"Pulcinella non deve morire": il ritorno dei sogni nei vicoli di pietra
Nel cuore della Basilicata, tra vicoli scolpiti nella roccia e segreti custoditi dal silenzio delle pietre, si snoda il nuovo romanzo di Maria Cifarelli, Pulcinella non deve morire, edito da Readaction. Un’opera intensa, evocativa, che intreccia la memoria e l’identità, l’infanzia e il mito. La protagonista, ormai adulta, risponde al richiamo oscuro dei ricordi e torna nella sua terra d’origine per inseguire un passato che non si lascia dimenticare. Tra le ombre dei Sassi e le voci sopite della tradizione, riaffiorano misteri antichi, dolori rimossi, e quella figura simbolica – Pulcinella – che, nel romanzo, diventa emblema di resistenza e sopravvivenza culturale.
"L’infanzia, come un fiore del deserto, perde i petali e lascia, intorno a sé, i colori dei sogni": così si apre questa narrazione poetica e potente, dove ogni pietra sembra avere una voce, ogni strada un segreto. Sullo sfondo, una riflessione profonda sul tempo, sulla memoria collettiva e sull’urgenza di salvare ciò che rischia di essere dimenticato. Con una scrittura densa e lirica, Maria Cifarelli ci accompagna in un viaggio emozionante, dove il passato si mescola al presente e il confine tra realtà e immaginazione si fa sempre più sottile. Dopo Il pesce porcello, finalista del premio "Salva la tua lingua locale", l’autrice conferma la sua cifra stilistica capace di coniugare impegno civile, memoria storica e ricerca narrativa. Pulcinella non deve morire è un inno alla radice e alla rinascita, un romanzo che ci ricorda quanto sia importante restare fedeli a noi, anche quando la memoria fa male.
di Napoli Magazine
30/05/2025 - 09:59
"Pulcinella non deve morire": il ritorno dei sogni nei vicoli di pietra
Nel cuore della Basilicata, tra vicoli scolpiti nella roccia e segreti custoditi dal silenzio delle pietre, si snoda il nuovo romanzo di Maria Cifarelli, Pulcinella non deve morire, edito da Readaction. Un’opera intensa, evocativa, che intreccia la memoria e l’identità, l’infanzia e il mito. La protagonista, ormai adulta, risponde al richiamo oscuro dei ricordi e torna nella sua terra d’origine per inseguire un passato che non si lascia dimenticare. Tra le ombre dei Sassi e le voci sopite della tradizione, riaffiorano misteri antichi, dolori rimossi, e quella figura simbolica – Pulcinella – che, nel romanzo, diventa emblema di resistenza e sopravvivenza culturale.
"L’infanzia, come un fiore del deserto, perde i petali e lascia, intorno a sé, i colori dei sogni": così si apre questa narrazione poetica e potente, dove ogni pietra sembra avere una voce, ogni strada un segreto. Sullo sfondo, una riflessione profonda sul tempo, sulla memoria collettiva e sull’urgenza di salvare ciò che rischia di essere dimenticato. Con una scrittura densa e lirica, Maria Cifarelli ci accompagna in un viaggio emozionante, dove il passato si mescola al presente e il confine tra realtà e immaginazione si fa sempre più sottile. Dopo Il pesce porcello, finalista del premio "Salva la tua lingua locale", l’autrice conferma la sua cifra stilistica capace di coniugare impegno civile, memoria storica e ricerca narrativa. Pulcinella non deve morire è un inno alla radice e alla rinascita, un romanzo che ci ricorda quanto sia importante restare fedeli a noi, anche quando la memoria fa male.