La stagione della Juventus è stata finora altalenante. Prestazioni straordinarie, come quella contro il Manchester City, si alternano a difficoltà in campionato contro squadre come il Venezia. Secondo lei, qual è il problema principale?
"Forse c'è ancora un processo di sviluppo rispetto a ciò che l'allenatore chiede ai ragazzi. La squadra è molto rinnovata e ci sono talenti importanti, ma non tutto è ancora sbocciato. Serve del tempo. Alcune situazioni, come quelle viste contro il Cagliari in Coppa Italia, dimostrano che con una giocata giusta si possono sbloccare le partite. La Juventus è sulla strada giusta, ma bisogna avere pazienza. È difficile giudicare dall’esterno, ma penso che i frutti si vedranno più avanti".
Un giocatore che sembra in crescita è Koopmeiners: qual è la sua opinione su di lui?
"Koopmeiners è un giocatore straordinario, completo, con grande quantità e sostanza. Ha avuto qualche problema iniziale, ma ora sta emergendo. È un talento che dà sicurezza alla squadra, e credo che sarà un punto fermo della Juventus per molto tempo. Forse il cambio di ruolo ha influito sul suo adattamento. Con Gasperini giocava in modo più offensivo, mentre ora ha un baricentro più basso. All’Atalanta aveva più libertà, essendo supportato da altri centrocampisti. Adattarsi a un ruolo più compassato richiede tempo, ma Koopmeiners ha dimostrato di avere personalità e intelligenza tattica. È un esempio di calcio totale: sa interpretare vari ruoli e dare equilibrio alla squadra".
Un tema sempre attuale è quello del cambio di allenatore. Secondo lei, è una scelta realmente efficace o spesso è solo una reazione istintiva?
"Dipende. A volte, quando lo spogliatoio non segue più l’allenatore o si perde fiducia nei suoi confronti, il cambio diventa necessario. Anche se crudele, può servire a responsabilizzare i giocatori e a dare una scossa all’ambiente. Tuttavia, non è sempre la soluzione, perché i risultati sul campo dipendono da molteplici fattori. Io ci sono passato e vi dico che non è bello, ma talvolta è inevitabile".
Passando al Napoli, che impressioni ha avuto dal punto di vista tattico nelle ultime settimane?
"Abbiamo visto una squadra estremamente versatile, capace di adattarsi a ogni avversario. Il Napoli di Conte ha dimostrato grande elasticità tattica. È fondamentale saper variare durante la partita per non essere prevedibili. Conte è molto bravo a preparare queste varianti e a leggerle in corsa, grazie anche a una rosa di alto livello. Questa capacità di cambiare il 'vestito' tattico è uno dei punti di forza del Napoli".
Crede che la squadra di Gasperini possa essere una seria candidata per lo scudetto?
"Assolutamente sì. L’Atalanta è cresciuta moltissimo negli ultimi anni, ha esperienza e giocatori di livello internazionale. La vittoria dell’Europa League ha rafforzato ulteriormente la mentalità del gruppo. Credo che si giocheranno lo scudetto con Napoli e Inter. Sarà una corsa a tre".