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CORRIERE DELLA SERA - Spalletti è in una posizione scomoda, l'Italia non può più sbagliare, in confronto il magnifico Napoli del suo scudetto era elementare
20.03.2025 08:53 di Napoli Magazine

Il commissario tecnico della Nazionale italiana Luciano Spalletti è in una posizione scomoda, scrive il Corriere della Sera. "L’Italia deve partecipare ai prossimi Mondiali di calcio. Deve, per forza. È questo il motivo per cui, da stasera in poi, la sua Nazionale non può più sbagliare. Spalletti si porta addosso tanto calcio, e tanta vita. È ragionevole immaginare che comprenda come e perché il tempo dell’indulgenza sia finito. Perdonargli il disastro del campionato europeo non è stato facile. Molti ne chiedevano le dimissioni. Eppure su quella panchina si era seduto con il suo quaderno pieno di frecce e di cerchietti, di linee diagonali e tratteggiate: l’idea di un calcio che solo lui vedeva, e che ai suoi azzurri sembrò, fin dal primo allenamento, nient’altro che un pasticcio di progetti tattici visionari (in confronto, il magnifico Napoli del suo scudetto era elementare: un regista, due ali, un centravanti). Occorre anche riconoscere che il colpo d’occhio, nel ritiro azzurro, non toglie esattamente il fiato. Nessuna traccia di fuoriclasse, eccetto Donnarumma. Vediamo se Politano riuscirà a fare il lavoro di Cambiaso. E se Raspadori è davvero tanto migliore di Maldini, in quel ruolo", si legge sul quotidiano.

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CORRIERE DELLA SERA - Spalletti è in una posizione scomoda, l'Italia non può più sbagliare, in confronto il magnifico Napoli del suo scudetto era elementare

di Napoli Magazine

20/03/2025 - 08:53

Il commissario tecnico della Nazionale italiana Luciano Spalletti è in una posizione scomoda, scrive il Corriere della Sera. "L’Italia deve partecipare ai prossimi Mondiali di calcio. Deve, per forza. È questo il motivo per cui, da stasera in poi, la sua Nazionale non può più sbagliare. Spalletti si porta addosso tanto calcio, e tanta vita. È ragionevole immaginare che comprenda come e perché il tempo dell’indulgenza sia finito. Perdonargli il disastro del campionato europeo non è stato facile. Molti ne chiedevano le dimissioni. Eppure su quella panchina si era seduto con il suo quaderno pieno di frecce e di cerchietti, di linee diagonali e tratteggiate: l’idea di un calcio che solo lui vedeva, e che ai suoi azzurri sembrò, fin dal primo allenamento, nient’altro che un pasticcio di progetti tattici visionari (in confronto, il magnifico Napoli del suo scudetto era elementare: un regista, due ali, un centravanti). Occorre anche riconoscere che il colpo d’occhio, nel ritiro azzurro, non toglie esattamente il fiato. Nessuna traccia di fuoriclasse, eccetto Donnarumma. Vediamo se Politano riuscirà a fare il lavoro di Cambiaso. E se Raspadori è davvero tanto migliore di Maldini, in quel ruolo", si legge sul quotidiano.