Ai microfoni di Calcio Time, trasmissione a cura della redazione di EuropaCalcio.it, è intervenuto Nicolas Amodio, ex centrocampista uruguayano che ha militato nel Napoli in due diversi momenti. L’ex mediano ha raccontato la propria esperienza in azzurro e ha parlato anche del patron De Laurentiis.
Su De Laurentiis: “Lo si era intuito sin dall’inizio, dal momento in cui aveva rilevato il club: era ambizioso, voleva portare subito il Napoli ai vertici e in Europa. Ci è riuscito in pochi anni ed ha compiuto un grandissimo lavoro. Si poteva essere d’accordo, o meno, su determinati argomenti, ma aveva già le idee chiarissime. Ha dato al Napoli una costanza non da poco in un calcio globale come quello di oggi”.
Sul suo passaggio al Napoli: “La semifinale Playoff per la promozione in B non la dimenticherò mai: io la giocai con la maglia della Sambenedettese proprio contro il Napoli. Dal casello di Fuorigrotta fino allo stadio ci buttarono di tutto contro il pullman, ma la ricordo come una cosa divertente. A quel punto, espressi il desiderio di giocare per quella gente così appassionata, un giorno. Ho avuto la fortuna e l’onore di riuscirci: arrivare in quello stadio è fantastico”.
“La trattativa era nata tra il mio procuratore e Marino, al pari di Bogliacino. Ricordo la nostra gioia nel raggiungere Napoli insieme. Sarò sempre grato alla gente di Napoli: è una città diversa dalle altre, senza dubbio. Ama la propria squadra in tutto e per tutto. I tifosi si ricordano ancora di me ed è un onore. Qualche anno fa, a Barcellona, incontrammo qualche giovanissimo tifoso del Napoli che si affrettò a telefonare al padre per comunicargli che stesse parlando con il sottoscritto: un aneddoto divertente”.
Su Mazzarri: “Penso sia il miglior allenatore che mi ha allenato, in senso assoluto. E lo dico da calciatore che non era una prima scelta del Mister e assisteva alle partite dei compagni dalla panchina o dalla tribuna: quindi, penso valga ancora di più. Leggeva benissimo gli avversari: quello che lui ti anticipava nel corso della settimana, si verificava puntualmente la domenica. Come calciatore, a quel punto, riponi piena fiducia in lui. Nella passata stagione è subentrato e non è stato semplice anche a livello ambientale”.
Su Olivera: “Penso possa essere una stagione molto positiva per lui, anche in relazione ai vari moduli che può adottare Antonio Conte: lui può agire sia da difensore, che da esterno alto ed è un vantaggio per l’allenatore poter disporre di un elemento duttile come Matias. Ha avuto modo di apprendere molto da Mario Rui, più esperto e dal quale ha potuto trarre dei frutti da quella concorrenza”.
Su alcuni calciatori uruguyani: “Nunez sta attraversando un periodo particolare al Liverpool e penso debba scrollarsi di dosso un po’ di pressione, che non contribuisce a farlo rendere al meglio. In Nazionale, sta facendo cose egregie, proprio perché libero di esprimere il proprio potenziale e più sicuro dei propri mezzi: è un centravanti formidabile e può dimostrarlo in ogni occasione. Un talento che consiglierei alla Serie A è Esteban Crucci, centravanti classe 2006 del Montevideo Wanderers. Un altro ottimo elemento è Arezo, passato di recente in Spagna: deve avere più regolarità nel calcio europeo, ma ha buone potenzialità”.
Su De Zerbi: “Mi fa molto piacere il fatto che si stia consacrando. Lo stile di gioco che impartisce alla squadra è immediatamente apprezzabile e tangibile. In campo, ricordo quanto fosse esigente: chiamava continuamente il pallone, non lasciava nulla al caso e dimostrava già grande intelligenza da allenatore”.
di Napoli Magazine
01/10/2024 - 00:39
Ai microfoni di Calcio Time, trasmissione a cura della redazione di EuropaCalcio.it, è intervenuto Nicolas Amodio, ex centrocampista uruguayano che ha militato nel Napoli in due diversi momenti. L’ex mediano ha raccontato la propria esperienza in azzurro e ha parlato anche del patron De Laurentiis.
