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ON AIR - Ielpo: "Conte scelta giusta, la questione Osimhen andava risolta lo scorso anno"
10.09.2024 13:12 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mario Ielpo, ex attaccante di Milan e Cagliari, oggi avvocato:

La convince la nuova Italia con la difesa a 3?

“E’ una soluzione maturata dopo che l’Inter sta giocando con questa difesa da molti anni, e anche perché la loro difesa è tutta italiana. Finalmente un bagno di umiltà. La difesa a tre è la riproposizione moderna della difesa con il libero e due marcatori, più i due tornanti. Ce l’abbiamo dentro, è il nostro modo di giocare. Abbiamo qualcosa in meno sul piano fisico rispetto ad altre nazionali ben più prestanti, quindi dobbiamo regolarci di conseguenza. Dobbiamo sfruttare la nostra maestria tattico strategica, che non vuol dire andare tutti avanti”.

Ancora oggi gli allenatori spostano gli equilibri: scelta giusta quella del Napoli per Conte?

“Sulla carta è sicuramente la scelta giusta. Conte è un allenatore bravissimo ma è un allenatore spigoloso. Dobbiamo vedere come si confronterà con la piazza, e con De Laurentiis. Il miglior allenatore del mondo, a Napoli ha fatto fatica: Ancelotti. Sulla carta, però, ripeto, hanno fatto benissimo ad investire su Conte”.

La Serie A è ambiziosa, visti i movimenti di mercato?

“La stagione non si è mai fermata ed i grandi investitori esteri sono rimasti al palo: quelli che pensavano di fare tanti soldi, come il Napoli con Osimhen, il cui procuratore Calenda è mio amico, il suo contratto è stato fatto per un altro mondo, fra stipendio e cartellino. Quest’anno invece sia gli arabi che gli inglesi sono rimasti fermi e quindi c'è stato un bagno di realtà. L’anno scorso sono stati raggiunti dei livelli incredibili, oggi si è tornati un po’ di più alla realtà”.

Si prevedono cambiamenti nei vertici istituzionali: i problemi dipendono dagli uomini o dal regolamento?

“I sistemi si sono accatastati ed incancreniti, ci sono vari poteri che si incrociano, e la vita è complicata per tutti. Non è facile risolvere i problemi. Quel che c’è, è l’emergenza di far arrivare giocatori italiani in prima squadra e fare di tutto per aiutarli. Non è il decreto crescita, che li ha avvantaggiati. Inoltre, ci sono troppe partite”.

Nel massimo del rispetto per il suo amico Calenda, la situazione Osimhen com’è stata gestita?

“Andava chiusa l’anno scorso. I parametri del suo contratto erano dell’anno scorso. Quest’anno era tutto più difficile. Non so quale fosse stata l’idea del Napoli. Magari l’ingaggio era promesso solo sulla carta. È stato praticamente un ginepraio. Il contratto è una regola fra le due parti con determinati dati di partenza, se poi cambiano le condizioni è tutto più difficile. Non è funzionato perché quando c’è l’occasione bisognava prenderla: era l’estate scorsa, quella dei grandi colpi. Infatti, quest’estate nessuno l’ha comprato. Le società arabe ed inglesi, l’anno scorso, hanno preso Tonali per circa 70 milioni, avrebbero potuto tranquillamente prendere anche Osimhen”.

Meret è ancora una volta in scadenza, ma il Napoli pare voglia sfruttare la clausola contrattuale di rinnovo: questo inciderà per la crescita di Caprile?

“Se non rinnovi Meret, rischi di perderlo a zero. Dall’altro lato, si deve vedere su chi punta il Napoli per il futuro. Sappiamo che De Laurentiis utilizza le clausole contrattuali come se si trattasse di questioni più finanziarie piuttosto che di situazioni di campo, dove c’è attenzione per i rapporti umani: di fondo, i giocatori devono giocare bene, e questo succede se tutto funziona bene”.

Scuffet si è ritrovato a difendere la porta del Cagliari, conquistando la titolarità grazie a Ranieri: cosa ne pensi di un vecchio prodigio?

“Sembrava essere un predestinato perché era scoppiato a sedici anni. Oggi, dopo tanti anni, abbiamo il polso del suo valore attuale, ed è quello di un buon portiere ma niente di più, non è un fuoriclasse. Dipenderà da lui quel che vuole fare: se vuole giocare, il Cagliari è la giusta dimensione”.

Il Cagliari dove può arrivare?

“Nicola è stato mio compagno di stanza, siamo amici. Ma, lo vedo messo male: il Cagliari sembra destinato a soffrire, spero di sbagliarmi”.

Anche il Milan soffrirà? Cosa ne pensa di Fonseca?

“Il Milan sta faticando, deve cambiare registro, fare un bagno di umiltà e giocare con meno attaccanti ma con più centrocampisti che agevolano il lavoro della difesa. Sembra la nazionale dell’Europeo. Oggi, Theo Hernandez sta faticando fisicamente, sono anni che gioca consecutivamente, attualmente pare stia avendo una specie di repulsione ed è in difficoltà. I terzini stanno puntualmente in balia degli esterni avversari, e tutta la difesa viene lasciata in difficoltà. Su Fonseca non mi esprimo ancora: il trittico che vedrà impegnato il Milan, avremo una idea più chiara”.

