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L'EX TORINO - Bonetti: "Giocare contro il Napoli è una grande motivazione, partita delicata per il Toro, McTominay? Deve ritrovare sé stesso, Juventus? Problema evidente in attacco"
18.10.2025 11:34 di Napoli Magazine
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A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Bonetti, allenatore ed ex calciatore di Juventus e Torino. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Mister, ha indossato la maglia del Torino, una piazza che in questo momento è in subbuglio contro il presidente Cairo. È giusto aspettarsi una reazione del gruppo squadra proprio contro il Napoli?

“Purtroppo a Torino capita a periodi. A volte Cairo viene contestato, ma credo che questo non inciderà molto sulla partita: giocare contro il Napoli è già di per sé una grande motivazione, perché si affrontano i campioni d’Italia. Quindi il Torino avrà sicuramente stimoli molto importanti. Detto questo, arriva un avversario forte: un Napoli che, a mio avviso, si è rinforzato e che ha mantenuto la mentalità vincente acquisita l’anno scorso. Per il Torino sarà una partita davvero molto delicata".

Lo sarà anche per il Napoli, considerando i tanti infortuni, come quello di Matteo Politano che gioca proprio nel suo stesso ruolo: c’è qualcuno nella rosa partenopea con caratteristiche simili?

“Quando si deve sostituire un giocatore, non bisogna pensare di trovare un suo clone, perché è molto difficile. Politano è bravo a rientrare sul sinistro ma anche ad andare via sul destro, e giocatori così completi non se ne trovano facilmente considerato anche quanto sia bravo in fase difensiva. Credo però che il Napoli abbia la possibilità di cambiare modulo, se necessario, in base agli uomini a disposizione. Ha dimostrato di saper fare di necessità virtù, e questa è una grande forza: quella di avere carattere e la mentalità giusta per gestire le assenze e sopperire alle difficoltà mantenendo un atteggiamento vincente".

Dall’altro lato, invece, il Napoli può schierare Scott McTominay che, di fatto, da quando è arrivato De Bruyne è stato relegato al ruolo di esterno sinistro di centrocampo. Ritiene che questo cambio di posizione possa essere la causa del suo calo di rendimento?

“Quando c’è un gruppo vincente, la cosa più importante è che vinca la squadra. È normale che ci siano alti e bassi, ma l’essenziale è dare sempre il proprio contributo. Sono molto critico nei confronti di McTominay: deve ritrovare un po’ sé stesso, non credo sia un problema di ruolo, ma piuttosto di fiducia. Negli ultimi tempi ha sbagliato anche cose semplici, e questo non gli appartiene. L’anno scorso ha fatto una stagione straordinaria, quindi adesso serve solo ritrovare quella serenità che gli permetta di tornare ai suoi livelli".

Dopo una stagione eccezionale come quella passata, dobbiamo aspettarci un rendimento inferiore, oppure questo ragazzo ha le caratteristiche per ripetersi?

“Sì, può ripetersi, ma c’è da dire che quando in squadra arrivano tanti campioni, ed uno del calibro di De Bruyne, cambia un po’ tutto. Non c’è più la necessità di cercare il singolo che faccia sempre la differenza, perché la palla gira tra più giocatori di alto livello. Adesso ci sono De Bruyne, Hojlund ed altri che gestiscono il gioco in maniera diversa. L’anno scorso McTominay viveva un momento magico: ogni volta che toccava palla, segnava. Non bisogna aspettarsi la stessa media realizzativa, ma un contributo di alto livello sì, quello deve garantirlo, evitando gli errori banali che ultimamente ha commesso".

Quanto potrà durare la pazienza della Juventus nei confronti di Tudor?

“Eh, d’altronde… cosa si aspettavano? La Juventus ha diversi problemi, tra cui uno evidente in attacco. Bisognerebbe tornare a giocare con due punte, negli ultimi anni si è smarrito il valore di questo modulo, ma per le caratteristiche della squadra, Tudor deve avere due punte: una che attacca la profondità e l’altra che dialoga, che fa da riferimento. Se invece giochi con un solo attaccante, non avendo alcun cecchino che segna a ogni tocco, nei momenti di crisi diventa difficile trovare la quadra. Detto questo, bisogna ricordare che ci sono Napoli, Inter, Milan e Roma che sono fortissime: la Juve resterà nelle prime quattro o cinque, ma dovrà lottare duramente per restare in zona Champions". 

