La storica rassegna culturale Strane Coppie, per la sua 17esima edizione, presenta Ascoltatori selvaggi, Anti-festival di sortilegi senza menzogne. Manifestazione che per la prima volta sceglie di stimolare in modo esperienziale i fruitori dell’Arte contemporanea, i lettori di romanzi e racconti, gli spettatori di cinema, piattaforme e tv in modo nuovo e immersivo, evitando ogni mediazione, riattivando le capacità di ascolto dell’opera che sempre più risulta parcellizzato, frammentato, distratto. Se l’opera diventa parte della nostra percezione e della nostra esperienza sensoriale ed emotiva la nostra capacità di ascolto e interazione col mondo verrà potenziata.
Ascoltatori selvaggi è un anti-festival dove parole e letteratura, musica e suono, arti visive e cinema dialogano e si confondono, nato dall’amicizia fra artisti attivi in ogni campo e dalla collaborazione fra associazioni, ovvero Aldebaran Park – Lalineascritta Laboratori di Scrittura, theatrum phonosophicum e Opificio Puca.
Un’anteprima a Milano nella Sala delle Colonne di Banco BPM e due giornate fra Napoli e Sant’Arpino, il primo al Museo Nitsch e il secondo all’Opificio Puca, tra installazioni site specific, performance, proiezioni, letture, conferenze e due spazi d’arte dal doppio senso simbolico: il centro antico di Napoli dove è incastonato, segreto, il Museo Nitsch e la periferia di Sant’Arpino, dove insiste, nel confine temporale fra campagna e industria, l’Opificio Puca.
Due eventi in cui l’espressione coniata e auspicata da Giuseppe Montesano, “ascoltatori selvaggi”, e recuperata come mission dell’anti-festival da Leopoldo Siano (theatrum phonosophicum), si declina in una serie di sortilegi senza menzogne, gioco di parole che omaggia l’Elsa Morante di Menzogna e sortilegio, di cui ricorre nel 2025 il quarantennale della morte: i sortilegi delle arti visive, del suono, della musica e le menzogne della letteratura e del cinema.
Che questo nostro tempo di false realtà e finte novità possa dedicarsi alla magia eterna dei sortilegi.
Cosa manca al nostro tempo? L’ascolto. Ascolto è tempo, è immersione totale.
Se cancelliamo il tempo dell’esperienza dell’ascolto, annulliamo la memoria della vita.
Il nostro mondo crolla poiché cancelliamo l’arte come esperienza e l’esperienza come materia profonda dell'arte.
Il nostro presente rischia di riempirsi, da un lato, di artisti che non disegnano, scrittori che non leggono, musicisti che ignorano il suono e, dall’altro, di spettatori passivi, lettori pigri, ascoltatori spaventati.
PROGRAMMA
Sabato 18 ottobre – Museo Nitsch
installazioni, eventi e conferenze
Ore 10: “Lo senti lo scorrere del fiume?”
Il collettivo di artisti dell’OPIFICIO PUCA presenta il progetto OH, AH, SI! sul fiume fuori rotta a cura Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso sul fiume Volturno con la moderazione di Leopoldo Siano
Il progetto OH, AH, SI! sul fiume fuori rotta, iniziato nel 2021 da un’idea di Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso, ha coinvolto attivamente 21 artisti, 10 associazioni del territorio, 3 comuni e diverse istituzioni pubbliche. Un viaggio esplorativo in un luogo fisico e non mentale, partendo dal mare e risalendo contro corrente il fiume Volturno, dall’Oasi dei Variconi di Castel Volturno, all’Oasi di Caricchiano di Cancello ed Arnone, rigorosamente a piedi e senza mai allontanarsi dall’impronta visiva dell’acqua. Gli ultimi 15 chilometri del fiume Volturno attraversano un’area una volta rurale ma ora fortemente urbanizzata tra Napoli e Caserta nota come Terra dei Fuochi, caratterizzata dalla costante presenza di incendi appiccati dai clan camorristici ai cumuli di rifiuti tossici.
L’abbandono e il degrado hanno trasformato quest’area in una sorta di no man lands, dove l’assenza dello Stato si avverte più che in ogni altro luogo della regione. Negli ultimi 30 anni l’area è diventata meta di flussi migratori incontrollati, modello fallimentare delle politiche migratorie Italiane.
