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L'EX - Marcolin: "Il Napoli non ha stravolto la rosa, non cambierei modulo con la Lazio"
13.02.2025 11:25 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Marcolin, cronista Dazn ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Lazio:

Quanto peserà l'errore dell'ultimo minuto nella gara di ieri dell'Atalanta? 

"Ho visto anche Inter-Fiorentina, e il problema sono gli errori e l'interpretazione, che facciamo fatica a capire. È vero che ci sono i mezzi tecnologici, ma se non vengono usati correttamente o se lasciamo tutta la decisione all'arbitro, allora torniamo indietro. Questo episodio ne è un esempio, ma potrei citarne altri due o tre. Ad esempio, il fallo di mano di Gatti contro il Como. Sono tutte situazioni che, invece di farci progredire, ci riportano indietro. Stiamo tornando un passo indietro nel miglioramento del sistema arbitrale. Secondo me, bisognerebbe fermarsi un attimo e rivedere il protocollo VAR, per poi ripartire con delle prerogative diverse. La possibilità di chiamata da parte delle squadre potrebbe essere una soluzione giusta. Se un club si sente danneggiato, dovrebbe poter chiedere una revisione. Prendiamo l'episodio di Inter-Fiorentina: se la Fiorentina avesse avuto la possibilità di chiamare il VAR, il risultato sarebbe stato diverso. Dobbiamo migliorare ancora in questo senso. Poi, ovviamente, pensiamo al calcio giocato e cerchiamo di soffermarci su aspetti tecnici e tattici più che sulle polemiche arbitrali":

È normale, a febbraio, un calo fisiologico nel rendimento delle squadre? 

"Assolutamente sì. Fa parte della stagione di qualsiasi squadra. Chi prima, chi dopo, arriva sempre il momento in cui si rallenta e si perdono punti per strada".

La Lazio sembra in ripresa, mentre il Napoli è un po’ in calo. Cosa si aspetta dalla sfida di sabato?

"Per quanto riguarda il Napoli, più che un calo fisiologico, credo si tratti di una questione di gestione della pressione. Penso all’epoca di Spalletti: quando il Napoli andava in vantaggio, gestiva il possesso palla e manteneva sempre lo stesso livello di concentrazione. Oggi, invece, quando va in vantaggio sembra voler continuare ad attaccare e questa strategia potrebbe essere da rivedere. La Lazio, invece, ha beneficiato del turnover, soprattutto in Europa, e ora ha ritrovato freschezza. Il turnover è stato una risorsa per loro, anche in Coppa Italia, e oggi arrivano da tre vittorie di fila. Il Napoli, per tornare competitivo, deve ritrovare il gioco e la mentalità vista a Bergamo, in casa con la Juventus o a Firenze. Quando gioca con quella intensità, è quasi imbattibile".

Conte ha ripetuto più volte il mantra "fidatevi, vedremo". Secondo lei, è un modo per abbassare la pressione? 

"Sì, credo sia una strategia per distogliere l'attenzione. Fino a dieci giorni fa tutti parlavano del Napoli come squadra da scudetto, poi sono arrivati due pareggi e sono iniziate le critiche. Ma è normale avere momenti di difficoltà: l’Inter ha perso 3-0 a Firenze, nessuno può vincere tutte le partite. La pressione si è sentita, ad esempio, nel secondo tempo contro la Roma o quando il Napoli è stato rimontato dall’Udinese. L’atteggiamento di Conte è quello giusto per proteggere la squadra, anche se in cuor suo sono convinto che lui punti sempre al massimo, senza accontentarsi".

Sul mercato, invece, il Napoli ha fatto una scelta diversa rispetto ad altre squadre, più attendista. Crede che sia stata una strategia giusta?

“Dipende dalle necessità. Ci sono squadre che hanno dovuto intervenire con forza, come il Milan, che ha fatto due sessioni di mercato importanti. Anche la Fiorentina ha dovuto inserire diversi nuovi giocatori. Il Napoli, invece, ha scelto di non stravolgere la rosa. Magari serviva un solo giocatore di qualità in più, per sostituire Kvaratskhelia, ma Conte ha probabilmente preferito aspettare, pensando che per queste 14 partite restanti potesse bastare ciò che aveva. Se un giocatore come Garnacho fosse arrivato, magari avrebbe rappresentato un’alternativa importante, ma avrebbe anche sconvolto gli equilibri. La squadra può comunque reggere fino a fine stagione con l'organico attuale".

Contro la Lazio manterrebbe il 4-3-3, magari dando una chance dal primo minuto a Raspadori o Ngonge al posto di Neres, oppure cambierebbe modulo con un 3-5-2? 

"Il Napoli ha una sua identità consolidata con il 4-3-3, che è stata la base degli ultimi sette-otto anni. Non vedo la necessità di cambiare modulo, anche perché la squadra è prima in classifica con questo assetto. L’unico dubbio potrebbe essere sulla fascia sinistra, dove i terzini titolari sono fuori. In quel caso, si potrebbe pensare a una soluzione alternativa, magari con Juan Jesus o Buongiorno per contrastare Zaccagni su quel lato. Ma il 4-3-3 resta il punto di riferimento tattico della squadra".

Quindi resterebbe col 4-3-3 per una questione di automatismi già rodati? 

"Esattamente. Il Napoli ha già assimilato questo sistema e cambiarlo senza una reale necessità potrebbe essere controproducente".

