebre installazione del Museo della Follia nella quale vengono mostrati i ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex manicomi – che si estende su quattro pareti, arrivando a una superficie complessiva di oltre 80 metri quadrati.
Arricchiscono questa nuova esposizione anche I folli di Agostino Arrivabene, sublime artefice di incubi e meraviglie. E poi un crescendo di emozioni che trovano culmine nel grande affresco a olio eseguito da Enrico Robusti. Una imbarcazione in preda a una tempesta, a bordo della quale i visitatori incontreranno la vertigine psicologica tipica del virtuosismo pittorico di Robusti.
Vincenzo Baldini, Sandro Bettin, Claudio Centimeri, Luca Crocicchi, Ulderica Da Pozzo, Giovanni Gasparro, Gaetano Giuffrè, Ernesto Lamagna, Raimondo Lorenzetti, Gianni Lucchesi, Marilena Manzella, Tarcisio Merati, Gaspare Palazzolo, Alessandro Papetti, Tancredi Parmeggiani, Luigi Serafini, Nicola Sferruzza, Studio Azzurro, e ancora tanti autori, e tante opere che avrete modo di incontrare in questo viaggio, pensato per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione per ritrovare, finalmente, la follia.
“Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno” dichiara il curatore della mostra Vittorio Sgarbi.
Il Museo della Follia è un progetto di Contemplazioni S.r.l., promosso dall’Associazione culturale Radicinnoviamoci, da Fenice Company Ideas e da Ticket 24.
“Se oggi dovessi ribattezzare la mostra qui a Napoli tralascerei Goya e la chiamerei da San Gennaro a Maradona - ha raccontato Vittorio Sgarbi - La follia è anche quella che un personaggio riesce a generare negli altri. Infatti San Gennaro, il cui sangue si scioglie periodicamente, rende folli i napoletani nella superstizione, ma Maradona li ha resi folli di gioia. Ecco perché ho scelto Diego Armando per chiudere il cerchio della mostra”.
La mostra “Museo della Follia da Goya a Maradona”, curata da Vittorio Sgarbi apre domani, domenica 3 dicembre, alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta di Napoli fino al 27 maggio del prossimo anno. Oggi è stata presentata in una conferenza alla quale hanno partecipato relatori eccellenti, quali Monsignor Vincenzo de Gregorio rettore della chiesa, il magistrato Nicola Graziano, lo psicologo Raffaele Morelli, il direttore del museo Madre Andrea Viliani e la direttrice dell’ospedale Santobono Pausillipon Annamaria Minicucci al quale Diego Armando Maradona ha ceduto in beneficenza il cachet ricevuto per l’utilizzo del suo nome.
Al calciatore argentino è stato dedicato un video ed anche un’istallazione dell’artista pisano Gianni Lucchesi che riprende 9 radiografie di un piede, ognuna delle quali rappresenta uno spettacolare gol di Diego Maradona, ma anche una della mano (che non poteva mancare), in ricordo della rete definita “la mano de Dios” segnata nella partita del 22 giugno del 1986 contro l’inghilterra.
di Napoli Magazine
02/12/2017 - 18:35
Presentata oggi a Napoli la mostra “Museo della Follia”, curata da Vittorio Sgarbi allestita alla Basilica di Santamaria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli di Napoli fino al 27 maggio del prossimo anno.
Una presentazione alla stampa, alla quale hanno partecipato anche prestatori d’opera, collezionisti e sponsor, nella cripta della Basilica appena aperta e restaurata. Un parterre di relatori eccellenti che hanno preceduto il curatore, quali come Monsignor Vincenzo de Gregorio rettore della chiesa, il magistrato Nicola Graziano, lo psicologo Raffaele Morelli, il direttore del museo Madre Andrea Viliani e da direttrice dell’ospedale Santobono Pausillipon Annamaria Minicucci al quale Diego Armando Maradona ha ceduto in beneficenza il cachet ricevuto per l’utilizzo del suo nome.
Tutti d’accordo nel sostenere che la follia è fonte di talento e, comunque, di non omologazione, che non per questo deve essere alienata.
