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L'EX FIORENTINA - Di Chiara: "Stare sullo stesso campo con Baggio e Maradona fu speciale"
04.01.2025 13:30 di Napoli Magazine

Alberto Di Chiara, ex calciatore della Fiorentina, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport ricordando la gara tra i Viola e il Napoli del 1989, in cui Roberto Baggio siglò un gol memorabile:

Baggio prende palla e...

"Penso che Robi andrà in porta. Aveva già fatto un’azione simile qualche anno prima contro il Milan di Sacchi a San Siro. Lui sapeva prendere il tempo agli avversari caracollando verso l’area. E infatti realizzò un gol stupendo. Ho vissuto l’inizio della carriera di Baggio, la sua crescita costante a livello tecnico e di fiducia. La rete al San Paolo fu un altro punto esclamativo, soprattutto se consideriamo il contesto e gli avversari. A quei tempi fare una cosa del genere in Serie A era davvero difficile. Adesso è tutto più semplice".

Ci racconta la bellezza di Baggio?

"La sua capacità di essere un leader tecnico. Aveva grande personalità e nello spogliatoio non era riservato come appare fuori. Io e lui facevamo scherzi, raccontavamo barzellette, trascinavamo un gruppo che era molto bello. Poi in partita davi la palla a Baggio ed eri tranquillo".

Maradona entrò nella ripresa.

"Stare sullo stesso campo con Baggio e Maradona fu qualcosa di speciale. Robi era mio compagno e avevo la fortuna di vivere con lui la quotidianità. Diego era il mito vivente, un personaggio come quelli dei fumetti, come Topolino: non sai nemmeno se esiste davvero. Quel giorno appena entrato sbagliò un rigore, ma Diego girò la partita con la sola presenza. E il Napoli infatti riuscì a vincere 3-2. Il calcio negli anni è cambiato e non ci sono più quelle personalità così forti da condizionare una gara per il semplice fatto di essere in campo. Nella mia carriera sono passato da Platini a Zidane e a Pirlo. Sono stato fortunato. Adesso chi c’è a quel livello? Chi è davvero un simbolo del calcio?".

Hai qualche rimpianto in carriera?

"Il Mondiale del 1994: avevo fatto tutte le qualificazioni. Poi Sacchi decise di portare un centrale in più e un terzino in meno. Così in America andò Minotti, bravissimo compagno del Parma, e non io. E poi lo scudetto, anche perché a quei tempi era l’unica strada per giocare la Coppa dei Campioni. Il Parma era forte in tutti i sensi. Bettega chiese a Tanzi il mio trasferimento in cambio di soldi e metà cartellino di Del Piero. Tanzi rifiutò. Magari, se avesse accettato, la mia storia sarebbe cambiata".

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L'EX FIORENTINA - Di Chiara: "Stare sullo stesso campo con Baggio e Maradona fu speciale"

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04/01/2025 - 13:30

Alberto Di Chiara, ex calciatore della Fiorentina, ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport ricordando la gara tra i Viola e il Napoli del 1989, in cui Roberto Baggio siglò un gol memorabile:

Baggio prende palla e...

"Penso che Robi andrà in porta. Aveva già fatto un’azione simile qualche anno prima contro il Milan di Sacchi a San Siro. Lui sapeva prendere il tempo agli avversari caracollando verso l’area. E infatti realizzò un gol stupendo. Ho vissuto l’inizio della carriera di Baggio, la sua crescita costante a livello tecnico e di fiducia. La rete al San Paolo fu un altro punto esclamativo, soprattutto se consideriamo il contesto e gli avversari. A quei tempi fare una cosa del genere in Serie A era davvero difficile. Adesso è tutto più semplice".

Ci racconta la bellezza di Baggio?

"La sua capacità di essere un leader tecnico. Aveva grande personalità e nello spogliatoio non era riservato come appare fuori. Io e lui facevamo scherzi, raccontavamo barzellette, trascinavamo un gruppo che era molto bello. Poi in partita davi la palla a Baggio ed eri tranquillo".

Maradona entrò nella ripresa.

"Stare sullo stesso campo con Baggio e Maradona fu qualcosa di speciale. Robi era mio compagno e avevo la fortuna di vivere con lui la quotidianità. Diego era il mito vivente, un personaggio come quelli dei fumetti, come Topolino: non sai nemmeno se esiste davvero. Quel giorno appena entrato sbagliò un rigore, ma Diego girò la partita con la sola presenza. E il Napoli infatti riuscì a vincere 3-2. Il calcio negli anni è cambiato e non ci sono più quelle personalità così forti da condizionare una gara per il semplice fatto di essere in campo. Nella mia carriera sono passato da Platini a Zidane e a Pirlo. Sono stato fortunato. Adesso chi c’è a quel livello? Chi è davvero un simbolo del calcio?".

Hai qualche rimpianto in carriera?

"Il Mondiale del 1994: avevo fatto tutte le qualificazioni. Poi Sacchi decise di portare un centrale in più e un terzino in meno. Così in America andò Minotti, bravissimo compagno del Parma, e non io. E poi lo scudetto, anche perché a quei tempi era l’unica strada per giocare la Coppa dei Campioni. Il Parma era forte in tutti i sensi. Bettega chiese a Tanzi il mio trasferimento in cambio di soldi e metà cartellino di Del Piero. Tanzi rifiutò. Magari, se avesse accettato, la mia storia sarebbe cambiata".