Ore 12: Il cinema dei fantasmi
con Luigi Pingitore, Leopoldo Siano, Josè Vicente Quirante Rives
coordina Antonella Cilento
letture di Gea Martire
musica di Paolo Coletta
Le voci di dentro di un condominio mostrano l’intima verità di una coppia: è la tecnologia, nuovissima negli anni Cinquanta, di una radio a fare da catalizzatore mesmerico della verità nascosta di ognuno, padroni di casa e vicini…
La musica da sempre fa impazzire: un uomo assiste impotente alla follia progressiva della sua amata ossessionata dalla musica di Beethoven dopo aver acquistato un gadget, come si direbbe oggi: la maschera in gesso che riproduce il volto dell’amato artista. Poiché la ragazza non riesce più a eseguire la musica di Beethoven, acquista un fonografo ma anche quest’acquisto non le evita d’impazzire…
La moglie di un celebre attore di cinema e il suo migliore amico si amano in segreto: l’attore muore e così la relazione può emergere. Ma non cancella il senso di colpa, il tradimento commesso nei confronti dell’attore morto. Allora gli amanti andranno al cinema, per vedere i film del morto non ancora usciti ed assistere alla progressiva fuoriuscita dallo schermo dell’attore, ancora vivo…
Queste sono le trame di tre grandi racconti: Una radio straordinaria di John Cheever, La maschera di Beethoven di Massimo Bontempelli e Lo spettro di Horacio Quiroga.
Tre storie fantastiche (allucinatorie, fantasmatiche) per raccontare l’arte nell’epoca della sua riproducibilità: la radio, il fonografo, il cinema e la loro apparizione diabolica nelle nostre vite nella prime metà del Novecento.
E oggi, che siamo immersi nell’infinita moltiplicazione e parcellizzazione dell’ascolto?
Videocassette che uccidono, film che si confondono con il reale, reality che si innescano nella nostra vita, i social, i device: siamo ancora capaci di essere dei veri ascoltatori, degli ascoltatori selvaggi?
Come Warhol, prima di Warhol, in questi tre racconti l’oggetto artistico mostra la sua natura ambigua se piegato alla riproduzione commerciale: l’opera ruba l’anima o lo strumento che la riproduce a mostrarci l’abisso?
Ore 17: ASCOLTATORI SELVAGGI
Lectio magistralis di Giuseppe Montesano in dialogo con Leopoldo Siano
Cosa significa ascoltare davvero un'opera, scritta, suonata, dipinta, fotografata, scolpita o filmata? Cosa significa farsi attraversare dall'esperienza, lasciarsi sconvolgere, spostare, cambiare?
Ascoltare con gli occhi, toccare con le orecchie, gustare con le mani per vivere, come scrive Giuseppe Montesano in Lettori selvaggi: “Vivere in maniera non infame e miserabile, vivere non reprimendo e tagliando passioni e amori, ma facendo crescere e fiorire più passioni e amori. La vita vera è altrove? Allora l’altrove va cercato con ogni nostro desiderio. Vivere in tempi difficili ci costringe a cercare con la mano sinistra? E allora cerchiamo con la mano sinistra: con astuzia, con grazia, con candore. Rubiamo tempo vivo agli schermi menzogneri e alle relazioni fasulle, e leggiamo, ascoltiamo, pensiamo, sogniamo.”
Un dialogo fra uno dei più eminenti scrittori del nostro tempo e un musicologo, fondatore con Shushan Huysnunts del theatrum phonosphicum, che aspira alla sintesi delle arti, al Gesamtkunstwerk (dal teatro greco antico a Richard Wagner e alle avanguardie), all’ ascolto inteso come Seinserfahrung (‘esperienza dell’essere’) e al confronto antropologico col Suono, con i suoni nello spazio ovvero con il ‘paesaggio sonoro’ e gli archetipi acustici.
Ore 19: SORTILEGI SENZA MENZOGNE
Interventi di Antonella Cilento, Laura Bosio, Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni.
letture di Fabio Cocifoglia, Imma Villa, Gea Martire
musica di Paolo Coletta
Questo evento è un flusso: la lettura integrale de Lo scialle andaluso di Elsa Morante s’intervalla con la musica e con l’ascolto selvaggio dell’opera di Morante realizzata in diretta con la partecipazione di Antonella Cilento, Laura Bosio, Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni.
Ad ogni movimento del racconto corrisponde una scelta musicale d’autore, a ogni ascolto di parole e musica corrisponde un ragionamento.
Ore 10:00-20:00 – Installazioni e performance
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
Con Too Wild To Go, Luigi Pingitore trasforma lo spazio in un luogo di specchio e di voce, un’esperienza intima e collettiva al tempo stesso.
Al Museo Nitsch e all’Opificio Puca l’installazione si apre come una soglia:
Uno specchio attende lo spettatore.
Ti avvicini.
Cerchi il tuo riflesso.
Incontri una realtà esterna che ti invade.
Sei tu, e sei anche loro.
Il suono scorre, stratificato, babelico, fatto di frammenti, respiri, parole spezzate.
Lo specchio restituisce l’immagine, le voci dissolvono i confini. Un rito collettivo. Un invito a non sprecare l’ascolto selvaggio.
(Saranno distribuiti negli spazi museali e cittadini tante scatoline nere di carta con il logo del riciclo e la scritta TOO WILD TO GO. Aprendo la scatolina si trova sul fondo un qr code che collega a una pagina youtube su cui sono stati precaricati una serie di frammenti sonori: sono le voci di ideatrici e ideatori di Ascoltatori selvaggi che raccontano, narrano, sintetizzano, distorcono, spiegano quello che faranno.)
