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L'EX - Crasson: "Indossare la maglia del Napoli è stato un sogno, De Winter perfetto per gli azzurri, apprezzo McTominay e Di Lorenzo"
11.02.2025 12:50 di Napoli Magazine

Bertrand Crasson, ex calciatore del Napoli tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Calcio Time' su Europa Calcio:

Sul VAR: “Stiamo riscontrando diverse criticità anche in Belgio con la tecnologia in campo. Non si possono attendere anche dieci minuti per poter valutare un episodio. Non voglio credere che ci sia sudditanza psicologica: credo sempre nella bontà di tutti e nella buona fede. Ci si dimentica, però, dello spirito del gioco: certe situazioni sono talmente al limite che tolgono il piacere del gioco. I difensori stessi devono difendere in modo innaturale tenendo le braccia dietro alla schiena: non è possibile. Il VAR non aiuta più e sta sortendo l’effetto opposto”. 

Su Napoli-Udinese: “Non si può pretendere di vincere tutte le partite, ma devo dire che il Napoli mi piace davvero molto. Apprezzo particolarmente Di Lorenzo e il centrocampo, soprattutto McTominay. Non posso non parlare di Lukaku: militava nelle giovanili quando io giocavo nell’Anderlecht. Era già impressionante ai tempi per fisicità e prestanza; al Napoli può rendere al meglio anche in virtù del rapporto con l’allenatore. Una prestazione come quella di domenica può capitare, ma credo sia un calciatore più di transizione che di posizione. Fisicamente è un animale e penso che dia il meglio di sé nelle ripartenze, più che in un gioco manovrato”. 

Su De Ketelaere: “Penso, da quello che so, che interessasse già al Napoli, due/tre anni fa. Tant’è che un giornalista mi rivolse una domanda secca su questa possibilità. Poi, un anno dopo, andò al Milan e probabilmente non era pronto per un grande salto come questo. Il campionato italiano è molto duro, hai bisogno di tempo per assimilare tutto. All’Atalanta è maturato tanto e credo che il contesto di Bergamo sia perfetto per il suo modo di giocare, da seconda punta. In Nazionale veniva sempre convocato con Tedesco, ma non giocava mai. Vedremo con Rudi Garcia come andrà. Tutti, in Belgio, si aspettano molto da lui”. 

Sul ritorno di Saelemaekers al Milan: “Ha un grande motore, è capace di ricoprire tutta la fascia in solitaria. Ha avuto qualche problema di ambientamento, ma penso fosse normalissimo. Non so cosa valuterà Conceicao per il suo profilo, ma ritengo possa completare un ulteriore step in carriera solo sentendo fiducia intorno a sé”. 

Sul suo passato al Napoli: “Il primo anno, con Gigi Simoni, andò molto bene e arrivammo anche in finale di Coppa Italia. Disponevamo di un’ottima rosa, tant'è che vincemmo anche a Roma, contro la Lazio, giocando in nove contro undici. Il secondo anno, la squadra venne smantellata e si susseguirono diversi allenatori, ben quattro. Purtroppo, fu un anno negativo, praticamente un incubo. In generale, indossare la maglia del Napoli è stato un sogno e non posso che avere un grandissimo ricordo di quest’esperienza. Sono molto orgoglioso di aver indossato la maglia azzurra: i due anni a Napoli valgono dieci in Belgio. Non potrò mai dimenticare la presenza di un prete nello spogliatoio per la benedizione prima di una partita”. 

Cos’è mancato al Belgio per conquistare un Mondiale o un Europeo? “Con Martinez giocavamo tantissime amichevoli per mantenere il primo posto nel ranking, ma nei momenti clou ci perdiamo sempre. Probabilmente, è mancato un allenatore italiano, con un Curriculum vincente, che potesse permetterci di fare quello step in più. Ricordo qualche errore, che ci poteva anche stare, nella semifinale Mondiale contro la Francia, con De Bruyne nei due davanti alla difesa. Gli allenatori vincenti sono italiani, perché hanno quel qualcosa in più nel riuscire a trasformare un gruppo in un vero collettivo. Gli esempi sono Conte, Spalletti, Mancini e tutti gli altri. Garcia è francese, vedremo come andrà con lui”. 

Su Allegri, suo ex compagno al Napoli: “Lo conosco: persona e centrocampista molto educato. Se avessi avuto diritto di parola, l’avrei consigliato per la Nazionale belga, assolutamente. Era già molto intelligente tecnicamente e tatticamente e non mi stupisce per nulla il suo rendimento alla Juventus, al Milan. Ma rientra sempre nella grande scuola degli allenatori italiani: adesso, credono tutti di essere innovativi, ma sono tutte dinamiche già studiate e proposte”.

