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L'OPINIONE - Cagni: "L'Atalanta mi piace molto, ma la lotta per il titolo è tra Inter e Napoli"
10.03.2025 16:16 di Napoli Magazine

"L’Atalanta a Torino ha fatto vedere quello che è capace di fare da anni, con Gasperini che da tempo propone un calcio moderno. Una bella mano gliel’ha data però la Juventus per come ha giocato. Motta - ha detto l’allenatore Gigi Cagni a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live - è pure bravo ma se pensa che le partite le vinci lui e non i calciatori è chiaro che è fuori strada. La confusione che ha la Juve in questo momento ce l’hanno in poche. Ma la lotta per lo Scudetto per me rimane tra Inter e Napoli. L’Atalanta mi piace moltissimo, ma io sono razionale. Il campo non mente mai, specie a dieci gare dalla fine. C’è da considerare anche l’abitudine alla vittoria e la regolarità di rendimento. Conte ha dimostrato che per diventare allenatori veri ci vuole tempo: lui sa come si vince ed è molto intelligente, dimostrando di conoscere a fondo vari sistemi di gioco. Conte si è trovato in una situazione in cui non ha una rosa da 25 calciatori, come è per l’Inter, ma di 18-20. Il che gli ha imposto di modificare qualcosa nell’emergenza, cambiando modulo a seconda dei calciatori che in quel momento ha a disposizione. E questo è segno di grande bravura. Spalletti e Conte per me sono stati entrambi sinceri nel confessare la propria emozione nell’essere stati o essere allenatori del Napoli perchè non è lo stadio solo che dà emozioni. La differenza è quello che accade all’esterno dello stadio, è vivere la giornata in una città come Napoli. Avverti continuamente la passione per la propria squadra. E’ una situazione completamente diversa da altre città: a Milano, dove lo stadio è sempre pieno e c’è un tifo molto importante, per esempio, capita che quando esci dallo stadio non ti riconoscono neanche. E’ un altro mondo, un’altra cosa. Per un professionista è troppo bello e qualificante lavorare in una piazza come quella di Napoli e in generale al Sud. Certo quando le cose vanno male pure si sente, ma quando le cose vanno bene è tutto speciale".

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di Napoli Magazine

10/03/2025 - 16:16

"L’Atalanta a Torino ha fatto vedere quello che è capace di fare da anni, con Gasperini che da tempo propone un calcio moderno. Una bella mano gliel’ha data però la Juventus per come ha giocato. Motta - ha detto l’allenatore Gigi Cagni a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live - è pure bravo ma se pensa che le partite le vinci lui e non i calciatori è chiaro che è fuori strada. La confusione che ha la Juve in questo momento ce l’hanno in poche. Ma la lotta per lo Scudetto per me rimane tra Inter e Napoli. L’Atalanta mi piace moltissimo, ma io sono razionale. Il campo non mente mai, specie a dieci gare dalla fine. C’è da considerare anche l’abitudine alla vittoria e la regolarità di rendimento. Conte ha dimostrato che per diventare allenatori veri ci vuole tempo: lui sa come si vince ed è molto intelligente, dimostrando di conoscere a fondo vari sistemi di gioco. Conte si è trovato in una situazione in cui non ha una rosa da 25 calciatori, come è per l’Inter, ma di 18-20. Il che gli ha imposto di modificare qualcosa nell’emergenza, cambiando modulo a seconda dei calciatori che in quel momento ha a disposizione. E questo è segno di grande bravura. Spalletti e Conte per me sono stati entrambi sinceri nel confessare la propria emozione nell’essere stati o essere allenatori del Napoli perchè non è lo stadio solo che dà emozioni. La differenza è quello che accade all’esterno dello stadio, è vivere la giornata in una città come Napoli. Avverti continuamente la passione per la propria squadra. E’ una situazione completamente diversa da altre città: a Milano, dove lo stadio è sempre pieno e c’è un tifo molto importante, per esempio, capita che quando esci dallo stadio non ti riconoscono neanche. E’ un altro mondo, un’altra cosa. Per un professionista è troppo bello e qualificante lavorare in una piazza come quella di Napoli e in generale al Sud. Certo quando le cose vanno male pure si sente, ma quando le cose vanno bene è tutto speciale".