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L'EX CAGLIARI - Jeda: "Il 3-2 con la Juventus, la salvezza conquistata a Udine e il 2-1 al Napoli all'ultimo minuto tra i momenti più belli"
09.08.2025 17:48 di Napoli Magazine

Jeda, ex attaccante, ha rilasciato alcune dichiarazioni al podcast La Colmena Talks: "Quando vengo in Sardegna, non solo a Cagliari, la cosa che mi colpisce è l’affetto con cui vengo sempre ricordato, nonostante gli anni passati qui siano stati pochi e contro la mia volontà. Io desideravo restare a lungo e chiudere la carriera a Cagliari - riporta Tutto Cagliari -, ma nel calcio può succedere di tutto. Questa è una terra che non ho mai dimenticato, come loro non hanno mai dimenticato me. Vedo un legame tra il Brasile e la Sardegna: in entrambi i casi c’è un forte orgoglio per la propria terra. Nei sardi rivedo questa fierezza, la stessa che sento io per le mie origini. A Cagliari mi sono sentito subito a casa. Poi sono andato a Lecce, un’altra città che mi è rimasta nel cuore: lì sono molto orgogliosi delle proprie radici, come i sardi. La mia partenza fu improvvisa e dolorosa. Con Bisoli mi sentii messo da parte senza una vera motivazione. Lo rispettavo come ex giocatore, ma il modo in cui mi trattò mi fece molto male. Avrei potuto aspettare tempi migliori, ma non sono quel tipo di persona: per me un allenatore deve darti responsabilità, non toglierti l’anima. Il sogno di chiudere la carriera qui si spezzò e decisi di andarmene senza creare problemi alla società. Tra i momenti più belli ricordo il 3-2 contro la Juventus a Torino, la salvezza conquistata a Udine dopo una stagione estenuante e il 2-1 al Napoli all’ultimo minuto, un’apoteosi incredibile: ricordo la telecronaca di Vittorio Sanna che quasi perdeva la voce per l’emozione".

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09/08/2025 - 17:48

Jeda, ex attaccante, ha rilasciato alcune dichiarazioni al podcast La Colmena Talks: "Quando vengo in Sardegna, non solo a Cagliari, la cosa che mi colpisce è l’affetto con cui vengo sempre ricordato, nonostante gli anni passati qui siano stati pochi e contro la mia volontà. Io desideravo restare a lungo e chiudere la carriera a Cagliari - riporta Tutto Cagliari -, ma nel calcio può succedere di tutto. Questa è una terra che non ho mai dimenticato, come loro non hanno mai dimenticato me. Vedo un legame tra il Brasile e la Sardegna: in entrambi i casi c’è un forte orgoglio per la propria terra. Nei sardi rivedo questa fierezza, la stessa che sento io per le mie origini. A Cagliari mi sono sentito subito a casa. Poi sono andato a Lecce, un’altra città che mi è rimasta nel cuore: lì sono molto orgogliosi delle proprie radici, come i sardi. La mia partenza fu improvvisa e dolorosa. Con Bisoli mi sentii messo da parte senza una vera motivazione. Lo rispettavo come ex giocatore, ma il modo in cui mi trattò mi fece molto male. Avrei potuto aspettare tempi migliori, ma non sono quel tipo di persona: per me un allenatore deve darti responsabilità, non toglierti l’anima. Il sogno di chiudere la carriera qui si spezzò e decisi di andarmene senza creare problemi alla società. Tra i momenti più belli ricordo il 3-2 contro la Juventus a Torino, la salvezza conquistata a Udine dopo una stagione estenuante e il 2-1 al Napoli all’ultimo minuto, un’apoteosi incredibile: ricordo la telecronaca di Vittorio Sanna che quasi perdeva la voce per l’emozione".