A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Direttore, la Nazionale, rispetto alla gestione Spalletti, con Gattuso sembra aver ritrovato quantomeno entusiasmo e identità. È d’accordo?
“Sì, anche se probabilmente l’entusiasmo che si sta generando è un po’ troppo ottimistico. Non vorrei si passasse all’altro eccesso. È vero che la Nazionale ha ritrovato uno spirito, la voglia di giocare e di combattere, ma ancora non abbiamo centrato i play-off, e poi bisogna giocarli. Non è che, solo perché ci arriviamo, siamo già sicuri di andare al Mondiale. Non abbiamo risolto tutti i nostri problemi. Va dato merito a Gattuso di aver ridato un’anima a questa squadra, ma da qui a usare toni trionfalistici ci andrei cauto, perché il percorso è ancora lungo e complicato. Prima bisogna blindare questi play-off e poi giocarli. Mi auguro che l’Italia possa superare l’ostacolo di marzo, perché dopo due mancate partecipazioni al Mondiale, gli errori non sono più ammessi. Quindi, calma: bisogna mantenere i piedi ben saldi a terra e capire che non abbiamo ancora trovato la chiave di volta. L’Italia ha ritrovato spirito e risultati, ma non è ancora una squadra completa, nonostante i segnali positivi che arrivano da alcuni giovani come Pio Esposito, che offre una prospettiva importante. Però, quando guardo le partite delle altre nazionali, credo sia ancora presto per entusiasmarsi troppo".
A proposito di Esposito, sarebbe meglio andare a giocare con continuità altrove, oppure anche pochi minuti all’Inter sarebbero per lui più formativi?
“Per me sarebbe meglio che restasse a combattere per un posto all’Inter. Se riuscisse a ritagliarsi spazio nelle rotazioni, considerando che l’Inter avrà tantissime partite quest’anno, potrebbe maturare ancora più in fretta. Non serve essere titolare fisso, cosa difficile in un grande club, ma avere minutaggio e continuità può farlo crescere molto. Oltre alle qualità tecniche, ciò che fa ben sperare è il modo in cui ne parlano gli allenatori. Quando senti Gattuso dire: ‘Io lo vedo lavorare, ragionare e pensare come un trentenne’, capisci che è un ragazzo maturo, che non rischia di montarsi la testa o di deviare dal suo percorso. Sono parole importanti, che ci fanno capire di avere a che fare con un giocatore davvero speciale. Abbiamo visto tanti talenti non accompagnati dalla testa, e spesso non sono arrivati. Quando invece c’è un giocatore forte, ma anche mentalmente solido, il suo percorso è segnato verso il successo. A certi livelli, la testa è forse più importante dei piedi".
Non posso fare a meno di farle notare che, con la maglia della Scozia, Scott McTominay sia tornato a brillare: il momento di appannamento che sta vivendo al Napoli è un calo fisico, oppure aveva ragione chi sosteneva che la presenza di De Bruyne gli togliesse spazi di gioco?
“Non credo si tratti di un vero e proprio momento di appannamento, ma piuttosto di un periodo di minore brillantezza. Conoscendo lo spessore dell’uomo e del professionista, sono sicuro che tornerà presto ad essere il vero McTominay. Probabilmente ci siamo abituati troppo bene: non possiamo aspettarci che ogni partita sia il migliore in campo o che segni sempre, come nella passata stagione. Credo che il gol in Nazionale possa aiutarlo a ritrovare fiducia e smalto, smaltendo qualche scoria. Non vedo problemi tattici, è solo una questione di ritrovare la miglior condizione. La stoffa c’è, il carattere pure, così come la personalità. È solo questione di tempo: presto lo rivedremo ai suoi livelli migliori".
di Napoli Magazine
13/10/2025 - 11:29
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Pasquale Salvione, coordinatore del Corriere dello Sport online. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Direttore, la Nazionale, rispetto alla gestione Spalletti, con Gattuso sembra aver ritrovato quantomeno entusiasmo e identità. È d’accordo?
“Sì, anche se probabilmente l’entusiasmo che si sta generando è un po’ troppo ottimistico. Non vorrei si passasse all’altro eccesso. È vero che la Nazionale ha ritrovato uno spirito, la voglia di giocare e di combattere, ma ancora non abbiamo centrato i play-off, e poi bisogna giocarli. Non è che, solo perché ci arriviamo, siamo già sicuri di andare al Mondiale. Non abbiamo risolto tutti i nostri problemi. Va dato merito a Gattuso di aver ridato un’anima a questa squadra, ma da qui a usare toni trionfalistici ci andrei cauto, perché il percorso è ancora lungo e complicato. Prima bisogna blindare questi play-off e poi giocarli. Mi auguro che l’Italia possa superare l’ostacolo di marzo, perché dopo due mancate partecipazioni al Mondiale, gli errori non sono più ammessi. Quindi, calma: bisogna mantenere i piedi ben saldi a terra e capire che non abbiamo ancora trovato la chiave di volta. L’Italia ha ritrovato spirito e risultati, ma non è ancora una squadra completa, nonostante i segnali positivi che arrivano da alcuni giovani come Pio Esposito, che offre una prospettiva importante. Però, quando guardo le partite delle altre nazionali, credo sia ancora presto per entusiasmarsi troppo".
A proposito di Esposito, sarebbe meglio andare a giocare con continuità altrove, oppure anche pochi minuti all’Inter sarebbero per lui più formativi?
“Per me sarebbe meglio che restasse a combattere per un posto all’Inter. Se riuscisse a ritagliarsi spazio nelle rotazioni, considerando che l’Inter avrà tantissime partite quest’anno, potrebbe maturare ancora più in fretta. Non serve essere titolare fisso, cosa difficile in un grande club, ma avere minutaggio e continuità può farlo crescere molto. Oltre alle qualità tecniche, ciò che fa ben sperare è il modo in cui ne parlano gli allenatori. Quando senti Gattuso dire: ‘Io lo vedo lavorare, ragionare e pensare come un trentenne’, capisci che è un ragazzo maturo, che non rischia di montarsi la testa o di deviare dal suo percorso. Sono parole importanti, che ci fanno capire di avere a che fare con un giocatore davvero speciale. Abbiamo visto tanti talenti non accompagnati dalla testa, e spesso non sono arrivati. Quando invece c’è un giocatore forte, ma anche mentalmente solido, il suo percorso è segnato verso il successo. A certi livelli, la testa è forse più importante dei piedi".
Non posso fare a meno di farle notare che, con la maglia della Scozia, Scott McTominay sia tornato a brillare: il momento di appannamento che sta vivendo al Napoli è un calo fisico, oppure aveva ragione chi sosteneva che la presenza di De Bruyne gli togliesse spazi di gioco?
“Non credo si tratti di un vero e proprio momento di appannamento, ma piuttosto di un periodo di minore brillantezza. Conoscendo lo spessore dell’uomo e del professionista, sono sicuro che tornerà presto ad essere il vero McTominay. Probabilmente ci siamo abituati troppo bene: non possiamo aspettarci che ogni partita sia il migliore in campo o che segni sempre, come nella passata stagione. Credo che il gol in Nazionale possa aiutarlo a ritrovare fiducia e smalto, smaltendo qualche scoria. Non vedo problemi tattici, è solo una questione di ritrovare la miglior condizione. La stoffa c’è, il carattere pure, così come la personalità. È solo questione di tempo: presto lo rivedremo ai suoi livelli migliori".