Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli, è intervenuto a ‘Radio Goal’ su Radio Kiss Kiss Napoli: "Cosa mi ricordo di quel 10 1987, giorno del primo scudetto del Napoli? L’entusiasmo della gente che fu incredibile, dopo la aver lasciato gli spogliatoi andai di corsa in albergo perché dovevo andare a casa. Mi avevano preparato la cena, venne Ferlaino con la moglie, mi caricarono sulla macchina, mi fecero fare il giro della città, ogni 50 metri ci fermarono, fu una cosa fantastica ed emozionante. Feci una sudata incredibile, sono cose incredibili e spontanee. Fu tutto incredibile, fu importante molto la preparazione a quel traguardo. Non dimentichiamo che ho giocato tanti anni nel Napoli, dove avevamo una squadra di grandissimi giocatori eppure non si vinceva niente. Questa esperienza di Napoli mi ha aiutato tantissimo. Venivo da una piccola squadra, il Como. Quando Allodi mi propose di venire gli dissi che nonostante essere stato compagno di grandi giocatori e allenato da Pesaola era difficile vincere a Napoli per problemi caratteriali e per questo bisogna avere una conduzione molto rigida e cambiare mentalità. E così è stato, mi hanno dato la possibilità di lavorare facendo l’antipatico, un ruolo che viene molto bene. E’ stata una cosa molto molto difficile e faticosa, adesso invece sono abituati. Ora il Napoli è una società di primordine, se non vincono sono lì. Per quello all’epoca fu affascinante, con la gente che sembrava Rio de Janeiro, anzi ancora meglio. Pensavo di viverla molto freddamente, ma devo dire che non ci sono riuscito in toto. Non c’era nulla di organizzato, una città è esplosa perché c’era la rivalsa del Sud contro il Nord. Un messaggio ai napoletani? Preparatevi, ma aspettate prima di esplodere. Nello sport è sempre meglio prima passare il traguardo".
di Napoli Magazine
10/05/2025 - 20:36
Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli, è intervenuto a ‘Radio Goal’ su Radio Kiss Kiss Napoli: "Cosa mi ricordo di quel 10 1987, giorno del primo scudetto del Napoli? L’entusiasmo della gente che fu incredibile, dopo la aver lasciato gli spogliatoi andai di corsa in albergo perché dovevo andare a casa. Mi avevano preparato la cena, venne Ferlaino con la moglie, mi caricarono sulla macchina, mi fecero fare il giro della città, ogni 50 metri ci fermarono, fu una cosa fantastica ed emozionante. Feci una sudata incredibile, sono cose incredibili e spontanee. Fu tutto incredibile, fu importante molto la preparazione a quel traguardo. Non dimentichiamo che ho giocato tanti anni nel Napoli, dove avevamo una squadra di grandissimi giocatori eppure non si vinceva niente. Questa esperienza di Napoli mi ha aiutato tantissimo. Venivo da una piccola squadra, il Como. Quando Allodi mi propose di venire gli dissi che nonostante essere stato compagno di grandi giocatori e allenato da Pesaola era difficile vincere a Napoli per problemi caratteriali e per questo bisogna avere una conduzione molto rigida e cambiare mentalità. E così è stato, mi hanno dato la possibilità di lavorare facendo l’antipatico, un ruolo che viene molto bene. E’ stata una cosa molto molto difficile e faticosa, adesso invece sono abituati. Ora il Napoli è una società di primordine, se non vincono sono lì. Per quello all’epoca fu affascinante, con la gente che sembrava Rio de Janeiro, anzi ancora meglio. Pensavo di viverla molto freddamente, ma devo dire che non ci sono riuscito in toto. Non c’era nulla di organizzato, una città è esplosa perché c’era la rivalsa del Sud contro il Nord. Un messaggio ai napoletani? Preparatevi, ma aspettate prima di esplodere. Nello sport è sempre meglio prima passare il traguardo".