Su De Winter: “Grandissimo difensore, pronto a diventare un assoluto top del ruolo. Ha già dimostrato le proprie qualità e in una squadra come il Genoa potrà completare il salto definitivo in una big. L’ho menzionato parecchie volte nella gestione Martinez, ma veniva convocato e non giocava mai: non capivo il motivo. Anzi, è già pronto per fare il titolare in nazionale al posto di Theathe, per dire. Sta maturando esperienza e sarebbe già perfetto per il Napoli”. 

Su De Cuyper: “Grande prospetto, terzino di spinta forse non così enorme fisicamente, ma di una grandissima qualità. Sta impressionando al Brugge, anche per quantità e cattiveria agonistica. Rispecchia fedelmente il temperamento delle giovanili del Brugge: grande grinta, mentalità vincente e improntata a lottare su ogni pallone. Sta crescendo benissimo e credo che abbia risolto il problema del terzino sinistro in nazionale belga”. 

Su Zeno Debast: “Difensore centrale molto forte, assolutamente. Magari, è partito un po’ presto verso l’estero, in Portogallo. Si sta caricando di tantissime responsabilità e l’infortunio non ne sta aiutando la consacrazione, però ha molte qualità per imporsi. Parliamo di un calciatore molto giovane e di prospettiva”. 

Su Mbangula: “Sta facendo benissimo alla Juventus e ci chiediamo ancora come possa essere andato via dal Belgio. Parliamo di un talento in fuga lasciato andare via troppo in fretta. Deve maturare, ha tutto il tempo per farlo e credo abbia tutte le potenzialità per diventare un titolare, con l’attitudine giusta, della squadra. Con Doku sarà una grande battaglia per la titolarità nella nazionale belga, ma sulle sue qualità non si discute. In Belgio è sicuramente una bellissima sorpresa”. 

Su Ngonge: “Credo possa disimpegnarsi meglio da seconda punta, o comunque più centrale, come giocava a Verona. Dà la sensazione di poter giocare ovunque, perché si tratta di un calciatore versatile. Gioca bene in tutte le posizioni del campo e, proprio per questo, potrebbe specializzarsi in un unico ruolo. Forse, ha un ruolo troppo ibrido per essere inquadrato definitivamente. Ma è sicuramente un profilo molto interessante”.

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11/02/2025 - 12:50

Bertrand Crasson, ex calciatore del Napoli tra le altre, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Calcio Time' su Europa Calcio:

Sul VAR: “Stiamo riscontrando diverse criticità anche in Belgio con la tecnologia in campo. Non si possono attendere anche dieci minuti per poter valutare un episodio. Non voglio credere che ci sia sudditanza psicologica: credo sempre nella bontà di tutti e nella buona fede. Ci si dimentica, però, dello spirito del gioco: certe situazioni sono talmente al limite che tolgono il piacere del gioco. I difensori stessi devono difendere in modo innaturale tenendo le braccia dietro alla schiena: non è possibile. Il VAR non aiuta più e sta sortendo l’effetto opposto”. 

Su Napoli-Udinese: “Non si può pretendere di vincere tutte le partite, ma devo dire che il Napoli mi piace davvero molto. Apprezzo particolarmente Di Lorenzo e il centrocampo, soprattutto McTominay. Non posso non parlare di Lukaku: militava nelle giovanili quando io giocavo nell’Anderlecht. Era già impressionante ai tempi per fisicità e prestanza; al Napoli può rendere al meglio anche in virtù del rapporto con l’allenatore. Una prestazione come quella di domenica può capitare, ma credo sia un calciatore più di transizione che di posizione. Fisicamente è un animale e penso che dia il meglio di sé nelle ripartenze, più che in un gioco manovrato”. 

Su De Ketelaere: “Penso, da quello che so, che interessasse già al Napoli, due/tre anni fa. Tant’è che un giornalista mi rivolse una domanda secca su questa possibilità. Poi, un anno dopo, andò al Milan e probabilmente non era pronto per un grande salto come questo. Il campionato italiano è molto duro, hai bisogno di tempo per assimilare tutto. All’Atalanta è maturato tanto e credo che il contesto di Bergamo sia perfetto per il suo modo di giocare, da seconda punta. In Nazionale veniva sempre convocato con Tedesco, ma non giocava mai. Vedremo con Rudi Garcia come andrà. Tutti, in Belgio, si aspettano molto da lui”. 