NADABRAHMA/ LA YURTA DEL RESPIRO di e con Iole Cilento
È uno spazio nomade, da allestire all’aperto, dedicato all’incontro col sé e alla propria capacità di rinnovamento. La struttura, ispirata ai resti del Tempio di Mercurio a Baia, ma realizzata con materiali effimeri, sfrutta la combinazione di forma concava, illuminazione puntuale e superficie liquida, per restituire echi di movimento e vibrazione attraverso il riverbero della luce al suo interno. L’ingresso e la sosta sono riservati a pochi visitatori per volta, scalzi e in silenzio, che il performer accoglie in un luogo di meditazione attiva, fatto di azioni minime e respiro profondo, abitato da tracce di suono, luce e segno, cui i visitatori saranno invitati a partecipare.
OH, AH, SI! SUL FIUME FUORI ROTTA a cura Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso
L’allestimento combina tra loro alcune installazioni multimediali, sculture e azioni performative realizzate da Francesco Capasso, Gaetano Fabozzi, Carlo Menale e Miho Tanaka, per il progetto Oh,Ah,Si! e ora rimodulate per gli spazi del museo.
La sperimentazione di pratiche ibride, interdisciplinari, aperte e inclusive ha guidato questi artisti nelle zone di confine lungo il fiume Volturno, ciascuno con il proprio ‘stare al mondo’ ha osservato, interagito e sperimentato pratiche di condivisione indecise, aperte e in divenire.
ALL’IMPROVVISO di Salvatore Di Vilio
Uno scambio: L’Opificio Puca viene al Museo Nitsch, e il Nitsch va all’Opificio Puca.
Questa l’idea del doppio contributo di Salvatore Di Vilio, maestro della fotografia contemporanea.
Tre scatti realizzati “all’improvviso” all’Opificio Puca vengono al Museo Nitsch: una trasposizione senza estetizzazione, che prevede un cambio di punto di vista. Abituati come siamo a scrollare immagini e ad ingrandirle con il movimento di due dita su uno schermo, abbiamo dimenticato lo sforzo di avvicinamento che la fotografia analogica ha sempre richiesto: avvicinarsi per vedere meglio. Così All’improvviso chiede allo spettatore di avvicinarsi agli scatti che troverà disposti sul pavimento, con soggetti disposti nella stessa posizione in cui sono stati sorpresi dalla macchina fotografica.
Camminare sulle foto, come se fossimo sul pavimento dell’Opificio dove gli scatti sono stati realizzati.
FRAGILI PARADOSSI di Teresa Dell’Aversana
L’installazione prende vita in un ambiente a luce soffusa, dove piccoli vetri, come pellicole protettive per schermi di cellulari sono sospesi nell’aria con fili sottilissimi, quasi invisibili. Questi elementi fluttuano nello spazio, creando un’atmosfera sospesa tra il visibile e l’invisibile. Sulla loro superficie si trovano impronte in resina trasparente: tracce delicate di elementi naturali come foglie, gocce d’acqua e piume ecc. La luce interagisce con queste superfici, creando riflessi e ombre che si trasformano con il movimento dello spettatore. La scelta del vetro protettivo per cellulari non è casuale: è un materiale nato per proteggere e schermare, una barriera sottile tra l’uomo e il mondo virtuale. Nell’installazione questo stesso vetro diventa un supporto fragile che registra tracce del mondo naturale, mentre della figura umana non c’è presenza. Un paradosso visivo e concettuale: la tecnologia, solitamente usata per isolare e mediare la realtà, qui diventa il mezzo attraverso cui il mondo si manifesta.
L’installazione non è solo visiva, ma si attiva anche sonoramente. Il passaggio dei visitatori, il loro respiro o un lieve spostamento d’aria possono far vibrare i fili e i materiali sospesi, generando suoni impercettibili, come tintinnii sottili o fruscii delicati. Ogni spettatore diventa così parte dell’opera, innescando un dialogo tra il corpo, il suono e la materia.
TUTTO PER ESISTERE DEVE ESSERE CANTATO | Maria Giovanna Abbate con Andrea Laudante, Shushan Hysnunts, Ladifatou Traore, Nare Davtyan.
a cura di Christian Taranto
in collaborazione con Tramandars per Biennale del Vesuvio.
La videoinstallazione presentata è la restituzione di un rito condiviso nato alle pendici del monte Somma. La ricerca ha intrecciato memorie collettive, ritualità popolari e legami con la terra e l’acqua, dando vita a una serie di sculture-strumento rituali in bronzo, realizzate a partire da lische di merluzzo in collaborazione con Fonderia Nolana.
Il compositore Andrea Laudante ha affiancato il progetto con un laboratorio di ascolto meditativo nella Villa Augustea, da cui è nato il tessuto sonoro che accompagna l’opera.
