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GLI ALLENATORI - Napoli-Inter, Sarri vs Spalletti, è un derby toscano
21.10.2017 12:06 di Napoli Magazine Fonte: Dario De Martino per il Roma

Un’ora e poco più d'autostrada con il finestrino aperto a respirare l'aria buona delle campagne toscane. 80 chilometri separano Figline Valdarno, paese in cui è cresciuto Maurizio Sarri, da Certaldo, luogo di nascita di Luciano Spalletti. Distanza minima. Luciano nasceva nel paesino fiorentino il 7 marzo 1959. Maurizio ha visto la luce a Bagnoli (il papà era operaio all'Italsider prima di tornare in Toscana) il 10 gennaio dello stesso anno. Meno di due mesi. Distanza minima. Sarri è primo in classifica con il suo Napoli che allena da tre anni. Spalletti è secondo con la sua Inter, in cui è appena approdato. 24 punti gli azzurri (8 gare, 8 vittorie), 22 i nerazzurri. Distanza minima. Stasera si sfideranno al San Paolo. Provenienza, età e ottimo rendimento. Gli aspetti in comune tra i due allenatori che saranno faccia a faccia stasera sono tantissimi, e guardano anche più da vicino il campo, a partire dalla piazza che ha consacrato entrambe i tecnici: Empoli.

 

STILE E GIOCO SIMILI. Ma la distanza minima tra Sarri è Spalletti è anche nello stile: poco attenti al “politicamente corretto”, convinti delle proprie idee che portano avanti dall'inizio della loro carriera. Stasera sarà sfida tra il più bel calcio d'Italia, forse tra i migliori d'Europa, esaltato anche dal maestro delle trame di gioco Guardiola, e il cinismo dell'Inter. Ma è solo un caso. Spalletti è proprio come Sarri. È uno che ama far “splendere” le proprie squadre. All'Inter non ci è ancora riuscito e ciò nonostante sta ottenendo ottimi risultati. Ma la sua storia è piena di spettacolo. Ce ne sono tanti di aspetti in comune tra i due nel modo di presentare in campo i loro undici e di gestire le proprie rose. Ne scegliamo uno, il più curioso: la capacità di cambiare il destino dei loro giocatori, di plasmare al meglio al materia prima concessa dalle società. Per far giocar bene gli undici, insegnano i professori del pallone, bisogna riconoscere le qualità dei propri giocatori e capire dove possano rendere al meglio e come si possano inserire in un'idea di gioco ben precisa. Sarri e Spalletti ne son maestri.

 

TOTTI E MERTENS. Gioco spumeggiante e pochi riferimenti per le difese avversarie: ecco il falso nove. Chiedere a Dries e Francesco, che centravanti proprio non pensavano di diventarlo, ed invece l'hanno fatto a meglio. Sarri ha scoperto Mertens: falso nove dopo l'infortunio di Milik è diventato tra i bomber più prolofici della serie A, un incubo per le difese di mezza Europa. Così era diventato Francesco Totti, che sotto la guida di Spalletti vinse la scarpa d'oro, trasformato in falso nove del 4-2-3-1 della prima Roma “spallettiana”, vista l'assenza di punte di ruolo (anche in quel caso si fece male Montella). E ancora. In quel 4- 2-3-1 c'era Perrotta: mediano accanto al più tecnico Corini nel Chievo, inventato trequartista con ottimi tempi di inserimento dall'allenatore toscano. E Zielinski, arrivato ad Empoli per sostituire Saponara come giovane trequartista, con Sarri s'è scoperto mezz'ala e se Insigne non dovesse farcela potrebbe essere sperimentato come ala sinistra. Il percorso che fece Martusciello, prima vice di Sarri e oggi di Spalletti. Quando era giocatore era un interdittore fino all'arrivo di Spalletti, che lo fece diventare esterno d'attacco. L'ex allenatore dell'Empoli svelerà al suo mister qualche segreto del gioco di Sarri, ma l'inventore di gioco bagnolese ha sempre armi nuove che neanche Martusciello conosce.

