Luciano Spalletti, ex allenatore del Napoli ed ex c.t. della Nazionale italiana, ha rilasciato alcune dichiarazioni dal palco del Festival dello Sport di Trento. Di seguito, un estratto.
Il tuo legame con Napoli?
"Quando mi hanno riconosciuto di essere uno 'scugnizzo' napoletano, è stato un momento bellissimo. Mi riferisco alla cittadinanza che mi ha dato il Sindaco. Ho ricevuto un amore sfrenato che ti metteva anche timore, non sai dove possa andare a finire. Mi faceva anche un po' di timore, perché non sapevo se avere tutto quello che serviva per meritarlo".
Prima di tanti parlavi del portiere che deve saper giocare con i piedi.
"Non si considera mai il portiere come un calciatore, ma solo un portiere. Chiaramente uno deve saper parare, ma se ho la palla io diventa fondamentale nell'uscita in un calcio in cui tutti ti vengono a prendere".
La formazione ideale dei calciatori che hai allenato? (viene portata una lavagna al tecnico per scriverla).
"Scelgo il modulo 4-2-3-1. Non metto quelli della Nazionale, sarebbe facile altrimenti partire da Donnarumma. A Roma ero in difficoltà a scegliere fra Alisson e Szczesny. Scelgo Szczesny anche se è un casino da scrivere".
Difesa e centrocampo?
"Panucci o Di Lorenzo? Scelgo Di Lorenzo dai. A sinistra ho avuto Emerson, Jankulovski, Riise, tutti fortissimi. Anche Tonetto, Juan e Mexes. Metto Jankulovski, spingeva in maniera incredibile. Come centrali ho avuto Kim, Koulibaly, Chivu. Scelgo Koulibaly e Chivu. Pizarro e De Rossi in mediana".
Davanti?
"Totti lo metto per primo. Scelgo poi Dzeko, poi come ali Kvaratskhelia va messo per forza da un lato e dall'altro Salah".
di Napoli Magazine
12/10/2025 - 12:38
Luciano Spalletti, ex allenatore del Napoli ed ex c.t. della Nazionale italiana, ha rilasciato alcune dichiarazioni dal palco del Festival dello Sport di Trento. Di seguito, un estratto.
Il tuo legame con Napoli?
"Quando mi hanno riconosciuto di essere uno 'scugnizzo' napoletano, è stato un momento bellissimo. Mi riferisco alla cittadinanza che mi ha dato il Sindaco. Ho ricevuto un amore sfrenato che ti metteva anche timore, non sai dove possa andare a finire. Mi faceva anche un po' di timore, perché non sapevo se avere tutto quello che serviva per meritarlo".
Prima di tanti parlavi del portiere che deve saper giocare con i piedi.
"Non si considera mai il portiere come un calciatore, ma solo un portiere. Chiaramente uno deve saper parare, ma se ho la palla io diventa fondamentale nell'uscita in un calcio in cui tutti ti vengono a prendere".
La formazione ideale dei calciatori che hai allenato? (viene portata una lavagna al tecnico per scriverla).
"Scelgo il modulo 4-2-3-1. Non metto quelli della Nazionale, sarebbe facile altrimenti partire da Donnarumma. A Roma ero in difficoltà a scegliere fra Alisson e Szczesny. Scelgo Szczesny anche se è un casino da scrivere".
Difesa e centrocampo?
"Panucci o Di Lorenzo? Scelgo Di Lorenzo dai. A sinistra ho avuto Emerson, Jankulovski, Riise, tutti fortissimi. Anche Tonetto, Juan e Mexes. Metto Jankulovski, spingeva in maniera incredibile. Come centrali ho avuto Kim, Koulibaly, Chivu. Scelgo Koulibaly e Chivu. Pizarro e De Rossi in mediana".
Davanti?
"Totti lo metto per primo. Scelgo poi Dzeko, poi come ali Kvaratskhelia va messo per forza da un lato e dall'altro Salah".