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L'ELOGIO - Flachi: "Raspadori mi piace tantissimo, lo vedrei bene alla Fiorentina"
08.01.2025 10:35 di Napoli Magazine

Ai microfoni di Calcio Time, nel corso della ventinovesima puntata della trasmissione a cura della redazione di EuropaCalcio.it, è intervenuto Francesco Flachi, ex bomber nella storia della Sampdoria:

Su Rashford in orbita Milan: "Si tratta di un nome molto importante, appetibile per il mercato rossonero. Gioca in una grande squadra a livello internazionale, ma bisognerà capire i motivi per i quali il Manchester United abbia intenzione di privarsene: se per una questione ambientale o tecnica. Rashford, in ogni caso, non è una prima punta e credo che il Milan abbia necessità di investire sul centravanti di peso. Morata non garantisce tantissimi gol, anche se fa un grandissimo lavoro per la squadra. L’inglese si adatta più sugli esterni; la società rossonera dovrà investire sul numero 9 vero e proprio". 

Sul rapporto tra Palladino e Kean: "Ritengo si sia creata quest’alchimia perché il nuovo tecnico l’ha indicato immediatamente come rinforzo ideale sin dagli albori del mercato estivo. Per il gioco che può esprimere Palladino, Kean risulta il finalizzatore ideale e i risultati lo dimostrano. Ricordiamo, comunque, che stiamo parlando di un attaccante che ha già giocato in contesti importanti come quelli della Juventus e del Paris Saint Germain, malgrado la giovane età".

Una considerazione su Colpani: "In un calcio come quello di oggi bisogna attendere più tempo per veder esplodere un calciatore o notare un apporto così importante in una nuova squadra. Colpani è uno di questi: non ha ancora mostrato, in tutto e per tutto, ciò che ha fatto ampiamente vedere al Monza. Ha fatto questo grande exploit nelle ultime due stagioni, ma non è ancora a quei livelli. Evidentemente, bisognerà aspettare ancora un po’; ai miei tempi, tutta quest’attesa non c’era. Stesso discorso vale per Gudmundsson, ad esempio: grande ascesa al Genoa, ma ancora troppi alti e bassi alla Fiorentina".

Su Balotelli: "Quello di Balotelli è un altro discorso: non va più giudicato, perché ha già effettuato il proprio percorso in carriera ed ha fatto quel che ha fatto. Probabilmente, il suo modo di giocare in campo non si riflette sulle idee di Vieira, il quale, magari, predilige più calciatori di movimento e inserimento. In questo calcio di oggi bisogna correre e battersi un po’ di più, come si suol dire. Restare fermi a smistare palloni fa parte del modo di giocare di un tempo: oggi, il calcio è diverso. Bisognerebbe entrare nella sua testa e capire, a modo, come il suo inserimento può offrire benefici alla squadra: le qualità non di discutono. La continuità, però, fa la differenza". 

Su Raspadori: "Raspadori è un calciatore che mi piace tantissimo ed è uno di quelli che vedrei benissimo alla Fiorentina. Ha delle caratteristiche che ben si sposano col modo di giocare di Palladino, ma in generale è uno di quegli attaccanti ai quali non devi attribuire troppi compiti tattici, ma concedere la palla e beneficiarne della sua grande individualità. Il calcio di oggi è schematizzato e la tecnica è molto penalizzata: non puoi dargli un ruolo ben definito, perché lo limiti". 

Sulla trattativa col Monaco: "Vi racconto quest’aneddoto di mercato: rifiutai una grande offerta del Monaco di Deschamps, che pochi mesi dopo raggiunse la finale di Champions League contro il Porto di Mourinho. L’annata precedente, alla Sampdoria, coincideva con il penultimo anno di contratto e fu quella più prolifica dal punto di vista delle reti. La Sampdoria non navigava in ottime acque dal punto di vista economico, stava per verificarsi un avvicendamento societario che condusse, poi, Garrone alla presidenza. L’offerta era di quelle irrinunciabili: 15 milioni di euro in cinque anni ma, per come sono fatto io, decisi di lasciar perdere per diverse questioni. Dal punto di vista professionale, la Ligue 1 non era così appetibile come può esserlo ora, mentre da quello personale, probabilmente, avrei speso tutto in casinò e appartamenti. Sarei tornato in Italia per la fine dei fondi! (ride, ndr). Contestualmente, era già predisposto anche il rinnovo di contratto con Samp: 750 mila per 4 anni: decisi di firmare il rinnovo e restare alla Samp con il raggiungimento della salvezza. L’amore della gente non ha prezzo". 