Sul ritorno di Saelemaekers al Milan: “Ha un grande motore, è capace di ricoprire tutta la fascia in solitaria. Ha avuto qualche problema di ambientamento, ma penso fosse normalissimo. Non so cosa valuterà Conceicao per il suo profilo, ma ritengo possa completare un ulteriore step in carriera solo sentendo fiducia intorno a sé”. 

Sul suo passato al Napoli: “Il primo anno, con Gigi Simoni, andò molto bene e arrivammo anche in finale di Coppa Italia. Disponevamo di un’ottima rosa, tant'è che vincemmo anche a Roma, contro la Lazio, giocando in nove contro undici. Il secondo anno, la squadra venne smantellata e si susseguirono diversi allenatori, ben quattro. Purtroppo, fu un anno negativo, praticamente un incubo. In generale, indossare la maglia del Napoli è stato un sogno e non posso che avere un grandissimo ricordo di quest’esperienza. Sono molto orgoglioso di aver indossato la maglia azzurra: i due anni a Napoli valgono dieci in Belgio. Non potrò mai dimenticare la presenza di un prete nello spogliatoio per la benedizione prima di una partita”. 

Cos’è mancato al Belgio per conquistare un Mondiale o un Europeo? “Con Martinez giocavamo tantissime amichevoli per mantenere il primo posto nel ranking, ma nei momenti clou ci perdiamo sempre. Probabilmente, è mancato un allenatore italiano, con un Curriculum vincente, che potesse permetterci di fare quello step in più. Ricordo qualche errore, che ci poteva anche stare, nella semifinale Mondiale contro la Francia, con De Bruyne nei due davanti alla difesa. Gli allenatori vincenti sono italiani, perché hanno quel qualcosa in più nel riuscire a trasformare un gruppo in un vero collettivo. Gli esempi sono Conte, Spalletti, Mancini e tutti gli altri. Garcia è francese, vedremo come andrà con lui”. 

Su Allegri, suo ex compagno al Napoli: “Lo conosco: persona e centrocampista molto educato. Se avessi avuto diritto di parola, l’avrei consigliato per la Nazionale belga, assolutamente. Era già molto intelligente tecnicamente e tatticamente e non mi stupisce per nulla il suo rendimento alla Juventus, al Milan. Ma rientra sempre nella grande scuola degli allenatori italiani: adesso, credono tutti di essere innovativi, ma sono tutte dinamiche già studiate e proposte”.

Su De Winter: “Grandissimo difensore, pronto a diventare un assoluto top del ruolo. Ha già dimostrato le proprie qualità e in una squadra come il Genoa potrà completare il salto definitivo in una big. L’ho menzionato parecchie volte nella gestione Martinez, ma veniva convocato e non giocava mai: non capivo il motivo. Anzi, è già pronto per fare il titolare in nazionale al posto di Theathe, per dire. Sta maturando esperienza e sarebbe già perfetto per il Napoli”. 

Su De Cuyper: “Grande prospetto, terzino di spinta forse non così enorme fisicamente, ma di una grandissima qualità. Sta impressionando al Brugge, anche per quantità e cattiveria agonistica. Rispecchia fedelmente il temperamento delle giovanili del Brugge: grande grinta, mentalità vincente e improntata a lottare su ogni pallone. Sta crescendo benissimo e credo che abbia risolto il problema del terzino sinistro in nazionale belga”. 

Su Zeno Debast: “Difensore centrale molto forte, assolutamente. Magari, è partito un po’ presto verso l’estero, in Portogallo. Si sta caricando di tantissime responsabilità e l’infortunio non ne sta aiutando la consacrazione, però ha molte qualità per imporsi. Parliamo di un calciatore molto giovane e di prospettiva”. 

Su Mbangula: “Sta facendo benissimo alla Juventus e ci chiediamo ancora come possa essere andato via dal Belgio. Parliamo di un talento in fuga lasciato andare via troppo in fretta. Deve maturare, ha tutto il tempo per farlo e credo abbia tutte le potenzialità per diventare un titolare, con l’attitudine giusta, della squadra. Con Doku sarà una grande battaglia per la titolarità nella nazionale belga, ma sulle sue qualità non si discute. In Belgio è sicuramente una bellissima sorpresa”. 

Su Ngonge: “Credo possa disimpegnarsi meglio da seconda punta, o comunque più centrale, come giocava a Verona. Dà la sensazione di poter giocare ovunque, perché si tratta di un calciatore versatile. Gioca bene in tutte le posizioni del campo e, proprio per questo, potrebbe specializzarsi in un unico ruolo. Forse, ha un ruolo troppo ibrido per essere inquadrato definitivamente. Ma è sicuramente un profilo molto interessante”.