Su De Laurentiis: “Lo si era intuito sin dall’inizio, dal momento in cui aveva rilevato il club: era ambizioso, voleva portare subito il Napoli ai vertici e in Europa. Ci è riuscito in pochi anni ed ha compiuto un grandissimo lavoro. Si poteva essere d’accordo, o meno, su determinati argomenti, ma aveva già le idee chiarissime. Ha dato al Napoli una costanza non da poco in un calcio globale come quello di oggi”.
Sul suo passaggio al Napoli: “La semifinale Playoff per la promozione in B non la dimenticherò mai: io la giocai con la maglia della Sambenedettese proprio contro il Napoli. Dal casello di Fuorigrotta fino allo stadio ci buttarono di tutto contro il pullman, ma la ricordo come una cosa divertente. A quel punto, espressi il desiderio di giocare per quella gente così appassionata, un giorno. Ho avuto la fortuna e l’onore di riuscirci: arrivare in quello stadio è fantastico”.
“La trattativa era nata tra il mio procuratore e Marino, al pari di Bogliacino. Ricordo la nostra gioia nel raggiungere Napoli insieme. Sarò sempre grato alla gente di Napoli: è una città diversa dalle altre, senza dubbio. Ama la propria squadra in tutto e per tutto. I tifosi si ricordano ancora di me ed è un onore. Qualche anno fa, a Barcellona, incontrammo qualche giovanissimo tifoso del Napoli che si affrettò a telefonare al padre per comunicargli che stesse parlando con il sottoscritto: un aneddoto divertente”.
Su Mazzarri: “Penso sia il miglior allenatore che mi ha allenato, in senso assoluto. E lo dico da calciatore che non era una prima scelta del Mister e assisteva alle partite dei compagni dalla panchina o dalla tribuna: quindi, penso valga ancora di più. Leggeva benissimo gli avversari: quello che lui ti anticipava nel corso della settimana, si verificava puntualmente la domenica. Come calciatore, a quel punto, riponi piena fiducia in lui. Nella passata stagione è subentrato e non è stato semplice anche a livello ambientale”.
Su Olivera: “Penso possa essere una stagione molto positiva per lui, anche in relazione ai vari moduli che può adottare Antonio Conte: lui può agire sia da difensore, che da esterno alto ed è un vantaggio per l’allenatore poter disporre di un elemento duttile come Matias. Ha avuto modo di apprendere molto da Mario Rui, più esperto e dal quale ha potuto trarre dei frutti da quella concorrenza”.
Su alcuni calciatori uruguyani: “Nunez sta attraversando un periodo particolare al Liverpool e penso debba scrollarsi di dosso un po’ di pressione, che non contribuisce a farlo rendere al meglio. In Nazionale, sta facendo cose egregie, proprio perché libero di esprimere il proprio potenziale e più sicuro dei propri mezzi: è un centravanti formidabile e può dimostrarlo in ogni occasione. Un talento che consiglierei alla Serie A è Esteban Crucci, centravanti classe 2006 del Montevideo Wanderers. Un altro ottimo elemento è Arezo, passato di recente in Spagna: deve avere più regolarità nel calcio europeo, ma ha buone potenzialità”.
Su De Zerbi: “Mi fa molto piacere il fatto che si stia consacrando. Lo stile di gioco che impartisce alla squadra è immediatamente apprezzabile e tangibile. In campo, ricordo quanto fosse esigente: chiamava continuamente il pallone, non lasciava nulla al caso e dimostrava già grande intelligenza da allenatore”.