Sui numeri 10: "Col talento ci nasci, ma credo rispetto al passato ci fosse più la voglia di emergere, di lottare, di giocare e sporcarsi in ogni campo, anche quelli pieni di fango, in mezzo alla strada o in altri luoghi non ideali, ma più che formativi. A livello di movimento, credo dovremmo rivolgerci a persone competenti, a grandi ex calciatori, che insegnino i movimenti e formino le nuove leve: oggi, nei settori giovanili, allenano persone che non hanno mai giocato a calcio a livello professionistico. I numeri 10 in Serie A, al giorno d’oggi, sono pochissimi: mi piacciono Dybala e Nico Paz, il talento del Como. Ricordano i numeri 10 del passato e sono quelli che mi colpiscono particolarmente".

Una considerazione su Simone Inzaghi e Conceicao: "Simone è un grande amico e una grandissima persona. Non avrei mai puntato nemmeno un euro sulla sua consacrazione da allenatore, devo essere sincero. Non avrei mai pensato diventasse così bravo, ma sono sicuro l’Inter, dopo la rete del 2-0, considerasse chiusa la pratica. Bravissimo il Milan, grande Conceicao, mentre ho notato qualche responsabilità in Sommer, soprattutto sulla prima rete di Theo, su punizione". 

Un ricordo sulle partite giocate contro Montero, in passato: "Grande persona, grande calciatore e dotato di quella malizia con la quale ti avvertiva in ogni modo che, dalle sue parti, era difficile passare. Una volta, mi diede un pugno in un fianco, ma ho un grande ricordo delle lotte contro un grande difensore come lui nel corso delle partite in cui ci confrontavamo. Nel momento in cui riuscivi a saltarlo, ti sentivi anche gratificato, ma prima di liberarti del pallone, avresti dovuto fare un balzo per evitare la botta (ride, ndr). Era il difensore più arcigno, insieme a Materazzi, mentre Nesta quello inarrivabile: forte, elegante, spettacolare".

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L'ELOGIO - Flachi: "Raspadori mi piace tantissimo, lo vedrei bene alla Fiorentina"

di Napoli Magazine

08/01/2025 - 10:35

Ai microfoni di Calcio Time, nel corso della ventinovesima puntata della trasmissione a cura della redazione di EuropaCalcio.it, è intervenuto Francesco Flachi, ex bomber nella storia della Sampdoria:

Su Rashford in orbita Milan: "Si tratta di un nome molto importante, appetibile per il mercato rossonero. Gioca in una grande squadra a livello internazionale, ma bisognerà capire i motivi per i quali il Manchester United abbia intenzione di privarsene: se per una questione ambientale o tecnica. Rashford, in ogni caso, non è una prima punta e credo che il Milan abbia necessità di investire sul centravanti di peso. Morata non garantisce tantissimi gol, anche se fa un grandissimo lavoro per la squadra. L’inglese si adatta più sugli esterni; la società rossonera dovrà investire sul numero 9 vero e proprio". 

Sul rapporto tra Palladino e Kean: "Ritengo si sia creata quest’alchimia perché il nuovo tecnico l’ha indicato immediatamente come rinforzo ideale sin dagli albori del mercato estivo. Per il gioco che può esprimere Palladino, Kean risulta il finalizzatore ideale e i risultati lo dimostrano. Ricordiamo, comunque, che stiamo parlando di un attaccante che ha già giocato in contesti importanti come quelli della Juventus e del Paris Saint Germain, malgrado la giovane età".

Una considerazione su Colpani: "In un calcio come quello di oggi bisogna attendere più tempo per veder esplodere un calciatore o notare un apporto così importante in una nuova squadra. Colpani è uno di questi: non ha ancora mostrato, in tutto e per tutto, ciò che ha fatto ampiamente vedere al Monza. Ha fatto questo grande exploit nelle ultime due stagioni, ma non è ancora a quei livelli. Evidentemente, bisognerà aspettare ancora un po’; ai miei tempi, tutta quest’attesa non c’era. Stesso discorso vale per Gudmundsson, ad esempio: grande ascesa al Genoa, ma ancora troppi alti e bassi alla Fiorentina".

