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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, Aurelio Primo esce allo scoperto, è tempo di agire"
17.05.2024 19:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - La Fiorentina profuma di primavera e di viole. Vuol dire che è il tempo della rinascita, del risveglio dal letargo, dal lungo sonno - in tutti i sensi - in cui era caduto il ghiro azzurro. E così Aurelio Primo decide di uscire allo scoperto, parlando e parlando: la presentazione dei ritiri estivi di Dimaro e Castel di Sangro, luoghi ameni, i graditi incassi al botteghino del film sullo scudetto (tempi belli 'e 'na vota), l'allenatore che verrà. Una storia infinita, come quella di Ende. Una serie di promesse sviscerate per rianimare il popolo azzurro ma soprattutto se stesso. Perché è innegabile che Aurelio Primo è rimasto sotto choc per il flop del dopo scudetto. Errori su errori, sbagliate tutte le mosse per il dopo Spalletti, tre tecnici tre e con il primo - il sergente Garcia - che a conti fatti, vittorie, pareggi e sconfitte s'è rivelato il meno peggio degli altri due. Come un leone ferito l'Uomo Solo al Comando in questi mesi tremendi ha elaborato il "lutto" che, come si sa, magari si addice ad Elettra, ma non ad un imprenditore avvezzo agli spettacoli. Ed ora esce allo scoperto con rinnovato vigore. Perché è tempo di agire, programmare, prevenire. E, soprattutto, di decidere che cosa si vuol fare da grandi. Dalle parole del presidente si evince che la prossima stagione dovrà essere dedicata al riscatto, termine che non sottintende il titolo per forza, bensì compiere i passi giusti su una strada nuova da percorrere. Tenendo ben presente che i soldoni della ricca Champions verranno a mancare dopo ben quattordici anni. Uno scenario non previsto, ma le casse azzurre non sono desolatamente vuote come quelle, ad esempio, dell'Inter alla disperata ricerca di prestiti onerosi tra un fondo e l'altro. Dopo lunghi periodi di sana gestione - e di lauti guadagni - Aurelio Primo pare che si sia convinto che debba mettere mano alla tasca. Certo non sarà semplice ricostruire una squadra che perderà pezzi pregiati e che ha la necessità di essere "attrezzata" di nuovo in tutti i reparti. A mio sommesso avviso, ci sarebbe bisogno di due difensori almeno di classe e temperamento, di due centrocampisti, di due attaccanti. Inutile sciorinare dei nomi. L'importante è scegliere al più presto il nuovo tecnico. Spetterà a lui osservare, vagliare e quindi indicare gli elementi che possano integrarsi nel tipo di gioco che intende far produrre alla squadra. Se dovesse venire Conte, la massima garanzia di rendimento sarebbe assicurata. Naturalmente, Aurelio Primo dovrà assicurargli gli elementi che il tecnico leccese avrà scelto. Con Pioli o Italiano, Aurelio Primo avrebbe la certezza che non gli chiederebbero la luna. Ecco, dal tecnico che verrà si capirà anche l'immediato futuro del Napoli. Tutto qui.

Adolfo Mollichelli

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17/05/2024 - 19:00

NAPOLI - La Fiorentina profuma di primavera e di viole. Vuol dire che è il tempo della rinascita, del risveglio dal letargo, dal lungo sonno - in tutti i sensi - in cui era caduto il ghiro azzurro. E così Aurelio Primo decide di uscire allo scoperto, parlando e parlando: la presentazione dei ritiri estivi di Dimaro e Castel di Sangro, luoghi ameni, i graditi incassi al botteghino del film sullo scudetto (tempi belli 'e 'na vota), l'allenatore che verrà. Una storia infinita, come quella di Ende. Una serie di promesse sviscerate per rianimare il popolo azzurro ma soprattutto se stesso. Perché è innegabile che Aurelio Primo è rimasto sotto choc per il flop del dopo scudetto. Errori su errori, sbagliate tutte le mosse per il dopo Spalletti, tre tecnici tre e con il primo - il sergente Garcia - che a conti fatti, vittorie, pareggi e sconfitte s'è rivelato il meno peggio degli altri due. Come un leone ferito l'Uomo Solo al Comando in questi mesi tremendi ha elaborato il "lutto" che, come si sa, magari si addice ad Elettra, ma non ad un imprenditore avvezzo agli spettacoli. Ed ora esce allo scoperto con rinnovato vigore. Perché è tempo di agire, programmare, prevenire. E, soprattutto, di decidere che cosa si vuol fare da grandi. Dalle parole del presidente si evince che la prossima stagione dovrà essere dedicata al riscatto, termine che non sottintende il titolo per forza, bensì compiere i passi giusti su una strada nuova da percorrere. Tenendo ben presente che i soldoni della ricca Champions verranno a mancare dopo ben quattordici anni. Uno scenario non previsto, ma le casse azzurre non sono desolatamente vuote come quelle, ad esempio, dell'Inter alla disperata ricerca di prestiti onerosi tra un fondo e l'altro. Dopo lunghi periodi di sana gestione - e di lauti guadagni - Aurelio Primo pare che si sia convinto che debba mettere mano alla tasca. Certo non sarà semplice ricostruire una squadra che perderà pezzi pregiati e che ha la necessità di essere "attrezzata" di nuovo in tutti i reparti. A mio sommesso avviso, ci sarebbe bisogno di due difensori almeno di classe e temperamento, di due centrocampisti, di due attaccanti. Inutile sciorinare dei nomi. L'importante è scegliere al più presto il nuovo tecnico. Spetterà a lui osservare, vagliare e quindi indicare gli elementi che possano integrarsi nel tipo di gioco che intende far produrre alla squadra. Se dovesse venire Conte, la massima garanzia di rendimento sarebbe assicurata. Naturalmente, Aurelio Primo dovrà assicurargli gli elementi che il tecnico leccese avrà scelto. Con Pioli o Italiano, Aurelio Primo avrebbe la certezza che non gli chiederebbero la luna. Ecco, dal tecnico che verrà si capirà anche l'immediato futuro del Napoli. Tutto qui.

Adolfo Mollichelli

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