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L'EX - Giordano: "Maradona mi voleva già al Barcellona, Napoli? Mi convinsero lui e Allodi"
04.11.2024 22:10 di Napoli Magazine

Bruno Giordano, ex attaccante del Napoli, è stato ospite del podcast "More Touchy Show": "Maradona e Allodi mi chiamarono al Napoli. Allodi provò già a portarmi alla Fiorentina quando ero alla Lazio, poi mi disse che sarebbe andato al Napoli. Diego invece già due anni prima mi voleva al Barcellona, quando giocava ancora lì. Ricordo che quando mi ruppi la gamba nel 1983, lui mi mandò un messaggio mentre ero in clinica. Ci eravamo conosciuti in una partita Italia-Argentina nel '79, qui a Roma. Lui ha dato la spinta finale, era venuto al Napoli sapendo che c'erano difficoltà, il primo anno aveva aspettato, ma il secondo anno disse "fatemi la squadra". Mi convinsero lui e Allodi, che è stato il dirigente sportivo più importante nella storia del calcio italiano, non lo dico io, ma lo dice la storia. In realtà non c'era bisogno di convincermi, ero già convinto. Quando Diego mi chiamò dicendomi di firmare, gli risposi che avevo già firmato. La Ma-Gi-Ca il tridente più forte della storia? E' stata tanta roba. Non so se è stato il più forte di sempre, perchè ci sono stati anche Messi-Suarez-Neymar... Però quando parti con Diego, parti un bel po' avanti. Non è merito nostro quel tridente, è merito suo, era qualcosa di veramente speciale. Lo scudetto al Napoli? Io alla fine quello scudetto dovevo vincerlo per forza. Avevo perso mia madre qualche mese prima e avevo solo quello in testa. Volevo ricordare la memoria di mia madre con qualcosa di indelebile, lo sarà per sempre nella mia testa come in quella dei napoletani. Vincemmo il 10 maggio '87: era la festa della mamma, quel giorno si chiuse un cerchio. Qualche mese prima avevo avuto una perdita non dolorosa, ma di più, ma fu "ricompensata" da quella gioia che rivolgevo a mia madre. Quell'anno non ho giocato proprio da attaccante, ho fatto quello che serviva per vincere le partite. Non sono stato a pensare di fare qualche gol in più, come l'anno prima o l'anno dopo, ero il primo a correre quando serviva per riequilibrare la squadra e vincere le partite. Una volta Maradona mi prestò la macchina perché avevo portato la mia a fare il tagliando. Diego mi prestò la sua Ferrari: pensate che significa girare con la Ferrari di Maradona a Napoli. Andai al solito bar per prendere un caffè e dopo pochi minuti si era fatta la fila perché pensavano ci fosse lui nel bar. Decisi di scappare e riportare subito la macchina a Diego. Lui non poteva neanche prendersi un gelato in giro, con Maradona veramente non si poteva uscire. Una volta a Torino disse: andiamo a prendere un nastro di Massimo Ranieri. Così andammo in una nastroteca, ma dopo 10 minuti dovettimo scappare in albergo. Lui ha vissuto una vita al chiuso, ha viaggiato per il mondo ma faceva fatica a muoversi".

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L'EX - Giordano: "Maradona mi voleva già al Barcellona, Napoli? Mi convinsero lui e Allodi"

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04/11/2024 - 22:10

Bruno Giordano, ex attaccante del Napoli, è stato ospite del podcast "More Touchy Show": "Maradona e Allodi mi chiamarono al Napoli. Allodi provò già a portarmi alla Fiorentina quando ero alla Lazio, poi mi disse che sarebbe andato al Napoli. Diego invece già due anni prima mi voleva al Barcellona, quando giocava ancora lì. Ricordo che quando mi ruppi la gamba nel 1983, lui mi mandò un messaggio mentre ero in clinica. Ci eravamo conosciuti in una partita Italia-Argentina nel '79, qui a Roma. Lui ha dato la spinta finale, era venuto al Napoli sapendo che c'erano difficoltà, il primo anno aveva aspettato, ma il secondo anno disse "fatemi la squadra". Mi convinsero lui e Allodi, che è stato il dirigente sportivo più importante nella storia del calcio italiano, non lo dico io, ma lo dice la storia. In realtà non c'era bisogno di convincermi, ero già convinto. Quando Diego mi chiamò dicendomi di firmare, gli risposi che avevo già firmato. La Ma-Gi-Ca il tridente più forte della storia? E' stata tanta roba. Non so se è stato il più forte di sempre, perchè ci sono stati anche Messi-Suarez-Neymar... Però quando parti con Diego, parti un bel po' avanti. Non è merito nostro quel tridente, è merito suo, era qualcosa di veramente speciale. Lo scudetto al Napoli? Io alla fine quello scudetto dovevo vincerlo per forza. Avevo perso mia madre qualche mese prima e avevo solo quello in testa. Volevo ricordare la memoria di mia madre con qualcosa di indelebile, lo sarà per sempre nella mia testa come in quella dei napoletani. Vincemmo il 10 maggio '87: era la festa della mamma, quel giorno si chiuse un cerchio. Qualche mese prima avevo avuto una perdita non dolorosa, ma di più, ma fu "ricompensata" da quella gioia che rivolgevo a mia madre. Quell'anno non ho giocato proprio da attaccante, ho fatto quello che serviva per vincere le partite. Non sono stato a pensare di fare qualche gol in più, come l'anno prima o l'anno dopo, ero il primo a correre quando serviva per riequilibrare la squadra e vincere le partite. Una volta Maradona mi prestò la macchina perché avevo portato la mia a fare il tagliando. Diego mi prestò la sua Ferrari: pensate che significa girare con la Ferrari di Maradona a Napoli. Andai al solito bar per prendere un caffè e dopo pochi minuti si era fatta la fila perché pensavano ci fosse lui nel bar. Decisi di scappare e riportare subito la macchina a Diego. Lui non poteva neanche prendersi un gelato in giro, con Maradona veramente non si poteva uscire. Una volta a Torino disse: andiamo a prendere un nastro di Massimo Ranieri. Così andammo in una nastroteca, ma dopo 10 minuti dovettimo scappare in albergo. Lui ha vissuto una vita al chiuso, ha viaggiato per il mondo ma faceva fatica a muoversi".