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CDS - Torino-Napoli, gara speciale per Buongiorno, torna nello stadio dove è cresciuto
28.11.2024 08:33 di Napoli Magazine

Il Corriere dello Sport si è soffermato sul ritorno a Torino di Alessandro Buongiorno, difensore del Napoli: "Domenica vivrà una giornata destinata a passare alla storia sua e della sua famiglia, complicata ma anche bella, sicuramente strana, assolutamente emozionante: giocherà per la prima volta contro il Toro, da avversario, all’Olimpico Grande Torino. Anima e corpo: lui che è nato a Santa Rita, a due passi dallo stadio in cui faceva il raccattapalle; lui che ha il cuore granata come mamma Roberta, papà Claudio e Francesca, sua sorella; lui che nel vivaio del Torino è entrato a 8 anni e ci è rimasto fino all’estate, fino ai 25; lui che con quella maglia mitica è partito dalla seconda squadra dei Pulcini e nel 2018 ha esordito in Serie A a 18 anni rompendosi un gomito; lui che a maggio, da capitano, ha letto i nomi degli immortali a Superga. "Il sangue granata di Ale e della sua famiglia, alla fine, cominciò a bollire: e la storia ebbe inizio. Si allenava nel mito di Alessandro Nesta e studiava, lo ha fatto sempre e lo fa ancora oggi: il Liceo Scientifico, la laurea in Economia Aziendale e ora la Magistrale. Il suo modello storico è Gandhi: è un guerriero ma anche un giovane uomo saggio e riflessivo. Papà lo chiamava “calma piatta”, per prenderlo in giro. Nel suo curriculum granata c’è anche il rifiuto alla Juve, in estate: «Sono nato e cresciuto nel Torino, ho sempre giocato nel Torino e ho letto i nomi a Superga: mi sentivo di tradire in primis me stesso». Coerenza, sincerità, principi".

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28/11/2024 - 08:33

Il Corriere dello Sport si è soffermato sul ritorno a Torino di Alessandro Buongiorno, difensore del Napoli: "Domenica vivrà una giornata destinata a passare alla storia sua e della sua famiglia, complicata ma anche bella, sicuramente strana, assolutamente emozionante: giocherà per la prima volta contro il Toro, da avversario, all’Olimpico Grande Torino. Anima e corpo: lui che è nato a Santa Rita, a due passi dallo stadio in cui faceva il raccattapalle; lui che ha il cuore granata come mamma Roberta, papà Claudio e Francesca, sua sorella; lui che nel vivaio del Torino è entrato a 8 anni e ci è rimasto fino all’estate, fino ai 25; lui che con quella maglia mitica è partito dalla seconda squadra dei Pulcini e nel 2018 ha esordito in Serie A a 18 anni rompendosi un gomito; lui che a maggio, da capitano, ha letto i nomi degli immortali a Superga. "Il sangue granata di Ale e della sua famiglia, alla fine, cominciò a bollire: e la storia ebbe inizio. Si allenava nel mito di Alessandro Nesta e studiava, lo ha fatto sempre e lo fa ancora oggi: il Liceo Scientifico, la laurea in Economia Aziendale e ora la Magistrale. Il suo modello storico è Gandhi: è un guerriero ma anche un giovane uomo saggio e riflessivo. Papà lo chiamava “calma piatta”, per prenderlo in giro. Nel suo curriculum granata c’è anche il rifiuto alla Juve, in estate: «Sono nato e cresciuto nel Torino, ho sempre giocato nel Torino e ho letto i nomi a Superga: mi sentivo di tradire in primis me stesso». Coerenza, sincerità, principi".