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L'EX - Marangon: "Conte? Può restare se avrà carta bianca per costruire un Napoli vincente"
10.04.2025 11:31 di Napoli Magazine

A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Luciano Marangon, ex calciatore, fra le tante, di Napoli, Roma ed Inter. 

C’è chi sostiene che adesso il Napoli abbia un calendario più semplice. Ma ad oggi, chi vede come favorita tra Napoli e Inter? 

“Nel campionato italiano non esistono partite facili, soprattutto nella parte finale, quando le squadre lottano per non retrocedere o per le posizioni che valgono l’Europa. Sulla carta, direi che l’Inter è favorita: ha qualcosa in più rispetto al Napoli. Tuttavia, il Napoli ha dimostrato di essere all’altezza e, avendo solo il campionato, ha tutte le carte in regola per meritarsi lo scudetto. Se la giocheranno fino alla fine. Chiaro che l’Inter, essendo impegnata anche in Champions League e Coppa Italia, ha più impegni. Però ha anche dimostrato di avere un potenziale per competere su tutti i fronti. Io, personalmente, anche se ho giocato in entrambe le squadre, ho il cuore al 100% rivolto verso Napoli. La mia esperienza all’Inter non è stata delle migliori, mettiamola così. Però, se dobbiamo essere onesti, l’Inter ha quel qualcosa in più che potrebbe fare la differenza. Loro puntano al triplete, ma in Champions sarà dura.” 

L’Inter ha avuto un percorso di crescita costante, quasi un rodaggio di cinque anni con Inzaghi. Può essere paragonata alla squadra 2010 di Mourinho? 

“Sicuramente è una squadra matura, convinta dei propri mezzi, e con un allenatore preparato. Fare paragoni è sempre complicato, ma dal mio punto di vista quella del triplete con Mourinho è stata una grande Inter, così come lo è questa di Inzaghi. Riuscire a vincere il triplete sarà difficile, soprattutto vincere in Champions. Per quanto riguarda il Napoli, bisogna fare un grande applauso a questa squadra a fine campionato, indipendentemente da come finirà. Qualcuno spera sempre di vincere lo scudetto, ma anche arrivare secondi non sarebbe da disprezzare. L’obiettivo di Conte, quando è stato chiamato, era quello di riportare il Napoli in alto, e ci sta riuscendo. Quindi, auguro ai tifosi del Napoli di vincere il quarto scudetto, ma se non dovesse arrivare, questa squadra merita comunque un applauso enorme. Poi, a mio avviso, non serve molto analizzare il calendario di Inter e Napoli per capire chi possa vincere o perdere: la Serie A ci ha abituato a sorprese, anche contro squadre considerate inferiori sulla carta. Il Bologna, ad esempio, potrebbe essere l’ago della bilancia. Ha già affrontato il Napoli, portando via un punto, e deve ancora affrontare l’Inter. Anche l’Atalanta dovrà vedersela con i rossoblù. In questo momento, il Bologna sta esprimendo il miglior calcio in Italia. Affrontarlo sarà complicato, soprattutto per l’Inter.” 

In casa Napoli, però, c’è molto riserbo riguardo al futuro di Conte. Anche quando gli viene chiesto direttamente se resterà o meno, non dà mai una risposta chiara. Che idea si è fatto? 

“Conosco bene Conte. Dove è andato, il primo anno ha sempre fatto bene e ha portato a casa risultati. Collaborare con il presidente De Laurentiis non è semplice, non lo è stato per nessuno e non lo è nemmeno per Conte. È stato difficile per Benitez, per tutti gli allenatori passati di lì. È un personaggio particolare, accentratore. Con Spalletti è stato zitto per un anno, ma alla fine è venuto fuori il suo carattere, rovinando un rapporto che aveva portato a uno scudetto meritatissimo. Conoscendo Conte, se non vede che può raggiungere i suoi obiettivi, se ne va. L’ha sempre fatto. Tutto dipenderà da De Laurentiis: se gli darà carta bianca per costruire una squadra vincente, anche in Europa, allora può restare. Ma se continueranno questi silenzi e interferenze, sarà difficile. L’ambiente napoletano, purtroppo, negli ultimi vent’anni è sempre stato complicato nel rapporto tra squadra e società.” 