Il lavoro ha trovato compimento in una performance collettiva con le performer Shushan Hyusnunts, Ladifatou Traore e Nare Davtyan insieme a Laudante, nel complesso absidale della Villa Augustea.
La performance è un respiro estremo. Una bocca aperta, immobile come la paura del futuro. Un grido ancestrale nel vuoto. Un sogno cantato per non essere dimenticato.
Domenica 26 ottobre – Opificio Puca
Ore 10:00-18:00 – Installazioni e performance
PER LE SCALE (ascolto sospeso)
Con il pubblico seduto sulle scale dell’Opificio inizia questa giornata in cui l’intera struttura verrà animata da fantasmi, immagini, respiri, suoni e visioni: in cima alla scala tre attrici/attori aspettano i visitatori per condurli lungo il percorso (cicli di 40/50 min). Attrici e attori nell’attesa fra un ciclo e l’altro leggono/interpretano brani da Elsa Morante, John Cheever, Massimo Bontempelli, Horacio Quiroga
SORTILEGI SENZA SEGRETI
STANZA SONORA (durata 30’ in loop)
Una stanza dell’Opificio Puca sarà destinata all’ascolto selvaggio di musica e letteratura firmata da Giuseppe Montesano e realizzata da Luca Dell’Aversana
LIMBO
Stanza della Sibilla dove un’operatrice segna il destino degli spettatori coi tarocchi indicando le destinazioni degli spettatori lungo il percorso.
FRAGILI PARADOSSI di Teresa Dell’Aversana
Dopo il Museo Nitsch Teresa Dell’Aversana ripropone l’installazione Fragili paradossi nei caratteristici spazi dell’Opificio Puca.
NITSCH di Salvatore Di Vilio
Uno scambio: L’Opificio Puca viene al Museo Nitsch, e il Nitsch va all’Opificio Puca.
Questa l’idea del doppio contributo di Salvatore Di Vilio, maestro della fotografia contemporanea.
Esposizione degli scatti realizzati dal maestro Salvatore Di Vilio durante una performance di Hermann Nitsch del 2006.
NADABRAHMA/ LA YURTA DEL RESPIRO di e con Iole Cilento
Installazione e performance
Dopo il Museo Nitsch Iole Cilento ripropone l’installazione/performance Nadabrahma/ La yurta del respiro in un nuovo dialogo con gli spazi dell’Opificio Puca.
CI DEVE ESSERE STATO PER ARIA UN CIELO di Maria Giovanna Abbate, Francesco Capasso e Degoya (Francesco Di Cristofaro e Andrea Laudante)
“In verita` cantare è altro respiro. È un soffio in nulla.” R. M. Rilke
Una videoinstallazione multicanale che indaga il suono come vibrazione originaria, invisibile e impercettibile. L’opera invita a un ascolto intimo, a sostare nel vuoto, dove caos e armonia coincidono in un equilibrio fragile e in continuo mutamento. Un rito percettivo sulla sottile soglia della vibrazione, là dove inizia l’esperienza del mondo.
Install’Azione SEPEITHOS. Il fiume scomparso di Napoli
a cura del theatrum phonosophicum
SEPEITHOS. Il fiume scomparso di Napoli
C’era una volta un fiume a Napoli, che scomparve. Gli antichi greci lo chiamavano “Sepeithos”. Se ci si mette in uno stato di ascolto profondo, il suo suono si può sentire ancora oggi… In questa ‘lezione performativa’, seguendo un “metodo mitico” di libere associazioni, ispirato tra gli altri da James Joyce, il theatrum phonosophicum racconta di un work in progress, nato durante la residenza di ricerca al Museo Nitsch (Fondazione Morra): l’ascolto di una città per 24 ore, immergendosi nei numerosi strati e loci dell’inconscio di Napoli. Un flusso epico di field recordings, immagini sonore, sostanze, gesti e pensieri – mescolando memorie e desideri, secoli e millenni. Un paesaggio sonoro come “chaosmos” che lascia convivere gli opposti: rumori lancinanti e mistici silenzi, luce e oscurità, pienezza e vuoto. Nella consapevolezza della continua, inesorabile trasformazione di ogni cosa. L’essere è il divenire.
“Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato!” (Così parlò Totò alla fine di Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini).
Ore 12:00 - Sala Galleria
una lecture-performance sull’ascolto epico
con Leopoldo Siano & Shushan Hyusnunts
Ore 18:30 - Sala Galleria
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
L’installazione di Luigi Pingitore chiuderà la manifestazione. L’azione sonora restituirà i frammenti raccolti dalle scatole riuniti come tessere di un mosaico.