“Molto genio viene dalla follia e molta luce viene dal buio. Non c’è un solo matto in cui io non mi identifichi – ha dichiarato Sgarbi - Se oggi dovessi ribattezzare la mostra qui a Napoli la definirei da San Gennaro a Maradona: la follia è anche quella che un personaggio riesce a generare negli altri. Infatti San Gennaro, il cui sangue si scioglie periodicamente, rende folli i napoletani nella superstizione mentre Maradona li ha resi folli di gioia”
L’immagine simbolo del Museo della Follia a Napoli è quella del Corno Reale di Cesare Inzerillo, - prosegue Vittorio Sgarbi - ma aspetto quello del mio amico Lello Esposito, artista napoletano, che non può mancare all’interno di questa esposizione e colgo l’occasione per gioire al rifiuto della Soprintendenza per la realizzazione del corno sul Lungomare anche se, mi devo ricredere, tutto sommato non era poi tanto male”
La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo, Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini - si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e istallazioni multimediali sul tema della follia.
Tra le novità di questa edizione ci sono due imponenti sculture che portano la firma di Cesare Inzerillo. La prima, omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione scaramantica, è un Corno Reale di oltre 3 metri; l’altra è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra – posto in relazione al celebre dipinto L’adolescente di Silvestro Lega.
Assume dimensioni colossali anche la Griglia – la celebre installazione del Museo della Follia nella quale vengono mostrati i ritratti recuperati dalle cartelle cliniche di alcuni pazienti di ex manicomi – che si estende su quattro pareti, arrivando a una superficie complessiva di oltre 80 metri quadrati.
Arricchiscono questa nuova esposizione anche I folli di Agostino Arrivabene, sublime artefice di incubi e meraviglie. E poi un crescendo di emozioni che trovano culmine nel grande affresco a olio eseguito da Enrico Robusti. Una imbarcazione in preda a una tempesta, a bordo della quale i visitatori incontreranno la vertigine psicologica tipica del virtuosismo pittorico di Robusti.
Vincenzo Baldini, Sandro Bettin, Claudio Centimeri, Luca Crocicchi, Ulderica Da Pozzo, Giovanni Gasparro, Gaetano Giuffrè, Ernesto Lamagna, Raimondo Lorenzetti, Gianni Lucchesi, Marilena Manzella, Tarcisio Merati, Gaspare Palazzolo, Alessandro Papetti, Tancredi Parmeggiani, Luigi Serafini, Nicola Sferruzza, Studio Azzurro, e ancora tanti autori, e tante opere che avrete modo di incontrare in questo viaggio, pensato per chi ha voglia di lasciare da parte la ragione per ritrovare, finalmente, la follia.
“Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce. Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno” dichiara il curatore della mostra Vittorio Sgarbi.
Il Museo della Follia è un progetto di Contemplazioni S.r.l., promosso dall’Associazione culturale Radicinnoviamoci, da Fenice Company Ideas e da Ticket 24.
“Se oggi dovessi ribattezzare la mostra qui a Napoli tralascerei Goya e la chiamerei da San Gennaro a Maradona - ha raccontato Vittorio Sgarbi - La follia è anche quella che un personaggio riesce a generare negli altri. Infatti San Gennaro, il cui sangue si scioglie periodicamente, rende folli i napoletani nella superstizione, ma Maradona li ha resi folli di gioia. Ecco perché ho scelto Diego Armando per chiudere il cerchio della mostra”.
La mostra “Museo della Follia da Goya a Maradona”, curata da Vittorio Sgarbi apre domani, domenica 3 dicembre, alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta di Napoli fino al 27 maggio del prossimo anno. Oggi è stata presentata in una conferenza alla quale hanno partecipato relatori eccellenti, quali Monsignor Vincenzo de Gregorio rettore della chiesa, il magistrato Nicola Graziano, lo psicologo Raffaele Morelli, il direttore del museo Madre Andrea Viliani e la direttrice dell’ospedale Santobono Pausillipon Annamaria Minicucci al quale Diego Armando Maradona ha ceduto in beneficenza il cachet ricevuto per l’utilizzo del suo nome.
Al calciatore argentino è stato dedicato un video ed anche un’istallazione dell’artista pisano Gianni Lucchesi che riprende 9 radiografie di un piede, ognuna delle quali rappresenta uno spettacolare gol di Diego Maradona, ma anche una della mano (che non poteva mancare), in ricordo della rete definita “la mano de Dios” segnata nella partita del 22 giugno del 1986 contro l’inghilterra.