NAPOLI - "Napoli Magazine" ha realizzato 75 Foto ed un Video Tour alla Mostra su Joan Mirò alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
Napoli accoglie un nuovo tassello della grande arte internazionale con una mostra su Joan Miró che mette al centro uno dei capitoli meno esplorati ma più intensi della sua produzione: la grafica. A ospitarla è la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, luogo simbolo della Napoli antica e oggi vivace polo culturale grazie all’impegno dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale. In questo scenario sospeso tra secoli di storia ed una contemporaneità pulsante, l’esposizione “Joan Miró: per poi arrivare all’anima” (5 dicembre 2025 – 19 aprile 2026) si inserisce come un dialogo raffinato tra pietra, luce e segno, accompagnando il pubblico alla scoperta di un Miró radicale, essenziale, profondamente legato alla parola. Prodotta da Navigare srl con il patrocinio del Comune di Napoli, del Consolato di Spagna e dell’Instituto Cervantes, la mostra - curata da Achille Bonito Oliva -presenta circa 100 opere tra litografie, acquetinte e acqueforti provenienti da collezioni private. Suddivisa in sette sezioni, l’esposizione indaga la capacità dell’artista catalano di trasformare la parola in gesto visivo, fondendo letteratura e arti figurative in un linguaggio unico. Bonito Oliva interpreta questo corpus come il territorio più libero della poetica mironiana: uno spazio in cui la memoria scorre come un “sangue pulsante” attraverso il segno, dove il colore cede il passo alla vibrazione grafica. In dialogo con poeti come Éluard, Char e Prévert, Miró concepisce lettere e frammenti calligrafici come elementi autonomi, dotati di ritmo e movimento. L’influenza della calligrafia orientale rafforza questa visione, trasformando il gesto in significato puro, in una sintesi che l’artista stesso definiva “musica per gli occhi”. Nel Novecento la grafica diventa terreno privilegiato per le avanguardie, e Miró la utilizza per esplorare la fisicità del segno, come dimostrano le sue serie dagli anni Venti fino alle litografie del secondo dopoguerra. Napoli, con la sua Pietrasanta, offre oggi il contesto ideale per scoprire questo Miró artigiano del segno. La mostra su Joan Miró permette di osservare l’artista mentre sonda il rapporto tra visione e pensiero, tra immagine e scrittura, aprendo al pubblico le porte della sua bottega creativa. Un percorso che invita a sentire, prima ancora che vedere, per “arrivare all’anima” attraverso la forza del gesto.
NAPOLI - "Napoli Magazine" ha realizzato 75 Foto ed un Video Tour alla Mostra su Joan Mirò alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta.
Napoli accoglie un nuovo tassello della grande arte internazionale con una mostra su Joan Miró che mette al centro uno dei capitoli meno esplorati ma più intensi della sua produzione: la grafica. A ospitarla è la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, luogo simbolo della Napoli antica e oggi vivace polo culturale grazie all’impegno dell’Associazione Pietrasanta Polo Culturale. In questo scenario sospeso tra secoli di storia ed una contemporaneità pulsante, l’esposizione “Joan Miró: per poi arrivare all’anima” (5 dicembre 2025 – 19 aprile 2026) si inserisce come un dialogo raffinato tra pietra, luce e segno, accompagnando il pubblico alla scoperta di un Miró radicale, essenziale, profondamente legato alla parola. Prodotta da Navigare srl con il patrocinio del Comune di Napoli, del Consolato di Spagna e dell’Instituto Cervantes, la mostra - curata da Achille Bonito Oliva -presenta circa 100 opere tra litografie, acquetinte e acqueforti provenienti da collezioni private. Suddivisa in sette sezioni, l’esposizione indaga la capacità dell’artista catalano di trasformare la parola in gesto visivo, fondendo letteratura e arti figurative in un linguaggio unico. Bonito Oliva interpreta questo corpus come il territorio più libero della poetica mironiana: uno spazio in cui la memoria scorre come un “sangue pulsante” attraverso il segno, dove il colore cede il passo alla vibrazione grafica. In dialogo con poeti come Éluard, Char e Prévert, Miró concepisce lettere e frammenti calligrafici come elementi autonomi, dotati di ritmo e movimento. L’influenza della calligrafia orientale rafforza questa visione, trasformando il gesto in significato puro, in una sintesi che l’artista stesso definiva “musica per gli occhi”. Nel Novecento la grafica diventa terreno privilegiato per le avanguardie, e Miró la utilizza per esplorare la fisicità del segno, come dimostrano le sue serie dagli anni Venti fino alle litografie del secondo dopoguerra. Napoli, con la sua Pietrasanta, offre oggi il contesto ideale per scoprire questo Miró artigiano del segno. La mostra su Joan Miró permette di osservare l’artista mentre sonda il rapporto tra visione e pensiero, tra immagine e scrittura, aprendo al pubblico le porte della sua bottega creativa. Un percorso che invita a sentire, prima ancora che vedere, per “arrivare all’anima” attraverso la forza del gesto.