Qui, la frammentazione diventa completezza: ciò che è stato disperso per le vie della città si trasforma in un’unica, potente testimonianza collettiva, un inno all’ascolto che non si lascia sprecare.
di Napoli Magazine
14/10/2025 - 12:08
La storica rassegna culturale Strane Coppie, per la sua 17esima edizione, presenta Ascoltatori selvaggi, Anti-festival di sortilegi senza menzogne. Manifestazione che per la prima volta sceglie di stimolare in modo esperienziale i fruitori dell’Arte contemporanea, i lettori di romanzi e racconti, gli spettatori di cinema, piattaforme e tv in modo nuovo e immersivo, evitando ogni mediazione, riattivando le capacità di ascolto dell’opera che sempre più risulta parcellizzato, frammentato, distratto. Se l’opera diventa parte della nostra percezione e della nostra esperienza sensoriale ed emotiva la nostra capacità di ascolto e interazione col mondo verrà potenziata.
Ascoltatori selvaggi è un anti-festival dove parole e letteratura, musica e suono, arti visive e cinema dialogano e si confondono, nato dall’amicizia fra artisti attivi in ogni campo e dalla collaborazione fra associazioni, ovvero Aldebaran Park – Lalineascritta Laboratori di Scrittura, theatrum phonosophicum e Opificio Puca.
Un’anteprima a Milano nella Sala delle Colonne di Banco BPM e due giornate fra Napoli e Sant’Arpino, il primo al Museo Nitsch e il secondo all’Opificio Puca, tra installazioni site specific, performance, proiezioni, letture, conferenze e due spazi d’arte dal doppio senso simbolico: il centro antico di Napoli dove è incastonato, segreto, il Museo Nitsch e la periferia di Sant’Arpino, dove insiste, nel confine temporale fra campagna e industria, l’Opificio Puca.
Due eventi in cui l’espressione coniata e auspicata da Giuseppe Montesano, “ascoltatori selvaggi”, e recuperata come mission dell’anti-festival da Leopoldo Siano (theatrum phonosophicum), si declina in una serie di sortilegi senza menzogne, gioco di parole che omaggia l’Elsa Morante di Menzogna e sortilegio, di cui ricorre nel 2025 il quarantennale della morte: i sortilegi delle arti visive, del suono, della musica e le menzogne della letteratura e del cinema.
Che questo nostro tempo di false realtà e finte novità possa dedicarsi alla magia eterna dei sortilegi.
Cosa manca al nostro tempo? L’ascolto. Ascolto è tempo, è immersione totale.
Se cancelliamo il tempo dell’esperienza dell’ascolto, annulliamo la memoria della vita.
Il nostro mondo crolla poiché cancelliamo l’arte come esperienza e l’esperienza come materia profonda dell'arte.
Il nostro presente rischia di riempirsi, da un lato, di artisti che non disegnano, scrittori che non leggono, musicisti che ignorano il suono e, dall’altro, di spettatori passivi, lettori pigri, ascoltatori spaventati.
PROGRAMMA
Sabato 18 ottobre – Museo Nitsch
installazioni, eventi e conferenze
Ore 10: “Lo senti lo scorrere del fiume?”
Il collettivo di artisti dell’OPIFICIO PUCA presenta il progetto OH, AH, SI! sul fiume fuori rotta a cura Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso sul fiume Volturno con la moderazione di Leopoldo Siano
Il progetto OH, AH, SI! sul fiume fuori rotta, iniziato nel 2021 da un’idea di Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso, ha coinvolto attivamente 21 artisti, 10 associazioni del territorio, 3 comuni e diverse istituzioni pubbliche. Un viaggio esplorativo in un luogo fisico e non mentale, partendo dal mare e risalendo contro corrente il fiume Volturno, dall’Oasi dei Variconi di Castel Volturno, all’Oasi di Caricchiano di Cancello ed Arnone, rigorosamente a piedi e senza mai allontanarsi dall’impronta visiva dell’acqua. Gli ultimi 15 chilometri del fiume Volturno attraversano un’area una volta rurale ma ora fortemente urbanizzata tra Napoli e Caserta nota come Terra dei Fuochi, caratterizzata dalla costante presenza di incendi appiccati dai clan camorristici ai cumuli di rifiuti tossici.
L’abbandono e il degrado hanno trasformato quest’area in una sorta di no man lands, dove l’assenza dello Stato si avverte più che in ogni altro luogo della regione. Negli ultimi 30 anni l’area è diventata meta di flussi migratori incontrollati, modello fallimentare delle politiche migratorie Italiane.