Considerando le prestazioni deludenti di Kvaratskhelia nell’ultima parte della scorsa stagione e l’inizio di questa, e vedendo cosa sta facendo al Paris Saint-Germain, secondo lei il ragazzo era demotivato per ragioni economiche o non era più messo in condizione di rendere al meglio? 

“È sempre lo stesso discorso: qui torna in gioco la società. A Napoli è successo con tanti: da Hamsik a Higuaín, passando per altri giocatori che erano diventati idoli perché lo meritavano sul campo. Poi la società ha sempre scelto di monetizzare. Nel caso di Kvaratskhelia, credo sia stato un errore. Con lui, il Napoli oggi non sarebbe dietro l’Inter in classifica. Però bisogna anche dire che il club non ha le risorse economiche dell’Inter. Quindi, da un lato, ha fatto bene a incassare, ma ha tolto tanto alla squadra. Kvara, nell’ultimo anno, sembrava sempre arrabbiato, ma oggi a Parigi sta dimostrando di essere uno dei migliori nel suo ruolo, e chi è arrabbiato per come siano andate le cose è proprio Antonio Conte. Il contratto monstre che ha ricevuto lì lo ha motivato perché è la certificazione di quanto valga come calciatore. È comprensibile chi lo critica per essere andato via per soldi. Quando smetti di giocare, la società si dimentica di te. I tifosi ti ricordano se hai fatto qualcosa di importante, ma alla fine le società pensano solo al presente. È giusto che un professionista pensi al suo futuro e al proprio portafoglio. Non è andato all’Avellino, con tutto il rispetto, ma al Paris Saint-Germain: una delle squadre più forti d’Europa. È il gioco delle parti.” 

 

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L'EX - Marangon: "Conte? Può restare se avrà carta bianca per costruire un Napoli vincente"

di Napoli Magazine

10/04/2025 - 11:31

A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Luciano Marangon, ex calciatore, fra le tante, di Napoli, Roma ed Inter. 

C’è chi sostiene che adesso il Napoli abbia un calendario più semplice. Ma ad oggi, chi vede come favorita tra Napoli e Inter? 

“Nel campionato italiano non esistono partite facili, soprattutto nella parte finale, quando le squadre lottano per non retrocedere o per le posizioni che valgono l’Europa. Sulla carta, direi che l’Inter è favorita: ha qualcosa in più rispetto al Napoli. Tuttavia, il Napoli ha dimostrato di essere all’altezza e, avendo solo il campionato, ha tutte le carte in regola per meritarsi lo scudetto. Se la giocheranno fino alla fine. Chiaro che l’Inter, essendo impegnata anche in Champions League e Coppa Italia, ha più impegni. Però ha anche dimostrato di avere un potenziale per competere su tutti i fronti. Io, personalmente, anche se ho giocato in entrambe le squadre, ho il cuore al 100% rivolto verso Napoli. La mia esperienza all’Inter non è stata delle migliori, mettiamola così. Però, se dobbiamo essere onesti, l’Inter ha quel qualcosa in più che potrebbe fare la differenza. Loro puntano al triplete, ma in Champions sarà dura.” 

L’Inter ha avuto un percorso di crescita costante, quasi un rodaggio di cinque anni con Inzaghi. Può essere paragonata alla squadra 2010 di Mourinho? 

