A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto il professor Corrado Saccone, già preparatore atletico del Napoli:
Il suo Napoli ha salutato diversi calciatori importanti nel corso degli anni, come quelli di Lavezzi, Jorginho e Cavani.
“Ho seguito le quattro stagioni di Mazzarri e le due di Benitez, prima di trasferirmi altrove. Ho lavorato dal 2009 fino a giugno 2015, quindi, tra i tanti, ci sono stati loro, ma mi permetto di aggiungere un altro nome importante: Paolo Cannavaro, che ha lasciato il Napoli in maniera diversa rispetto agli altri. Lavezzi è stato il primo calciatore importante che il Paris Saint-Germain ha acquistato dal Napoli, poi c’è stato Cavani, che potremmo considerarlo il primo vero top player a lasciare il club per altri lidi. Quando un giocatore di primo ordine lascia la squadra, è sempre un momento difficile. I leader come Kvaratskhelia rappresentano un punto di riferimento. La squadra perde non solo un calciatore, ma anche una figura carismatica. Tuttavia, il Napoli è sempre stato bravo a rimpiazzare chi se ne andava, portando giocatori di qualità. Questo aiuta, anche se inizialmente il gruppo accusa il colpo, nello spogliatoio si resta scossi. Ricordo, ad esempio, che quando Lavezzi lasciò il Napoli, organizzò una festa d’addio a casa sua con tutti i compagni. Fu un momento molto commovente, con lui in lacrime. L’addio di un calciatore così rilevante, non solo tecnicamente ma anche caratterialmente, lascia sempre un vuoto, quando va via un giocatore che ha dato tanto, come il georgiano protagonista del terzo Scudetto, il gruppo ne risente. Lavezzi, Cavani e altri hanno lasciato un segno importante, ed anche Kvaratskhelia è un giocatore che lascerà un segno. So che era una persona riservata, che si faceva voler bene. Quando un calciatore così lascia il gruppo, bisogna vedere come la società si muove per rimpiazzarlo. È un processo naturale nel calcio moderno, dove i legami eterni non esistono più. Certo, è difficile per i tifosi, ma bisogna considerare che anche per i calciatori le scelte economiche e di carriera sono fondamentali".
Dunque, l’addio di Kvaratskhelia può scatenare reazioni nello spogliatoio. Secondo lei, chi deve gestire questa situazione: l’allenatore o il gruppo stesso?
"È un lavoro di squadra. L’allenatore, il gruppo e la società devono essere uniti. Quando c’è un addio importante, l’aspetto economico e tecnico si intrecciano. È una scelta condivisa, e il gruppo deve reagire compatto per affrontare il cambiamento, ma il club deve dare fiducia al gruppo rimpiazzando chi è partito con calciatori altrettanto importanti".
di Napoli Magazine
16/01/2025 - 11:30
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto il professor Corrado Saccone, già preparatore atletico del Napoli:
Il suo Napoli ha salutato diversi calciatori importanti nel corso degli anni, come quelli di Lavezzi, Jorginho e Cavani.
“Ho seguito le quattro stagioni di Mazzarri e le due di Benitez, prima di trasferirmi altrove. Ho lavorato dal 2009 fino a giugno 2015, quindi, tra i tanti, ci sono stati loro, ma mi permetto di aggiungere un altro nome importante: Paolo Cannavaro, che ha lasciato il Napoli in maniera diversa rispetto agli altri. Lavezzi è stato il primo calciatore importante che il Paris Saint-Germain ha acquistato dal Napoli, poi c’è stato Cavani, che potremmo considerarlo il primo vero top player a lasciare il club per altri lidi. Quando un giocatore di primo ordine lascia la squadra, è sempre un momento difficile. I leader come Kvaratskhelia rappresentano un punto di riferimento. La squadra perde non solo un calciatore, ma anche una figura carismatica. Tuttavia, il Napoli è sempre stato bravo a rimpiazzare chi se ne andava, portando giocatori di qualità. Questo aiuta, anche se inizialmente il gruppo accusa il colpo, nello spogliatoio si resta scossi. Ricordo, ad esempio, che quando Lavezzi lasciò il Napoli, organizzò una festa d’addio a casa sua con tutti i compagni. Fu un momento molto commovente, con lui in lacrime. L’addio di un calciatore così rilevante, non solo tecnicamente ma anche caratterialmente, lascia sempre un vuoto, quando va via un giocatore che ha dato tanto, come il georgiano protagonista del terzo Scudetto, il gruppo ne risente. Lavezzi, Cavani e altri hanno lasciato un segno importante, ed anche Kvaratskhelia è un giocatore che lascerà un segno. So che era una persona riservata, che si faceva voler bene. Quando un calciatore così lascia il gruppo, bisogna vedere come la società si muove per rimpiazzarlo. È un processo naturale nel calcio moderno, dove i legami eterni non esistono più. Certo, è difficile per i tifosi, ma bisogna considerare che anche per i calciatori le scelte economiche e di carriera sono fondamentali".
Dunque, l’addio di Kvaratskhelia può scatenare reazioni nello spogliatoio. Secondo lei, chi deve gestire questa situazione: l’allenatore o il gruppo stesso?
"È un lavoro di squadra. L’allenatore, il gruppo e la società devono essere uniti. Quando c’è un addio importante, l’aspetto economico e tecnico si intrecciano. È una scelta condivisa, e il gruppo deve reagire compatto per affrontare il cambiamento, ma il club deve dare fiducia al gruppo rimpiazzando chi è partito con calciatori altrettanto importanti".