A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Da cosa deriva la mancanza di partecipazione e di attenzione, da parte dei tifosi italiani, verso la Nazionale, soprattutto negli ultimi vent’anni?
“È una conseguenza diretta dei risultati. Quando non arrivano i risultati, soprattutto nelle fasi finali di Europei e Mondiali - e considerando che non ci siamo qualificati per due volte di fila - è normale che cali l’entusiasmo. Io continuo a guardare le competizioni, ma non con la stessa passione di una volta. Le qualificazioni, le partite interlocutorie, non mi prendono più come prima. Ho letto che Spinazzola abbia giocato bene, che Gattuso dovrà vincere e segnare tanto per qualificarsi, ma la strada resta complicata: presumibilmente dovremo passare attraverso i play-off. Positivo il cambio di rotta, così come il gol di Esposito. Per il resto, non mi esalto".
Dirottiamo, ora, i pensieri sul ritorno in campo del Napoli, partendo da Alessandro Buongiorno. Sembra recuperato: si aspetta di vederlo in campo domenica pomeriggio contro il Torino?
“Sì, però l’anno scorso visse una situazione identica e, al rientro da un infortunio, si fece male proprio contro la sua ex squadra. Potrebbe essere una di quelle partite in cui non sarà molto sollecitata la difesa del Napoli, quindi potrebbe giocare magari un tempo, giusto per riprendere ritmo. Ormai abbiamo capito che bisogna andarci piano con lui: deve essere completamente recuperato, non si può rischiare nulla. Diciamo che potrebbe essere la partita giusta per fargli ritrovare il sorriso e qualche minuto in campo".
Intanto la pausa per le nazionali restituisce un ottimo McTominay, che ha ritrovato la via della rete. È sempre il solito dubbio: nel Napoli sta vivendo un problema di forma o la presenza di De Bruyne gli toglie spazio?
“Non direi che la presenza di De Bruyne sia il problema principale. Il punto è il cambiamento di posizione in campo. Quest’anno gioca in modo diverso, e non ha ancora completamente assorbito o digerito questo nuovo ruolo. Fa un lavoro diverso rispetto alla scorsa stagione, quando agiva spesso da seconda punta o addirittura, in certi momenti, da prima punta. Ora Conte privilegia un centrocampo a quattro, e questo lo costringe ad arretrare e partire dalla fascia. In parte, la presenza di De Bruyne influisce indirettamente, perché è un giocatore talmente forte da costringere l’allenatore a cambiare assetto tattico. Ma McTominay resta un calciatore di grande coscienza tattica, uno che si adatta. Deve solo ritrovare la miglior condizione per esprimersi come lo scorso anno".
Qual è il suo giudizio su Pio Esposito che, oltre a mettersi in mostra con l’Inter, sta facendo bene anche con la maglia della Nazionale?
“Guarda, non voglio esagerare, ma ha alcune caratteristiche di Ibrahimovic ed altre di Careca. Aspettiamo. Leggo cose incredibili su di lui, ma dobbiamo dargli tempo. Lasciamolo giocare almeno una ventina di partite prima di trarre conclusioni definitive. Ha talento, sì, ma in Italia tendiamo sempre a esaltare troppo in fretta i giovani. Poi, indossare la maglia dell’Inter aiuta a ricevere più attenzione mediatica: viene incensato anche per questo, anche se non ne avrebbe bisogno perché è forte davvero. Ma vediamo come prosegue il suo percorso. Per ora, dico solo che è un ragazzo molto promettente: diamogli tempo".
di Napoli Magazine
13/10/2025 - 11:49
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Tarallo, giornalista del quotidiano La Verità. Di seguito, un estratto dell'intervista.
Da cosa deriva la mancanza di partecipazione e di attenzione, da parte dei tifosi italiani, verso la Nazionale, soprattutto negli ultimi vent’anni?
“È una conseguenza diretta dei risultati. Quando non arrivano i risultati, soprattutto nelle fasi finali di Europei e Mondiali - e considerando che non ci siamo qualificati per due volte di fila - è normale che cali l’entusiasmo. Io continuo a guardare le competizioni, ma non con la stessa passione di una volta. Le qualificazioni, le partite interlocutorie, non mi prendono più come prima. Ho letto che Spinazzola abbia giocato bene, che Gattuso dovrà vincere e segnare tanto per qualificarsi, ma la strada resta complicata: presumibilmente dovremo passare attraverso i play-off. Positivo il cambio di rotta, così come il gol di Esposito. Per il resto, non mi esalto".
Dirottiamo, ora, i pensieri sul ritorno in campo del Napoli, partendo da Alessandro Buongiorno. Sembra recuperato: si aspetta di vederlo in campo domenica pomeriggio contro il Torino?
“Sì, però l’anno scorso visse una situazione identica e, al rientro da un infortunio, si fece male proprio contro la sua ex squadra. Potrebbe essere una di quelle partite in cui non sarà molto sollecitata la difesa del Napoli, quindi potrebbe giocare magari un tempo, giusto per riprendere ritmo. Ormai abbiamo capito che bisogna andarci piano con lui: deve essere completamente recuperato, non si può rischiare nulla. Diciamo che potrebbe essere la partita giusta per fargli ritrovare il sorriso e qualche minuto in campo".
Intanto la pausa per le nazionali restituisce un ottimo McTominay, che ha ritrovato la via della rete. È sempre il solito dubbio: nel Napoli sta vivendo un problema di forma o la presenza di De Bruyne gli toglie spazio?
“Non direi che la presenza di De Bruyne sia il problema principale. Il punto è il cambiamento di posizione in campo. Quest’anno gioca in modo diverso, e non ha ancora completamente assorbito o digerito questo nuovo ruolo. Fa un lavoro diverso rispetto alla scorsa stagione, quando agiva spesso da seconda punta o addirittura, in certi momenti, da prima punta. Ora Conte privilegia un centrocampo a quattro, e questo lo costringe ad arretrare e partire dalla fascia. In parte, la presenza di De Bruyne influisce indirettamente, perché è un giocatore talmente forte da costringere l’allenatore a cambiare assetto tattico. Ma McTominay resta un calciatore di grande coscienza tattica, uno che si adatta. Deve solo ritrovare la miglior condizione per esprimersi come lo scorso anno".
Qual è il suo giudizio su Pio Esposito che, oltre a mettersi in mostra con l’Inter, sta facendo bene anche con la maglia della Nazionale?
“Guarda, non voglio esagerare, ma ha alcune caratteristiche di Ibrahimovic ed altre di Careca. Aspettiamo. Leggo cose incredibili su di lui, ma dobbiamo dargli tempo. Lasciamolo giocare almeno una ventina di partite prima di trarre conclusioni definitive. Ha talento, sì, ma in Italia tendiamo sempre a esaltare troppo in fretta i giovani. Poi, indossare la maglia dell’Inter aiuta a ricevere più attenzione mediatica: viene incensato anche per questo, anche se non ne avrebbe bisogno perché è forte davvero. Ma vediamo come prosegue il suo percorso. Per ora, dico solo che è un ragazzo molto promettente: diamogli tempo".