“Sicuramente è una squadra matura, convinta dei propri mezzi, e con un allenatore preparato. Fare paragoni è sempre complicato, ma dal mio punto di vista quella del triplete con Mourinho è stata una grande Inter, così come lo è questa di Inzaghi. Riuscire a vincere il triplete sarà difficile, soprattutto vincere in Champions. Per quanto riguarda il Napoli, bisogna fare un grande applauso a questa squadra a fine campionato, indipendentemente da come finirà. Qualcuno spera sempre di vincere lo scudetto, ma anche arrivare secondi non sarebbe da disprezzare. L’obiettivo di Conte, quando è stato chiamato, era quello di riportare il Napoli in alto, e ci sta riuscendo. Quindi, auguro ai tifosi del Napoli di vincere il quarto scudetto, ma se non dovesse arrivare, questa squadra merita comunque un applauso enorme. Poi, a mio avviso, non serve molto analizzare il calendario di Inter e Napoli per capire chi possa vincere o perdere: la Serie A ci ha abituato a sorprese, anche contro squadre considerate inferiori sulla carta. Il Bologna, ad esempio, potrebbe essere l’ago della bilancia. Ha già affrontato il Napoli, portando via un punto, e deve ancora affrontare l’Inter. Anche l’Atalanta dovrà vedersela con i rossoblù. In questo momento, il Bologna sta esprimendo il miglior calcio in Italia. Affrontarlo sarà complicato, soprattutto per l’Inter.” 

In casa Napoli, però, c’è molto riserbo riguardo al futuro di Conte. Anche quando gli viene chiesto direttamente se resterà o meno, non dà mai una risposta chiara. Che idea si è fatto? 

“Conosco bene Conte. Dove è andato, il primo anno ha sempre fatto bene e ha portato a casa risultati. Collaborare con il presidente De Laurentiis non è semplice, non lo è stato per nessuno e non lo è nemmeno per Conte. È stato difficile per Benitez, per tutti gli allenatori passati di lì. È un personaggio particolare, accentratore. Con Spalletti è stato zitto per un anno, ma alla fine è venuto fuori il suo carattere, rovinando un rapporto che aveva portato a uno scudetto meritatissimo. Conoscendo Conte, se non vede che può raggiungere i suoi obiettivi, se ne va. L’ha sempre fatto. Tutto dipenderà da De Laurentiis: se gli darà carta bianca per costruire una squadra vincente, anche in Europa, allora può restare. Ma se continueranno questi silenzi e interferenze, sarà difficile. L’ambiente napoletano, purtroppo, negli ultimi vent’anni è sempre stato complicato nel rapporto tra squadra e società.” 

Considerando le prestazioni deludenti di Kvaratskhelia nell’ultima parte della scorsa stagione e l’inizio di questa, e vedendo cosa sta facendo al Paris Saint-Germain, secondo lei il ragazzo era demotivato per ragioni economiche o non era più messo in condizione di rendere al meglio? 

“È sempre lo stesso discorso: qui torna in gioco la società. A Napoli è successo con tanti: da Hamsik a Higuaín, passando per altri giocatori che erano diventati idoli perché lo meritavano sul campo. Poi la società ha sempre scelto di monetizzare. Nel caso di Kvaratskhelia, credo sia stato un errore. Con lui, il Napoli oggi non sarebbe dietro l’Inter in classifica. Però bisogna anche dire che il club non ha le risorse economiche dell’Inter. Quindi, da un lato, ha fatto bene a incassare, ma ha tolto tanto alla squadra. Kvara, nell’ultimo anno, sembrava sempre arrabbiato, ma oggi a Parigi sta dimostrando di essere uno dei migliori nel suo ruolo, e chi è arrabbiato per come siano andate le cose è proprio Antonio Conte. Il contratto monstre che ha ricevuto lì lo ha motivato perché è la certificazione di quanto valga come calciatore. È comprensibile chi lo critica per essere andato via per soldi. Quando smetti di giocare, la società si dimentica di te. I tifosi ti ricordano se hai fatto qualcosa di importante, ma alla fine le società pensano solo al presente. È giusto che un professionista pensi al suo futuro e al proprio portafoglio. Non è andato all’Avellino, con tutto il rispetto, ma al Paris Saint-Germain: una delle squadre più forti d’Europa. È il gioco delle parti.”