A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Vinicio Verza, ex calciatore di Milan, Juve e Como:
Si è conclusa una sciagurata turnazione dei sedicesimi di finale delle coppe europee, dove sono state eliminate tutte le squadre italiane, eccetto la Roma. È stato un anno estemporaneo questo oppure lo scorso quando abbiamo raggiunto il quinto posto Champions?
“Probabilmente è un mix delle due cose. Le squadre eliminate quest'anno hanno cambiato molti giocatori, allenatori e quindi hanno subito uno stravolgimento generale. Inoltre, sono arrivate a questi impegni in condizioni fisiche e mentali non ottimali. Ho notato che le squadre eliminate non hanno avuto un approccio positivo alla competizione".
Juventus e Milan, sue ex squadre, nonostante risultati simili hanno vissuto situazioni differenti. A Milano Fonseca è stato subito messo in discussione e poi esonerato in favore di Conçeiçao, mentre a Torino non ci sono state critiche nei confronti di Thiago Motta. Quanto conta l’ambiente nel tutelare un allenatore?
“Conta molto, ma dipende anche dagli obiettivi della proprietà. Oggigiorno non parliamo di società, ma di proprietà. Se il Milan ha come obiettivo vincere subito, è normale che l’allenatore paghi il prezzo dei risultati mancati. La Juventus, invece, sta facendo una programmazione diversa, dando fiducia a Thiago Motta, che ha cambiato schemi e ha fatto scelte impopolari, ma si è assunto delle responsabilità. Sarà il tempo a stabilire se questa strategia darà i suoi frutti. Alla fine dell’anno bisognerà valutare se la Juventus riuscirà a tornare in Champions League e se il progetto sarà stato rispettato. Se la Juve non dovesse qualificarsi in Champions, Thiago Motta rischierebbe l'esonero, perché l'obiettivo era tornare in Champions, e potrebbe pagarne le conseguenze. Conta molto anche il rapporto con lo spogliatoio. A volte si creano situazioni che portano all'esonero, come accaduto al Milan, dove alcuni giocatori scontenti hanno influito sulla decisione di cambiare Fonseca".
Può accadere anche il contrario? Ovvero, un allenatore può stancarsi di determinate dinamiche e decidere di lasciare?
“Negli ultimi giorni si parla di un Antonio Conte infastidito dal mancato mercato di gennaio del Napoli, tanto che potrebbe voler andare via a giugno, ma esiste anche una società con un presidente che investe e ha dei limiti di budget. Se un allenatore vuole determinati giocatori e questi non sono acquistabili, non è colpa della società. Conte sta facendo un campionato al di sopra delle aspettative, e il suo metodo è sempre stato quello di mettere pressione a tutti, società compresa. Tuttavia, ha firmato un contratto e dovrebbe rispettarlo, considerando anche le esigenze del club. Sarebbe opportuno che Conte smentisse e mettesse un punto alla questione, ma lui non ha mai smentito nulla in passato, è sempre andato avanti per la sua strada. Quando ha sentito la necessità di andarsene, lo ha fatto. È il suo modo di essere, proprio come alcuni calciatori: o li accetti così o non li prendi".
Ha giocato anche con la maglia del Como, che oggi è una squadra insidiosa, capace di mettere in difficoltà gli avversari grazie al possesso palla e alla qualità di alcuni singoli. Che insidie potrebbe nascondere questa gara per il Napoli di Antonio Conte?
“Il Como è una squadra ben allenata, con giocatori che vogliono mettersi in mostra. Sarà una partita insidiosa, anche se il Napoli ha tutte le qualità per imporsi. Il campionato italiano è complicato, e spesso gli episodi fanno la differenza. Bisogna fare attenzione".
Le lancio una provocazione: se Lukaku segnasse di più, il Napoli avrebbe meno difficoltà?
“Lukaku è un centravanti e il suo compito è fare gol, ma si sta anche sacrificando per la squadra. Bisogna considerare che è andato via Kvaratskhelia, un giocatore che creava molte occasioni. Spesso chi guarda solo i voti del lunedì non considera i compiti assegnati dall'allenatore. Un giocatore va valutato anche per il lavoro che fa per la squadra, non solo per i gol segnati. Un calciatore che si limita a leggere le pagelle il lunedì mattina, è calcisticamente ignorante".
di Napoli Magazine
21/02/2025 - 11:27
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Vinicio Verza, ex calciatore di Milan, Juve e Como:
Si è conclusa una sciagurata turnazione dei sedicesimi di finale delle coppe europee, dove sono state eliminate tutte le squadre italiane, eccetto la Roma. È stato un anno estemporaneo questo oppure lo scorso quando abbiamo raggiunto il quinto posto Champions?
