A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Francesco Baiano, allenatore ed ex calciatore di Napoli, Fiorentina ed Empoli:
La Fiorentina sembra essere in difficoltà nell'ultimo periodo. Cosa sta accadendo alla squadra di Palladino?
"Il mio modesto parere è che la squadra ha perso equilibrio da quando ha perso Bove. Non dimentichiamoci che Bove è un centrocampista che giocava sull'esterno e, quando non aveva palla, andava a fare il terzo centrocampista. Giocando in questa maniera, secondo me, la squadra non può permettersi di non avere due centrocampisti in mezzo al campo come Gattuso, ma ha due palleggiatori. Quando perdi palla, è normale che la squadra vada in difficoltà, perché giochi con quattro attaccanti davanti. Ripeto, da quando è venuta a mancare la solidità di Bove, questa squadra ha perso equilibrio. Toccherà a Palladino trovare le giuste contromisure".
Le faccio la domanda del giorno, che riguarda anche il suo ruolo da calciatore: qual è la sua opinione sulla questione legata a Kvaratskhelia?
"La mia opinione è che Kvara, se davvero chiede la cessione, è giusto che la società prenda una decisione. Non mi sembra che il Napoli stia facendo lo stesso campionato dell'anno scorso visto che è primo in classifica, è normale che la società faccia delle valutazioni. Per quanto riguarda Kvara, se a gennaio chiede la cessione, è chiaro che è un giocatore che si sente di passaggio non può fare bene. È meglio avere un giocatore motivato che resti, piuttosto che uno che pensa solo a trasferirsi a giugno. Il georgiano ha dimostrato di essere un grande giocatore, ma è anche normale che, dopo il primo anno di successi, i difensori abbiano capito come fermarlo. Non è più il giocatore che incantava come nel primo anno dello scudetto. Da quel momento, non è stato più lo stesso, perché i difensori lo hanno raddoppiato e triplicato. Inoltre, questa situazione ti lascia pensare che Kvara stia pensando di lasciare il Napoli non solo per colpa sua, ma anche per come sono andate le cose a livello di contratto. E sinceramente, dopo lo scudetto, non è giusto che un giocatore del suo calibro guadagni solo un milione o un milione e tre. Questo è un trattamento che non rende giustizia al valore di un giocatore come lui".
Secondo lei, chi è il vero Kvaratskhelia? Quello che ha overperformato con Spalletti o quello che abbiamo visto nei due anni successivi?
"È una via di mezzo. Non era quello del primo anno, perché quando è arrivato al Napoli, nessuno lo conosceva veramente. E questo è stato un vantaggio per lui. Le squadre non sapevano come marcarlo, gli allenatori non sapevano cosa aspettarsi, quindi giocava spesso uno contro uno. E lui, nell'uno contro uno, ti salta 8 volte su 10. Poi, l'anno dopo, gli allenatori hanno visto i filmati e hanno capito che bisognava raddoppiarlo. Questo è un aspetto che lui non ha mai capito pienamente: quando giocare uno contro uno e quando no, passando la palla. Khvicha non ha mai capito quando doveva evitare l'uno contro uno, e questo lo ha limitato. Per me, il vero Kvara è quello che deve riuscire a fare la differenza anche quando viene raddoppiato. La vera differenza tra un campione e un giocatore normale è proprio questa".
di Napoli Magazine
14/01/2025 - 11:54
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Francesco Baiano, allenatore ed ex calciatore di Napoli, Fiorentina ed Empoli:
La Fiorentina sembra essere in difficoltà nell'ultimo periodo. Cosa sta accadendo alla squadra di Palladino?
"Il mio modesto parere è che la squadra ha perso equilibrio da quando ha perso Bove. Non dimentichiamoci che Bove è un centrocampista che giocava sull'esterno e, quando non aveva palla, andava a fare il terzo centrocampista. Giocando in questa maniera, secondo me, la squadra non può permettersi di non avere due centrocampisti in mezzo al campo come Gattuso, ma ha due palleggiatori. Quando perdi palla, è normale che la squadra vada in difficoltà, perché giochi con quattro attaccanti davanti. Ripeto, da quando è venuta a mancare la solidità di Bove, questa squadra ha perso equilibrio. Toccherà a Palladino trovare le giuste contromisure".
Le faccio la domanda del giorno, che riguarda anche il suo ruolo da calciatore: qual è la sua opinione sulla questione legata a Kvaratskhelia?
"La mia opinione è che Kvara, se davvero chiede la cessione, è giusto che la società prenda una decisione. Non mi sembra che il Napoli stia facendo lo stesso campionato dell'anno scorso visto che è primo in classifica, è normale che la società faccia delle valutazioni. Per quanto riguarda Kvara, se a gennaio chiede la cessione, è chiaro che è un giocatore che si sente di passaggio non può fare bene. È meglio avere un giocatore motivato che resti, piuttosto che uno che pensa solo a trasferirsi a giugno. Il georgiano ha dimostrato di essere un grande giocatore, ma è anche normale che, dopo il primo anno di successi, i difensori abbiano capito come fermarlo. Non è più il giocatore che incantava come nel primo anno dello scudetto. Da quel momento, non è stato più lo stesso, perché i difensori lo hanno raddoppiato e triplicato. Inoltre, questa situazione ti lascia pensare che Kvara stia pensando di lasciare il Napoli non solo per colpa sua, ma anche per come sono andate le cose a livello di contratto. E sinceramente, dopo lo scudetto, non è giusto che un giocatore del suo calibro guadagni solo un milione o un milione e tre. Questo è un trattamento che non rende giustizia al valore di un giocatore come lui".
Secondo lei, chi è il vero Kvaratskhelia? Quello che ha overperformato con Spalletti o quello che abbiamo visto nei due anni successivi?
"È una via di mezzo. Non era quello del primo anno, perché quando è arrivato al Napoli, nessuno lo conosceva veramente. E questo è stato un vantaggio per lui. Le squadre non sapevano come marcarlo, gli allenatori non sapevano cosa aspettarsi, quindi giocava spesso uno contro uno. E lui, nell'uno contro uno, ti salta 8 volte su 10. Poi, l'anno dopo, gli allenatori hanno visto i filmati e hanno capito che bisognava raddoppiarlo. Questo è un aspetto che lui non ha mai capito pienamente: quando giocare uno contro uno e quando no, passando la palla. Khvicha non ha mai capito quando doveva evitare l'uno contro uno, e questo lo ha limitato. Per me, il vero Kvara è quello che deve riuscire a fare la differenza anche quando viene raddoppiato. La vera differenza tra un campione e un giocatore normale è proprio questa".