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IL MATTINO - Kvaratskhelia vuole spaccare il mondo, ma non riesce, Antonio Conte lo sostituisce dopo tre errori importanti
25.11.2024 09:50 di Napoli Magazine

Il Mattino ha commentato la prestazione di Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli, nel match contro la Roma: "Vuole ma non può, nel senso che non riesce, parte per spaccare il mondo, poi resta prigioniero delle sue ambizioni, privilegia il sacrificio e penalizza la precisione. Quell’errore madornale sotto porta condiziona la sua gara. Ci sarebbe tempo per rifarsi ma lui per primo sa di aver sbagliato tanto. Kvara ha reagito, non che abbia giocato male ma nemmeno bene, ha fatto quello che di solito fa sulla fascia sinistra dove ha incontrato la debole resistenza di uno spaesato Celik, l’impressione però è che abbia smarrito lucidità, continuando a intestardirsi in egoismi e giocate quasi impossibili. Sono tre gli episodi che hanno fatto calare le quotazioni dell’attaccante ieri in partita. Il primo verso la fine del primo tempo, quando Kvaratskhelia si impunta cercando la soluzione personale con una punizione da oltre trenta metri, distanza quasi impossibile, almeno per uno con le sue caratteristiche. Poi altre due episodi chiave: quelle due giocate, quasi di fila, dopo il vantaggio di Lukaku, che hanno rischiato di ridare ossigeno alla Roma: due palloni persi sanguinosamente a metà campo, con passaggi ancor più sanguinosi in orizzontale, a tutto vantaggio delle ripartenze giallorosse. Scena emblematica: si illumina sulla lavagnetta il numero 77, nessun mugugno da parte del pubblico, nessuno scetticismo, forse nessuna sorpresa. Chi si meraviglia è soltanto il georgiano, che fissa la panchina, fa una piccola smorfia con il viso, si tira la maglia sul viso per asciugare il sudore ma probabilmente anche per sfogarsi ed esce dal campo. Non lo attraversa, gira dietro la porta difesa da Meret: se fosse uscito da metà campo avrebbe incrociato l’allenatore. Invece sfila a testa bassa fino a metà tribuna, la sensazione è che vorrebbe andarsene negli spogliatoi ma poi taglia dentro il campo e si accomoda ai margini della panca, dopo aver indossato il giaccone della tuta. Nessun “cinque” con i panchinari, nessuna stretta di mano, nessuna pacca sulla spalla con il tecnico, sul lato opposto della panchina e in piedi per incitare la squadra impegnata a difendere il prezioso vantaggio. Manco si cercano con lo sguardo e la sua esultanza al fischio finale è contenuta, tipica di chi non ha smaltito la delusione".

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IL MATTINO - Kvaratskhelia vuole spaccare il mondo, ma non riesce, Antonio Conte lo sostituisce dopo tre errori importanti

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25/11/2024 - 09:50

Il Mattino ha commentato la prestazione di Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli, nel match contro la Roma: "Vuole ma non può, nel senso che non riesce, parte per spaccare il mondo, poi resta prigioniero delle sue ambizioni, privilegia il sacrificio e penalizza la precisione. Quell’errore madornale sotto porta condiziona la sua gara. Ci sarebbe tempo per rifarsi ma lui per primo sa di aver sbagliato tanto. Kvara ha reagito, non che abbia giocato male ma nemmeno bene, ha fatto quello che di solito fa sulla fascia sinistra dove ha incontrato la debole resistenza di uno spaesato Celik, l’impressione però è che abbia smarrito lucidità, continuando a intestardirsi in egoismi e giocate quasi impossibili. Sono tre gli episodi che hanno fatto calare le quotazioni dell’attaccante ieri in partita. Il primo verso la fine del primo tempo, quando Kvaratskhelia si impunta cercando la soluzione personale con una punizione da oltre trenta metri, distanza quasi impossibile, almeno per uno con le sue caratteristiche. Poi altre due episodi chiave: quelle due giocate, quasi di fila, dopo il vantaggio di Lukaku, che hanno rischiato di ridare ossigeno alla Roma: due palloni persi sanguinosamente a metà campo, con passaggi ancor più sanguinosi in orizzontale, a tutto vantaggio delle ripartenze giallorosse. Scena emblematica: si illumina sulla lavagnetta il numero 77, nessun mugugno da parte del pubblico, nessuno scetticismo, forse nessuna sorpresa. Chi si meraviglia è soltanto il georgiano, che fissa la panchina, fa una piccola smorfia con il viso, si tira la maglia sul viso per asciugare il sudore ma probabilmente anche per sfogarsi ed esce dal campo. Non lo attraversa, gira dietro la porta difesa da Meret: se fosse uscito da metà campo avrebbe incrociato l’allenatore. Invece sfila a testa bassa fino a metà tribuna, la sensazione è che vorrebbe andarsene negli spogliatoi ma poi taglia dentro il campo e si accomoda ai margini della panca, dopo aver indossato il giaccone della tuta. Nessun “cinque” con i panchinari, nessuna stretta di mano, nessuna pacca sulla spalla con il tecnico, sul lato opposto della panchina e in piedi per incitare la squadra impegnata a difendere il prezioso vantaggio. Manco si cercano con lo sguardo e la sua esultanza al fischio finale è contenuta, tipica di chi non ha smaltito la delusione".