“Probabilmente è un mix delle due cose. Le squadre eliminate quest'anno hanno cambiato molti giocatori, allenatori e quindi hanno subito uno stravolgimento generale. Inoltre, sono arrivate a questi impegni in condizioni fisiche e mentali non ottimali. Ho notato che le squadre eliminate non hanno avuto un approccio positivo alla competizione".
Juventus e Milan, sue ex squadre, nonostante risultati simili hanno vissuto situazioni differenti. A Milano Fonseca è stato subito messo in discussione e poi esonerato in favore di Conçeiçao, mentre a Torino non ci sono state critiche nei confronti di Thiago Motta. Quanto conta l’ambiente nel tutelare un allenatore?
“Conta molto, ma dipende anche dagli obiettivi della proprietà. Oggigiorno non parliamo di società, ma di proprietà. Se il Milan ha come obiettivo vincere subito, è normale che l’allenatore paghi il prezzo dei risultati mancati. La Juventus, invece, sta facendo una programmazione diversa, dando fiducia a Thiago Motta, che ha cambiato schemi e ha fatto scelte impopolari, ma si è assunto delle responsabilità. Sarà il tempo a stabilire se questa strategia darà i suoi frutti. Alla fine dell’anno bisognerà valutare se la Juventus riuscirà a tornare in Champions League e se il progetto sarà stato rispettato. Se la Juve non dovesse qualificarsi in Champions, Thiago Motta rischierebbe l'esonero, perché l'obiettivo era tornare in Champions, e potrebbe pagarne le conseguenze. Conta molto anche il rapporto con lo spogliatoio. A volte si creano situazioni che portano all'esonero, come accaduto al Milan, dove alcuni giocatori scontenti hanno influito sulla decisione di cambiare Fonseca".
Può accadere anche il contrario? Ovvero, un allenatore può stancarsi di determinate dinamiche e decidere di lasciare?
“Negli ultimi giorni si parla di un Antonio Conte infastidito dal mancato mercato di gennaio del Napoli, tanto che potrebbe voler andare via a giugno, ma esiste anche una società con un presidente che investe e ha dei limiti di budget. Se un allenatore vuole determinati giocatori e questi non sono acquistabili, non è colpa della società. Conte sta facendo un campionato al di sopra delle aspettative, e il suo metodo è sempre stato quello di mettere pressione a tutti, società compresa. Tuttavia, ha firmato un contratto e dovrebbe rispettarlo, considerando anche le esigenze del club. Sarebbe opportuno che Conte smentisse e mettesse un punto alla questione, ma lui non ha mai smentito nulla in passato, è sempre andato avanti per la sua strada. Quando ha sentito la necessità di andarsene, lo ha fatto. È il suo modo di essere, proprio come alcuni calciatori: o li accetti così o non li prendi".
Ha giocato anche con la maglia del Como, che oggi è una squadra insidiosa, capace di mettere in difficoltà gli avversari grazie al possesso palla e alla qualità di alcuni singoli. Che insidie potrebbe nascondere questa gara per il Napoli di Antonio Conte?
“Il Como è una squadra ben allenata, con giocatori che vogliono mettersi in mostra. Sarà una partita insidiosa, anche se il Napoli ha tutte le qualità per imporsi. Il campionato italiano è complicato, e spesso gli episodi fanno la differenza. Bisogna fare attenzione".
Le lancio una provocazione: se Lukaku segnasse di più, il Napoli avrebbe meno difficoltà?
“Lukaku è un centravanti e il suo compito è fare gol, ma si sta anche sacrificando per la squadra. Bisogna considerare che è andato via Kvaratskhelia, un giocatore che creava molte occasioni. Spesso chi guarda solo i voti del lunedì non considera i compiti assegnati dall'allenatore. Un giocatore va valutato anche per il lavoro che fa per la squadra, non solo per i gol segnati. Un calciatore che si limita a leggere le pagelle il lunedì mattina, è calcisticamente ignorante".