Ore 12: Il cinema dei fantasmi
con Luigi Pingitore, Leopoldo Siano, Josè Vicente Quirante Rives
coordina Antonella Cilento
letture di Gea Martire
musica di Paolo Coletta
Le voci di dentro di un condominio mostrano l’intima verità di una coppia: è la tecnologia, nuovissima negli anni Cinquanta, di una radio a fare da catalizzatore mesmerico della verità nascosta di ognuno, padroni di casa e vicini…
La musica da sempre fa impazzire: un uomo assiste impotente alla follia progressiva della sua amata ossessionata dalla musica di Beethoven dopo aver acquistato un gadget, come si direbbe oggi: la maschera in gesso che riproduce il volto dell’amato artista. Poiché la ragazza non riesce più a eseguire la musica di Beethoven, acquista un fonografo ma anche quest’acquisto non le evita d’impazzire…
La moglie di un celebre attore di cinema e il suo migliore amico si amano in segreto: l’attore muore e così la relazione può emergere. Ma non cancella il senso di colpa, il tradimento commesso nei confronti dell’attore morto. Allora gli amanti andranno al cinema, per vedere i film del morto non ancora usciti ed assistere alla progressiva fuoriuscita dallo schermo dell’attore, ancora vivo…
Queste sono le trame di tre grandi racconti: Una radio straordinaria di John Cheever, La maschera di Beethoven di Massimo Bontempelli e Lo spettro di Horacio Quiroga.
Tre storie fantastiche (allucinatorie, fantasmatiche) per raccontare l’arte nell’epoca della sua riproducibilità: la radio, il fonografo, il cinema e la loro apparizione diabolica nelle nostre vite nella prime metà del Novecento.
E oggi, che siamo immersi nell’infinita moltiplicazione e parcellizzazione dell’ascolto?
Videocassette che uccidono, film che si confondono con il reale, reality che si innescano nella nostra vita, i social, i device: siamo ancora capaci di essere dei veri ascoltatori, degli ascoltatori selvaggi?
Come Warhol, prima di Warhol, in questi tre racconti l’oggetto artistico mostra la sua natura ambigua se piegato alla riproduzione commerciale: l’opera ruba l’anima o lo strumento che la riproduce a mostrarci l’abisso?
Ore 17: ASCOLTATORI SELVAGGI
Lectio magistralis di Giuseppe Montesano in dialogo con Leopoldo Siano
Cosa significa ascoltare davvero un'opera, scritta, suonata, dipinta, fotografata, scolpita o filmata? Cosa significa farsi attraversare dall'esperienza, lasciarsi sconvolgere, spostare, cambiare?
Ascoltare con gli occhi, toccare con le orecchie, gustare con le mani per vivere, come scrive Giuseppe Montesano in Lettori selvaggi: “Vivere in maniera non infame e miserabile, vivere non reprimendo e tagliando passioni e amori, ma facendo crescere e fiorire più passioni e amori. La vita vera è altrove? Allora l’altrove va cercato con ogni nostro desiderio. Vivere in tempi difficili ci costringe a cercare con la mano sinistra? E allora cerchiamo con la mano sinistra: con astuzia, con grazia, con candore. Rubiamo tempo vivo agli schermi menzogneri e alle relazioni fasulle, e leggiamo, ascoltiamo, pensiamo, sogniamo.”
Un dialogo fra uno dei più eminenti scrittori del nostro tempo e un musicologo, fondatore con Shushan Huysnunts del theatrum phonosphicum, che aspira alla sintesi delle arti, al Gesamtkunstwerk (dal teatro greco antico a Richard Wagner e alle avanguardie), all’ ascolto inteso come Seinserfahrung (‘esperienza dell’essere’) e al confronto antropologico col Suono, con i suoni nello spazio ovvero con il ‘paesaggio sonoro’ e gli archetipi acustici.
Ore 19: SORTILEGI SENZA MENZOGNE
Interventi di Antonella Cilento, Laura Bosio, Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni.
letture di Fabio Cocifoglia, Imma Villa, Gea Martire
musica di Paolo Coletta
Questo evento è un flusso: la lettura integrale de Lo scialle andaluso di Elsa Morante s’intervalla con la musica e con l’ascolto selvaggio dell’opera di Morante realizzata in diretta con la partecipazione di Antonella Cilento, Laura Bosio, Giuseppe Montesano, Marta Morazzoni.
Ad ogni movimento del racconto corrisponde una scelta musicale d’autore, a ogni ascolto di parole e musica corrisponde un ragionamento.
Ore 10:00-20:00 – Installazioni e performance
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
Con Too Wild To Go, Luigi Pingitore trasforma lo spazio in un luogo di specchio e di voce, un’esperienza intima e collettiva al tempo stesso.
Al Museo Nitsch e all’Opificio Puca l’installazione si apre come una soglia:
Uno specchio attende lo spettatore.
Ti avvicini.
Cerchi il tuo riflesso.
Incontri una realtà esterna che ti invade.
Sei tu, e sei anche loro.
Il suono scorre, stratificato, babelico, fatto di frammenti, respiri, parole spezzate.
Lo specchio restituisce l’immagine, le voci dissolvono i confini. Un rito collettivo. Un invito a non sprecare l’ascolto selvaggio.
(Saranno distribuiti negli spazi museali e cittadini tante scatoline nere di carta con il logo del riciclo e la scritta TOO WILD TO GO. Aprendo la scatolina si trova sul fondo un qr code che collega a una pagina youtube su cui sono stati precaricati una serie di frammenti sonori: sono le voci di ideatrici e ideatori di Ascoltatori selvaggi che raccontano, narrano, sintetizzano, distorcono, spiegano quello che faranno.)