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L'EX - Marcolin: "Il Napoli non ha stravolto la rosa, non cambierei modulo con la Lazio"

di Napoli Magazine

13/02/2025 - 11:25

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Marcolin, cronista Dazn ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Lazio:

Quanto peserà l'errore dell'ultimo minuto nella gara di ieri dell'Atalanta? 

"Ho visto anche Inter-Fiorentina, e il problema sono gli errori e l'interpretazione, che facciamo fatica a capire. È vero che ci sono i mezzi tecnologici, ma se non vengono usati correttamente o se lasciamo tutta la decisione all'arbitro, allora torniamo indietro. Questo episodio ne è un esempio, ma potrei citarne altri due o tre. Ad esempio, il fallo di mano di Gatti contro il Como. Sono tutte situazioni che, invece di farci progredire, ci riportano indietro. Stiamo tornando un passo indietro nel miglioramento del sistema arbitrale. Secondo me, bisognerebbe fermarsi un attimo e rivedere il protocollo VAR, per poi ripartire con delle prerogative diverse. La possibilità di chiamata da parte delle squadre potrebbe essere una soluzione giusta. Se un club si sente danneggiato, dovrebbe poter chiedere una revisione. Prendiamo l'episodio di Inter-Fiorentina: se la Fiorentina avesse avuto la possibilità di chiamare il VAR, il risultato sarebbe stato diverso. Dobbiamo migliorare ancora in questo senso. Poi, ovviamente, pensiamo al calcio giocato e cerchiamo di soffermarci su aspetti tecnici e tattici più che sulle polemiche arbitrali":

È normale, a febbraio, un calo fisiologico nel rendimento delle squadre? 

"Assolutamente sì. Fa parte della stagione di qualsiasi squadra. Chi prima, chi dopo, arriva sempre il momento in cui si rallenta e si perdono punti per strada".

La Lazio sembra in ripresa, mentre il Napoli è un po’ in calo. Cosa si aspetta dalla sfida di sabato?

"Per quanto riguarda il Napoli, più che un calo fisiologico, credo si tratti di una questione di gestione della pressione. Penso all’epoca di Spalletti: quando il Napoli andava in vantaggio, gestiva il possesso palla e manteneva sempre lo stesso livello di concentrazione. Oggi, invece, quando va in vantaggio sembra voler continuare ad attaccare e questa strategia potrebbe essere da rivedere. La Lazio, invece, ha beneficiato del turnover, soprattutto in Europa, e ora ha ritrovato freschezza. Il turnover è stato una risorsa per loro, anche in Coppa Italia, e oggi arrivano da tre vittorie di fila. Il Napoli, per tornare competitivo, deve ritrovare il gioco e la mentalità vista a Bergamo, in casa con la Juventus o a Firenze. Quando gioca con quella intensità, è quasi imbattibile".

Conte ha ripetuto più volte il mantra "fidatevi, vedremo". Secondo lei, è un modo per abbassare la pressione? 

"Sì, credo sia una strategia per distogliere l'attenzione. Fino a dieci giorni fa tutti parlavano del Napoli come squadra da scudetto, poi sono arrivati due pareggi e sono iniziate le critiche. Ma è normale avere momenti di difficoltà: l’Inter ha perso 3-0 a Firenze, nessuno può vincere tutte le partite. La pressione si è sentita, ad esempio, nel secondo tempo contro la Roma o quando il Napoli è stato rimontato dall’Udinese. L’atteggiamento di Conte è quello giusto per proteggere la squadra, anche se in cuor suo sono convinto che lui punti sempre al massimo, senza accontentarsi".

Sul mercato, invece, il Napoli ha fatto una scelta diversa rispetto ad altre squadre, più attendista. Crede che sia stata una strategia giusta?

“Dipende dalle necessità. Ci sono squadre che hanno dovuto intervenire con forza, come il Milan, che ha fatto due sessioni di mercato importanti. Anche la Fiorentina ha dovuto inserire diversi nuovi giocatori. Il Napoli, invece, ha scelto di non stravolgere la rosa. Magari serviva un solo giocatore di qualità in più, per sostituire Kvaratskhelia, ma Conte ha probabilmente preferito aspettare, pensando che per queste 14 partite restanti potesse bastare ciò che aveva. Se un giocatore come Garnacho fosse arrivato, magari avrebbe rappresentato un’alternativa importante, ma avrebbe anche sconvolto gli equilibri. La squadra può comunque reggere fino a fine stagione con l'organico attuale".

Contro la Lazio manterrebbe il 4-3-3, magari dando una chance dal primo minuto a Raspadori o Ngonge al posto di Neres, oppure cambierebbe modulo con un 3-5-2? 

"Il Napoli ha una sua identità consolidata con il 4-3-3, che è stata la base degli ultimi sette-otto anni. Non vedo la necessità di cambiare modulo, anche perché la squadra è prima in classifica con questo assetto. L’unico dubbio potrebbe essere sulla fascia sinistra, dove i terzini titolari sono fuori. In quel caso, si potrebbe pensare a una soluzione alternativa, magari con Juan Jesus o Buongiorno per contrastare Zaccagni su quel lato. Ma il 4-3-3 resta il punto di riferimento tattico della squadra".

Quindi resterebbe col 4-3-3 per una questione di automatismi già rodati? 

"Esattamente. Il Napoli ha già assimilato questo sistema e cambiarlo senza una reale necessità potrebbe essere controproducente".