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IL PENSIERO - Delio Rossi: "Faccio il tifo per Walter Mazzarri, può dare tanto al Napoli"
20.11.2023 12:27 di Napoli Magazine

Delio Rossi è intervenuto a 'Febbre a 90', in onda su Vikonos Web Radio/Tv. Ecco le sue dichiarazioni: “L’esonero di Garcia me l’aspettavo perché c’erano tutti i segnali, aveva perso la fiducia della società e quando si entra in discorsi tecnici e lo si fa sapere all’esterno, ormai l’esonero è vicino. Oltretutto se la tua permanenza dipende dalla partita successiva, sei ad un passo dall’addio. Il ritorno di Mazzarri? Forse il suo nome non era tra i papabili, l’esonero è ovviamente una sconfitta della società, che non è stata accurata nella scelta di Garcia, considerando anche che tipo di squadra è il Napoli, campione d’Italia. Ora non ci sarà più un capro espiatorio, Garcia ad ogni modo non è stato il male assoluto. Ragionando per assurdo, durante una rapina, il palo o l’uomo con la pistola sono responsabili allo stesso modo per cui quando viene allontanato un tecnico sono tutti colpevoli. In ogni caso, la scelta di Mazzarri mi sembra oculata, lui capisce di calcio e può dare tanto al Napoli. Walter conosce l’ambiente, ha voglia di mettersi in pista in una piazza che lo ha visto fare molto bene. Ora i giocatori non hanno più alibi, il loro rendimento è stato molto al di sotto degli standard passati. Vero anche che sono passati 33 anni dall’ultima volta del Napoli Campione, per cui non si aveva l’abitudine a vincere. Faccio il tifo per Mazzarri, tra l’altro che vuol dire “allenatore a termine”? Perché “traghettatore”? Se fa bene perché non dovrebbe restare? Ora c’è il gusto del nuovo, di voler stupire a tutti i costi, in realtà se Walter ottiene i risultati sarebbe anche giusto continuare in azzurro. E sento e leggo tante fesserie legate alla la storia del modulo, come se a Coverciano ci dessero il patentino del 4-3-3 o del 3-5-2… Lotta scudetto? L’Inter è la più attrezzata ma lo è da almeno tre anni, c’è un novero di squadre che se la giocherà, molto dipende dai risultati. Non vedo troppa differenza tra Juve, Milan e Napoli, la Lazio. Fermo restando che gli azzurri non devono fare confronti con il passato, per quanto nobile, è un errore di fondo che forse è stato commesso. Il Napoli può rientrare, dando comunque per scontato che quello che oggi è nero può diventare bianco. C’è un calendario difficile, bisogna solo pensare ad una gara per volta. Proiettarsi al futuro mi sembra forzato. Il calcio italiano? Paradossalmente il nostro declino è iniziato dopo la vittoria del 2006, ci beavamo dei nostri successi, ora Belgio, Svizzera, tante altre Nazioni sono avanti a noi. Ma questo è un discorso economico, prendiamo giocatori dall’estero perché costano meno. Partiamo da presupposti di qualità, se ci sono italiani di seconda generazione che sono bravi, ben vengano. Bisogna comunque lavorare sui vivai, non ha senso una serie A a 20 squadre, non ha senso una B con 22 squadre, non condivido una C così composta, anche il professionismo deve essere riservato a pochi. In Spagna i ragazzini si allenano, fanno scuola, poi tornano ad allenarsi, si costruiscono menti e talenti”.

 

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IL PENSIERO - Delio Rossi: "Faccio il tifo per Walter Mazzarri, può dare tanto al Napoli"

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20/11/2023 - 12:27

Delio Rossi è intervenuto a 'Febbre a 90', in onda su Vikonos Web Radio/Tv. Ecco le sue dichiarazioni: “L’esonero di Garcia me l’aspettavo perché c’erano tutti i segnali, aveva perso la fiducia della società e quando si entra in discorsi tecnici e lo si fa sapere all’esterno, ormai l’esonero è vicino. Oltretutto se la tua permanenza dipende dalla partita successiva, sei ad un passo dall’addio. Il ritorno di Mazzarri? Forse il suo nome non era tra i papabili, l’esonero è ovviamente una sconfitta della società, che non è stata accurata nella scelta di Garcia, considerando anche che tipo di squadra è il Napoli, campione d’Italia. Ora non ci sarà più un capro espiatorio, Garcia ad ogni modo non è stato il male assoluto. Ragionando per assurdo, durante una rapina, il palo o l’uomo con la pistola sono responsabili allo stesso modo per cui quando viene allontanato un tecnico sono tutti colpevoli. In ogni caso, la scelta di Mazzarri mi sembra oculata, lui capisce di calcio e può dare tanto al Napoli. Walter conosce l’ambiente, ha voglia di mettersi in pista in una piazza che lo ha visto fare molto bene. Ora i giocatori non hanno più alibi, il loro rendimento è stato molto al di sotto degli standard passati. Vero anche che sono passati 33 anni dall’ultima volta del Napoli Campione, per cui non si aveva l’abitudine a vincere. Faccio il tifo per Mazzarri, tra l’altro che vuol dire “allenatore a termine”? Perché “traghettatore”? Se fa bene perché non dovrebbe restare? Ora c’è il gusto del nuovo, di voler stupire a tutti i costi, in realtà se Walter ottiene i risultati sarebbe anche giusto continuare in azzurro. E sento e leggo tante fesserie legate alla la storia del modulo, come se a Coverciano ci dessero il patentino del 4-3-3 o del 3-5-2… Lotta scudetto? L’Inter è la più attrezzata ma lo è da almeno tre anni, c’è un novero di squadre che se la giocherà, molto dipende dai risultati. Non vedo troppa differenza tra Juve, Milan e Napoli, la Lazio. Fermo restando che gli azzurri non devono fare confronti con il passato, per quanto nobile, è un errore di fondo che forse è stato commesso. Il Napoli può rientrare, dando comunque per scontato che quello che oggi è nero può diventare bianco. C’è un calendario difficile, bisogna solo pensare ad una gara per volta. Proiettarsi al futuro mi sembra forzato. Il calcio italiano? Paradossalmente il nostro declino è iniziato dopo la vittoria del 2006, ci beavamo dei nostri successi, ora Belgio, Svizzera, tante altre Nazioni sono avanti a noi. Ma questo è un discorso economico, prendiamo giocatori dall’estero perché costano meno. Partiamo da presupposti di qualità, se ci sono italiani di seconda generazione che sono bravi, ben vengano. Bisogna comunque lavorare sui vivai, non ha senso una serie A a 20 squadre, non ha senso una B con 22 squadre, non condivido una C così composta, anche il professionismo deve essere riservato a pochi. In Spagna i ragazzini si allenano, fanno scuola, poi tornano ad allenarsi, si costruiscono menti e talenti”.