NADABRAHMA/ LA YURTA DEL RESPIRO di e con Iole Cilento
È uno spazio nomade, da allestire all’aperto, dedicato all’incontro col sé e alla propria capacità di rinnovamento. La struttura, ispirata ai resti del Tempio di Mercurio a Baia, ma realizzata con materiali effimeri, sfrutta la combinazione di forma concava, illuminazione puntuale e superficie liquida, per restituire echi di movimento e vibrazione attraverso il riverbero della luce al suo interno. L’ingresso e la sosta sono riservati a pochi visitatori per volta, scalzi e in silenzio, che il performer accoglie in un luogo di meditazione attiva, fatto di azioni minime e respiro profondo, abitato da tracce di suono, luce e segno, cui i visitatori saranno invitati a partecipare.
OH, AH, SI! SUL FIUME FUORI ROTTA a cura Maria Giovanna Abbate e Francesco Capasso
L’allestimento combina tra loro alcune installazioni multimediali, sculture e azioni performative realizzate da Francesco Capasso, Gaetano Fabozzi, Carlo Menale e Miho Tanaka, per il progetto Oh,Ah,Si! e ora rimodulate per gli spazi del museo.
La sperimentazione di pratiche ibride, interdisciplinari, aperte e inclusive ha guidato questi artisti nelle zone di confine lungo il fiume Volturno, ciascuno con il proprio ‘stare al mondo’ ha osservato, interagito e sperimentato pratiche di condivisione indecise, aperte e in divenire.
ALL’IMPROVVISO di Salvatore Di Vilio
Uno scambio: L’Opificio Puca viene al Museo Nitsch, e il Nitsch va all’Opificio Puca.
Questa l’idea del doppio contributo di Salvatore Di Vilio, maestro della fotografia contemporanea.
Tre scatti realizzati “all’improvviso” all’Opificio Puca vengono al Museo Nitsch: una trasposizione senza estetizzazione, che prevede un cambio di punto di vista. Abituati come siamo a scrollare immagini e ad ingrandirle con il movimento di due dita su uno schermo, abbiamo dimenticato lo sforzo di avvicinamento che la fotografia analogica ha sempre richiesto: avvicinarsi per vedere meglio. Così All’improvviso chiede allo spettatore di avvicinarsi agli scatti che troverà disposti sul pavimento, con soggetti disposti nella stessa posizione in cui sono stati sorpresi dalla macchina fotografica.
Camminare sulle foto, come se fossimo sul pavimento dell’Opificio dove gli scatti sono stati realizzati.
FRAGILI PARADOSSI di Teresa Dell’Aversana
L’installazione prende vita in un ambiente a luce soffusa, dove piccoli vetri, come pellicole protettive per schermi di cellulari sono sospesi nell’aria con fili sottilissimi, quasi invisibili. Questi elementi fluttuano nello spazio, creando un’atmosfera sospesa tra il visibile e l’invisibile. Sulla loro superficie si trovano impronte in resina trasparente: tracce delicate di elementi naturali come foglie, gocce d’acqua e piume ecc. La luce interagisce con queste superfici, creando riflessi e ombre che si trasformano con il movimento dello spettatore. La scelta del vetro protettivo per cellulari non è casuale: è un materiale nato per proteggere e schermare, una barriera sottile tra l’uomo e il mondo virtuale. Nell’installazione questo stesso vetro diventa un supporto fragile che registra tracce del mondo naturale, mentre della figura umana non c’è presenza. Un paradosso visivo e concettuale: la tecnologia, solitamente usata per isolare e mediare la realtà, qui diventa il mezzo attraverso cui il mondo si manifesta.
L’installazione non è solo visiva, ma si attiva anche sonoramente. Il passaggio dei visitatori, il loro respiro o un lieve spostamento d’aria possono far vibrare i fili e i materiali sospesi, generando suoni impercettibili, come tintinnii sottili o fruscii delicati. Ogni spettatore diventa così parte dell’opera, innescando un dialogo tra il corpo, il suono e la materia.
TUTTO PER ESISTERE DEVE ESSERE CANTATO | Maria Giovanna Abbate con Andrea Laudante, Shushan Hysnunts, Ladifatou Traore, Nare Davtyan.
a cura di Christian Taranto
in collaborazione con Tramandars per Biennale del Vesuvio.
La videoinstallazione presentata è la restituzione di un rito condiviso nato alle pendici del monte Somma. La ricerca ha intrecciato memorie collettive, ritualità popolari e legami con la terra e l’acqua, dando vita a una serie di sculture-strumento rituali in bronzo, realizzate a partire da lische di merluzzo in collaborazione con Fonderia Nolana.
Il compositore Andrea Laudante ha affiancato il progetto con un laboratorio di ascolto meditativo nella Villa Augustea, da cui è nato il tessuto sonoro che accompagna l’opera.
