Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco alcune delle dichiarazioni dell'azzurro al quotidiano sportivo: "Pullman scoperto? Se chiudo gli occhi rivedo tanta gente che festeggia, sorrisi, la gioia di una città. È stato bellissimo. Non avevo mai vissuto una festa così, un’esperienza unica. Se è valida la tesi che con Conte e Lukaku si vince? Abbiamo la stessa mentalità: solo con il lavoro si migliora. Lui ha un’idea calcistica che si adatta alle mie caratteristiche e io, quando sono a casa, cerco di apprendere i concetti di gioco che vuole. La nostra relazione ha sempre funzionato, perché sa darmi ogni giorno quegli stimoli per cercare di essere sempre il più forte. Conte il mio padre calcistico? Sì, come lo sono stati Roberto Martinez nel Belgio, Koeman all’Everton e Ariel Jacobs all’Anderlecht. Sono loro che mi hanno cambiato la vita. Il gol alla Lukaku col Cagliari e quell'esultanza? C’era pure un po’ di tecnica eh, ho fatto un tunnel. Era rabbiosa perché mi avevano dato tutti per morto, per tre anni mi hanno messo la croce addosso. Poi, alla fine, vincere in quel modo, col mister a cui pure è stata messa una croce dopo il Tottenham, è stato bellissimo. Il pianto? Sì, mi sono tolto di dosso un peso incredibile. Vincere una volta capita. Farlo due volte significa essere un vincente. Ora si ricomincia, vediamo cosa possiamo aggiungere nella bacheca".
di Napoli Magazine
07/08/2025 - 08:12
Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. Ecco alcune delle dichiarazioni dell'azzurro al quotidiano sportivo: "Pullman scoperto? Se chiudo gli occhi rivedo tanta gente che festeggia, sorrisi, la gioia di una città. È stato bellissimo. Non avevo mai vissuto una festa così, un’esperienza unica. Se è valida la tesi che con Conte e Lukaku si vince? Abbiamo la stessa mentalità: solo con il lavoro si migliora. Lui ha un’idea calcistica che si adatta alle mie caratteristiche e io, quando sono a casa, cerco di apprendere i concetti di gioco che vuole. La nostra relazione ha sempre funzionato, perché sa darmi ogni giorno quegli stimoli per cercare di essere sempre il più forte. Conte il mio padre calcistico? Sì, come lo sono stati Roberto Martinez nel Belgio, Koeman all’Everton e Ariel Jacobs all’Anderlecht. Sono loro che mi hanno cambiato la vita. Il gol alla Lukaku col Cagliari e quell'esultanza? C’era pure un po’ di tecnica eh, ho fatto un tunnel. Era rabbiosa perché mi avevano dato tutti per morto, per tre anni mi hanno messo la croce addosso. Poi, alla fine, vincere in quel modo, col mister a cui pure è stata messa una croce dopo il Tottenham, è stato bellissimo. Il pianto? Sì, mi sono tolto di dosso un peso incredibile. Vincere una volta capita. Farlo due volte significa essere un vincente. Ora si ricomincia, vediamo cosa possiamo aggiungere nella bacheca".