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GLI ALLENATORI - Napoli-Inter, Sarri vs Spalletti, è un derby toscano

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21/10/2024 - 12:06

Un’ora e poco più d'autostrada con il finestrino aperto a respirare l'aria buona delle campagne toscane. 80 chilometri separano Figline Valdarno, paese in cui è cresciuto Maurizio Sarri, da Certaldo, luogo di nascita di Luciano Spalletti. Distanza minima. Luciano nasceva nel paesino fiorentino il 7 marzo 1959. Maurizio ha visto la luce a Bagnoli (il papà era operaio all'Italsider prima di tornare in Toscana) il 10 gennaio dello stesso anno. Meno di due mesi. Distanza minima. Sarri è primo in classifica con il suo Napoli che allena da tre anni. Spalletti è secondo con la sua Inter, in cui è appena approdato. 24 punti gli azzurri (8 gare, 8 vittorie), 22 i nerazzurri. Distanza minima. Stasera si sfideranno al San Paolo. Provenienza, età e ottimo rendimento. Gli aspetti in comune tra i due allenatori che saranno faccia a faccia stasera sono tantissimi, e guardano anche più da vicino il campo, a partire dalla piazza che ha consacrato entrambe i tecnici: Empoli.

 

STILE E GIOCO SIMILI. Ma la distanza minima tra Sarri è Spalletti è anche nello stile: poco attenti al “politicamente corretto”, convinti delle proprie idee che portano avanti dall'inizio della loro carriera. Stasera sarà sfida tra il più bel calcio d'Italia, forse tra i migliori d'Europa, esaltato anche dal maestro delle trame di gioco Guardiola, e il cinismo dell'Inter. Ma è solo un caso. Spalletti è proprio come Sarri. È uno che ama far “splendere” le proprie squadre. All'Inter non ci è ancora riuscito e ciò nonostante sta ottenendo ottimi risultati. Ma la sua storia è piena di spettacolo. Ce ne sono tanti di aspetti in comune tra i due nel modo di presentare in campo i loro undici e di gestire le proprie rose. Ne scegliamo uno, il più curioso: la capacità di cambiare il destino dei loro giocatori, di plasmare al meglio al materia prima concessa dalle società. Per far giocar bene gli undici, insegnano i professori del pallone, bisogna riconoscere le qualità dei propri giocatori e capire dove possano rendere al meglio e come si possano inserire in un'idea di gioco ben precisa. Sarri e Spalletti ne son maestri.

 

TOTTI E MERTENS. Gioco spumeggiante e pochi riferimenti per le difese avversarie: ecco il falso nove. Chiedere a Dries e Francesco, che centravanti proprio non pensavano di diventarlo, ed invece l'hanno fatto a meglio. Sarri ha scoperto Mertens: falso nove dopo l'infortunio di Milik è diventato tra i bomber più prolofici della serie A, un incubo per le difese di mezza Europa. Così era diventato Francesco Totti, che sotto la guida di Spalletti vinse la scarpa d'oro, trasformato in falso nove del 4-2-3-1 della prima Roma “spallettiana”, vista l'assenza di punte di ruolo (anche in quel caso si fece male Montella). E ancora. In quel 4- 2-3-1 c'era Perrotta: mediano accanto al più tecnico Corini nel Chievo, inventato trequartista con ottimi tempi di inserimento dall'allenatore toscano. E Zielinski, arrivato ad Empoli per sostituire Saponara come giovane trequartista, con Sarri s'è scoperto mezz'ala e se Insigne non dovesse farcela potrebbe essere sperimentato come ala sinistra. Il percorso che fece Martusciello, prima vice di Sarri e oggi di Spalletti. Quando era giocatore era un interdittore fino all'arrivo di Spalletti, che lo fece diventare esterno d'attacco. L'ex allenatore dell'Empoli svelerà al suo mister qualche segreto del gioco di Sarri, ma l'inventore di gioco bagnolese ha sempre armi nuove che neanche Martusciello conosce.

Fonte: Dario De Martino per il Roma