Il lavoro ha trovato compimento in una performance collettiva con le performer Shushan Hyusnunts, Ladifatou Traore e Nare Davtyan insieme a Laudante, nel complesso absidale della Villa Augustea.
La performance è un respiro estremo. Una bocca aperta, immobile come la paura del futuro. Un grido ancestrale nel vuoto. Un sogno cantato per non essere dimenticato.
Domenica 26 ottobre – Opificio Puca
Ore 10:00-18:00 – Installazioni e performance
PER LE SCALE (ascolto sospeso)
Con il pubblico seduto sulle scale dell’Opificio inizia questa giornata in cui l’intera struttura verrà animata da fantasmi, immagini, respiri, suoni e visioni: in cima alla scala tre attrici/attori aspettano i visitatori per condurli lungo il percorso (cicli di 40/50 min). Attrici e attori nell’attesa fra un ciclo e l’altro leggono/interpretano brani da Elsa Morante, John Cheever, Massimo Bontempelli, Horacio Quiroga
SORTILEGI SENZA SEGRETI
STANZA SONORA (durata 30’ in loop)
Una stanza dell’Opificio Puca sarà destinata all’ascolto selvaggio di musica e letteratura firmata da Giuseppe Montesano e realizzata da Luca Dell’Aversana
LIMBO
Stanza della Sibilla dove un’operatrice segna il destino degli spettatori coi tarocchi indicando le destinazioni degli spettatori lungo il percorso.
FRAGILI PARADOSSI di Teresa Dell’Aversana
Dopo il Museo Nitsch Teresa Dell’Aversana ripropone l’installazione Fragili paradossi nei caratteristici spazi dell’Opificio Puca.
NITSCH di Salvatore Di Vilio
Uno scambio: L’Opificio Puca viene al Museo Nitsch, e il Nitsch va all’Opificio Puca.
Questa l’idea del doppio contributo di Salvatore Di Vilio, maestro della fotografia contemporanea.
Esposizione degli scatti realizzati dal maestro Salvatore Di Vilio durante una performance di Hermann Nitsch del 2006.
NADABRAHMA/ LA YURTA DEL RESPIRO di e con Iole Cilento
Installazione e performance
Dopo il Museo Nitsch Iole Cilento ripropone l’installazione/performance Nadabrahma/ La yurta del respiro in un nuovo dialogo con gli spazi dell’Opificio Puca.
CI DEVE ESSERE STATO PER ARIA UN CIELO di Maria Giovanna Abbate, Francesco Capasso e Degoya (Francesco Di Cristofaro e Andrea Laudante)
“In verita` cantare è altro respiro. È un soffio in nulla.” R. M. Rilke
Una videoinstallazione multicanale che indaga il suono come vibrazione originaria, invisibile e impercettibile. L’opera invita a un ascolto intimo, a sostare nel vuoto, dove caos e armonia coincidono in un equilibrio fragile e in continuo mutamento. Un rito percettivo sulla sottile soglia della vibrazione, là dove inizia l’esperienza del mondo.
Install’Azione SEPEITHOS. Il fiume scomparso di Napoli
a cura del theatrum phonosophicum
SEPEITHOS. Il fiume scomparso di Napoli
C’era una volta un fiume a Napoli, che scomparve. Gli antichi greci lo chiamavano “Sepeithos”. Se ci si mette in uno stato di ascolto profondo, il suo suono si può sentire ancora oggi… In questa ‘lezione performativa’, seguendo un “metodo mitico” di libere associazioni, ispirato tra gli altri da James Joyce, il theatrum phonosophicum racconta di un work in progress, nato durante la residenza di ricerca al Museo Nitsch (Fondazione Morra): l’ascolto di una città per 24 ore, immergendosi nei numerosi strati e loci dell’inconscio di Napoli. Un flusso epico di field recordings, immagini sonore, sostanze, gesti e pensieri – mescolando memorie e desideri, secoli e millenni. Un paesaggio sonoro come “chaosmos” che lascia convivere gli opposti: rumori lancinanti e mistici silenzi, luce e oscurità, pienezza e vuoto. Nella consapevolezza della continua, inesorabile trasformazione di ogni cosa. L’essere è il divenire.
“Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato!” (Così parlò Totò alla fine di Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini).
Ore 12:00 - Sala Galleria
una lecture-performance sull’ascolto epico
con Leopoldo Siano & Shushan Hyusnunts
Ore 18:30 - Sala Galleria
TOO WILD TO GO (troppo selvaggio per sprecarlo) di Luigi Pingitore
L’installazione di Luigi Pingitore chiuderà la manifestazione. L’azione sonora restituirà i frammenti raccolti dalle scatole riuniti come tessere di un mosaico.
Qui, la frammentazione diventa completezza: ciò che è stato disperso per le vie della città si trasforma in un’unica, potente testimonianza collettiva, un inno all’ascolto che non si lascia sprecare.