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L'EX TORINO - Bonetti: "Giocare contro il Napoli è una grande motivazione, partita delicata per il Toro, McTominay? Deve ritrovare sé stesso, Juventus? Problema evidente in attacco"

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18/10/2025 - 11:34

A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Bonetti, allenatore ed ex calciatore di Juventus e Torino. Di seguito, un estratto dell'intervista.

Mister, ha indossato la maglia del Torino, una piazza che in questo momento è in subbuglio contro il presidente Cairo. È giusto aspettarsi una reazione del gruppo squadra proprio contro il Napoli?

“Purtroppo a Torino capita a periodi. A volte Cairo viene contestato, ma credo che questo non inciderà molto sulla partita: giocare contro il Napoli è già di per sé una grande motivazione, perché si affrontano i campioni d’Italia. Quindi il Torino avrà sicuramente stimoli molto importanti. Detto questo, arriva un avversario forte: un Napoli che, a mio avviso, si è rinforzato e che ha mantenuto la mentalità vincente acquisita l’anno scorso. Per il Torino sarà una partita davvero molto delicata".

Lo sarà anche per il Napoli, considerando i tanti infortuni, come quello di Matteo Politano che gioca proprio nel suo stesso ruolo: c’è qualcuno nella rosa partenopea con caratteristiche simili?

“Quando si deve sostituire un giocatore, non bisogna pensare di trovare un suo clone, perché è molto difficile. Politano è bravo a rientrare sul sinistro ma anche ad andare via sul destro, e giocatori così completi non se ne trovano facilmente considerato anche quanto sia bravo in fase difensiva. Credo però che il Napoli abbia la possibilità di cambiare modulo, se necessario, in base agli uomini a disposizione. Ha dimostrato di saper fare di necessità virtù, e questa è una grande forza: quella di avere carattere e la mentalità giusta per gestire le assenze e sopperire alle difficoltà mantenendo un atteggiamento vincente".

Dall’altro lato, invece, il Napoli può schierare Scott McTominay che, di fatto, da quando è arrivato De Bruyne è stato relegato al ruolo di esterno sinistro di centrocampo. Ritiene che questo cambio di posizione possa essere la causa del suo calo di rendimento?

“Quando c’è un gruppo vincente, la cosa più importante è che vinca la squadra. È normale che ci siano alti e bassi, ma l’essenziale è dare sempre il proprio contributo. Sono molto critico nei confronti di McTominay: deve ritrovare un po’ sé stesso, non credo sia un problema di ruolo, ma piuttosto di fiducia. Negli ultimi tempi ha sbagliato anche cose semplici, e questo non gli appartiene. L’anno scorso ha fatto una stagione straordinaria, quindi adesso serve solo ritrovare quella serenità che gli permetta di tornare ai suoi livelli".

Dopo una stagione eccezionale come quella passata, dobbiamo aspettarci un rendimento inferiore, oppure questo ragazzo ha le caratteristiche per ripetersi?

“Sì, può ripetersi, ma c’è da dire che quando in squadra arrivano tanti campioni, ed uno del calibro di De Bruyne, cambia un po’ tutto. Non c’è più la necessità di cercare il singolo che faccia sempre la differenza, perché la palla gira tra più giocatori di alto livello. Adesso ci sono De Bruyne, Hojlund ed altri che gestiscono il gioco in maniera diversa. L’anno scorso McTominay viveva un momento magico: ogni volta che toccava palla, segnava. Non bisogna aspettarsi la stessa media realizzativa, ma un contributo di alto livello sì, quello deve garantirlo, evitando gli errori banali che ultimamente ha commesso".

Quanto potrà durare la pazienza della Juventus nei confronti di Tudor?

“Eh, d’altronde… cosa si aspettavano? La Juventus ha diversi problemi, tra cui uno evidente in attacco. Bisognerebbe tornare a giocare con due punte, negli ultimi anni si è smarrito il valore di questo modulo, ma per le caratteristiche della squadra, Tudor deve avere due punte: una che attacca la profondità e l’altra che dialoga, che fa da riferimento. Se invece giochi con un solo attaccante, non avendo alcun cecchino che segna a ogni tocco, nei momenti di crisi diventa difficile trovare la quadra. Detto questo, bisogna ricordare che ci sono Napoli, Inter, Milan e Roma che sono fortissime: la Juve resterà nelle prime quattro o cinque, ma dovrà lottare duramente per restare in zona Champions".