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10/09/2024 - 13:12

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mario Ielpo, ex attaccante di Milan e Cagliari, oggi avvocato:

La convince la nuova Italia con la difesa a 3?

“E’ una soluzione maturata dopo che l’Inter sta giocando con questa difesa da molti anni, e anche perché la loro difesa è tutta italiana. Finalmente un bagno di umiltà. La difesa a tre è la riproposizione moderna della difesa con il libero e due marcatori, più i due tornanti. Ce l’abbiamo dentro, è il nostro modo di giocare. Abbiamo qualcosa in meno sul piano fisico rispetto ad altre nazionali ben più prestanti, quindi dobbiamo regolarci di conseguenza. Dobbiamo sfruttare la nostra maestria tattico strategica, che non vuol dire andare tutti avanti”.

Ancora oggi gli allenatori spostano gli equilibri: scelta giusta quella del Napoli per Conte?

“Sulla carta è sicuramente la scelta giusta. Conte è un allenatore bravissimo ma è un allenatore spigoloso. Dobbiamo vedere come si confronterà con la piazza, e con De Laurentiis. Il miglior allenatore del mondo, a Napoli ha fatto fatica: Ancelotti. Sulla carta, però, ripeto, hanno fatto benissimo ad investire su Conte”.

La Serie A è ambiziosa, visti i movimenti di mercato?

“La stagione non si è mai fermata ed i grandi investitori esteri sono rimasti al palo: quelli che pensavano di fare tanti soldi, come il Napoli con Osimhen, il cui procuratore Calenda è mio amico, il suo contratto è stato fatto per un altro mondo, fra stipendio e cartellino. Quest’anno invece sia gli arabi che gli inglesi sono rimasti fermi e quindi c'è stato un bagno di realtà. L’anno scorso sono stati raggiunti dei livelli incredibili, oggi si è tornati un po’ di più alla realtà”.

Si prevedono cambiamenti nei vertici istituzionali: i problemi dipendono dagli uomini o dal regolamento?

“I sistemi si sono accatastati ed incancreniti, ci sono vari poteri che si incrociano, e la vita è complicata per tutti. Non è facile risolvere i problemi. Quel che c’è, è l’emergenza di far arrivare giocatori italiani in prima squadra e fare di tutto per aiutarli. Non è il decreto crescita, che li ha avvantaggiati. Inoltre, ci sono troppe partite”.

Nel massimo del rispetto per il suo amico Calenda, la situazione Osimhen com’è stata gestita?

“Andava chiusa l’anno scorso. I parametri del suo contratto erano dell’anno scorso. Quest’anno era tutto più difficile. Non so quale fosse stata l’idea del Napoli. Magari l’ingaggio era promesso solo sulla carta. È stato praticamente un ginepraio. Il contratto è una regola fra le due parti con determinati dati di partenza, se poi cambiano le condizioni è tutto più difficile. Non è funzionato perché quando c’è l’occasione bisognava prenderla: era l’estate scorsa, quella dei grandi colpi. Infatti, quest’estate nessuno l’ha comprato. Le società arabe ed inglesi, l’anno scorso, hanno preso Tonali per circa 70 milioni, avrebbero potuto tranquillamente prendere anche Osimhen”.

Meret è ancora una volta in scadenza, ma il Napoli pare voglia sfruttare la clausola contrattuale di rinnovo: questo inciderà per la crescita di Caprile?

“Se non rinnovi Meret, rischi di perderlo a zero. Dall’altro lato, si deve vedere su chi punta il Napoli per il futuro. Sappiamo che De Laurentiis utilizza le clausole contrattuali come se si trattasse di questioni più finanziarie piuttosto che di situazioni di campo, dove c’è attenzione per i rapporti umani: di fondo, i giocatori devono giocare bene, e questo succede se tutto funziona bene”.

Scuffet si è ritrovato a difendere la porta del Cagliari, conquistando la titolarità grazie a Ranieri: cosa ne pensi di un vecchio prodigio?

“Sembrava essere un predestinato perché era scoppiato a sedici anni. Oggi, dopo tanti anni, abbiamo il polso del suo valore attuale, ed è quello di un buon portiere ma niente di più, non è un fuoriclasse. Dipenderà da lui quel che vuole fare: se vuole giocare, il Cagliari è la giusta dimensione”.

Il Cagliari dove può arrivare?

“Nicola è stato mio compagno di stanza, siamo amici. Ma, lo vedo messo male: il Cagliari sembra destinato a soffrire, spero di sbagliarmi”.

Anche il Milan soffrirà? Cosa ne pensa di Fonseca?

“Il Milan sta faticando, deve cambiare registro, fare un bagno di umiltà e giocare con meno attaccanti ma con più centrocampisti che agevolano il lavoro della difesa. Sembra la nazionale dell’Europeo. Oggi, Theo Hernandez sta faticando fisicamente, sono anni che gioca consecutivamente, attualmente pare stia avendo una specie di repulsione ed è in difficoltà. I terzini stanno puntualmente in balia degli esterni avversari, e tutta la difesa viene lasciata in difficoltà. Su Fonseca non mi esprimo ancora: il trittico che vedrà impegnato il Milan, avremo una idea più chiara”.