Su Balotelli: "Quello di Balotelli è un altro discorso: non va più giudicato, perché ha già effettuato il proprio percorso in carriera ed ha fatto quel che ha fatto. Probabilmente, il suo modo di giocare in campo non si riflette sulle idee di Vieira, il quale, magari, predilige più calciatori di movimento e inserimento. In questo calcio di oggi bisogna correre e battersi un po’ di più, come si suol dire. Restare fermi a smistare palloni fa parte del modo di giocare di un tempo: oggi, il calcio è diverso. Bisognerebbe entrare nella sua testa e capire, a modo, come il suo inserimento può offrire benefici alla squadra: le qualità non di discutono. La continuità, però, fa la differenza". 

Su Raspadori: "Raspadori è un calciatore che mi piace tantissimo ed è uno di quelli che vedrei benissimo alla Fiorentina. Ha delle caratteristiche che ben si sposano col modo di giocare di Palladino, ma in generale è uno di quegli attaccanti ai quali non devi attribuire troppi compiti tattici, ma concedere la palla e beneficiarne della sua grande individualità. Il calcio di oggi è schematizzato e la tecnica è molto penalizzata: non puoi dargli un ruolo ben definito, perché lo limiti". 

Sulla trattativa col Monaco: "Vi racconto quest’aneddoto di mercato: rifiutai una grande offerta del Monaco di Deschamps, che pochi mesi dopo raggiunse la finale di Champions League contro il Porto di Mourinho. L’annata precedente, alla Sampdoria, coincideva con il penultimo anno di contratto e fu quella più prolifica dal punto di vista delle reti. La Sampdoria non navigava in ottime acque dal punto di vista economico, stava per verificarsi un avvicendamento societario che condusse, poi, Garrone alla presidenza. L’offerta era di quelle irrinunciabili: 15 milioni di euro in cinque anni ma, per come sono fatto io, decisi di lasciar perdere per diverse questioni. Dal punto di vista professionale, la Ligue 1 non era così appetibile come può esserlo ora, mentre da quello personale, probabilmente, avrei speso tutto in casinò e appartamenti. Sarei tornato in Italia per la fine dei fondi! (ride, ndr). Contestualmente, era già predisposto anche il rinnovo di contratto con Samp: 750 mila per 4 anni: decisi di firmare il rinnovo e restare alla Samp con il raggiungimento della salvezza. L’amore della gente non ha prezzo". 

Sui numeri 10: "Col talento ci nasci, ma credo rispetto al passato ci fosse più la voglia di emergere, di lottare, di giocare e sporcarsi in ogni campo, anche quelli pieni di fango, in mezzo alla strada o in altri luoghi non ideali, ma più che formativi. A livello di movimento, credo dovremmo rivolgerci a persone competenti, a grandi ex calciatori, che insegnino i movimenti e formino le nuove leve: oggi, nei settori giovanili, allenano persone che non hanno mai giocato a calcio a livello professionistico. I numeri 10 in Serie A, al giorno d’oggi, sono pochissimi: mi piacciono Dybala e Nico Paz, il talento del Como. Ricordano i numeri 10 del passato e sono quelli che mi colpiscono particolarmente".

Una considerazione su Simone Inzaghi e Conceicao: "Simone è un grande amico e una grandissima persona. Non avrei mai puntato nemmeno un euro sulla sua consacrazione da allenatore, devo essere sincero. Non avrei mai pensato diventasse così bravo, ma sono sicuro l’Inter, dopo la rete del 2-0, considerasse chiusa la pratica. Bravissimo il Milan, grande Conceicao, mentre ho notato qualche responsabilità in Sommer, soprattutto sulla prima rete di Theo, su punizione". 

Un ricordo sulle partite giocate contro Montero, in passato: "Grande persona, grande calciatore e dotato di quella malizia con la quale ti avvertiva in ogni modo che, dalle sue parti, era difficile passare. Una volta, mi diede un pugno in un fianco, ma ho un grande ricordo delle lotte contro un grande difensore come lui nel corso delle partite in cui ci confrontavamo. Nel momento in cui riuscivi a saltarlo, ti sentivi anche gratificato, ma prima di liberarti del pallone, avresti dovuto fare un balzo per evitare la botta (ride, ndr). Era il difensore più arcigno, insieme a Materazzi, mentre Nesta quello inarrivabile: forte, elegante, spettacolare".