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L'OPINIONE - Marcolin: "Se il Napoli vince lo scudetto gran parte del merito sarà di Conte"
22.05.2025 11:38 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Marcolin, cronista Dazn ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Cagliari. 

L’assegnazione di questo scudetto, ad oggi, è al 50 e 50 tra Napoli e Inter o vede una delle due favorita? 

“Beh, se si analizzasse Napoli-Cagliari alla settima giornata di campionato, ovviamente avrei visto favorito il Napoli. Oggi, invece, le tensioni e la voglia di ottenere questo risultato possono cambiare un po’ le aspettative. Ma non devono cambiare il giudizio tecnico: è vero che Napoli e Inter sono arrivate fisicamente a un punto in cui non sono più brillanti come prima, però queste partite si vincono con la concentrazione e la passione. Conta la fisicità, certo, ma conta soprattutto l’atteggiamento. Il Napoli ha qualcosa in più, perché, attenzione, non sarà facile nemmeno per l’Inter a Como, visto che anche il Como è una squadra che gioca libera di testa. Lo stesso potrebbe valere per il Cagliari. Però, il valore del Napoli deve fare la differenza. In partite come queste, Lukaku, Anguissa, Raspadori, Politano… tutti devono essere almeno da voto 7. E i giocatori lo sanno. Penso che questa settimana l’allenatore non abbia motivato, ma piuttosto fatto da pompiere, nel senso che ha provato a smorzare gli entusiasmi. Ho letto che Conte ha portato la squadra in ritiro: non tanto per motivi fisici, quanto per isolarla da tutte le voci che girano".

Conte ha dimostrato di essere molto vicino ai napoletani, ma allo stesso tempo anche molto distante, per certi versi “mondi lontanissimi”. Crede che l’anno prossimo avrà nuove motivazioni a Napoli o lo vede altrove? 

“Credo che, al momento, il suo obiettivo sia fare qualcosa di straordinario nel presente. Poi, quando si siederà a parlare con il presidente, vedremo. Sappiamo che in passato tutti gli allenatori hanno avuto qualche problema con De Laurentiis. Non mi meraviglierei di nulla: né se continuassero insieme, né se ci fosse una rottura. Il nodo è sempre lo stesso: i progetti per la stagione successiva. Tutti gli allenatori vorrebbero 100 giocatori a disposizione, ma non è semplice. Però Conte oggi vuole restare concentrato. Parlare dopo aver vinto è sicuramente meglio: quando ti siedi al tavolo hai un altro tipo di forza contrattuale. Tutto questo, poi, in un solo anno, quando sembrava servissero almeno tre o quattro stagioni per ricostruire".

Dall’altro lato c’è Davide Nicola, spesso etichettato come uno “specialista della salvezza”. Ma in questa stagione ha dimostrato di poter gestire una squadra per l’intero campionato, con merito. 

“Davide è un allenatore di grande personalità. Trasmette carattere alla propria squadra, e ha fatto giocare bene il Cagliari, come aveva già fatto con le altre squadre salvate. Si porta dietro quest’etichetta, è vero, ma ha dimostrato di essere molto di più. Se prendi Davide Nicola, porti a casa la salvezza. Il Napoli sa benissimo che non troverà un Cagliari in vacanza, le parole di Conte e dei giocatori dimostrano che sono consapevoli. Domani ci sarebbero potuti essere cinque stadi pieni… sarà una città intera contro una squadra. E quando hai quell’atmosfera, quella passione, quella carica emotiva, devi trasformarla in spinta, non in tensione. E credo che questo Napoli sia pronto a farlo".

Ha menzionato Lukaku prima, dicendo che dovrà essere decisivo contro il Cagliari. Come giudica la stagione dell’attaccante belga? 

“Se il Napoli vince lo scudetto, gran parte del merito sarà di Antonio Conte che, tra le varie scelte, ha voluto fortemente Lukaku. Lo abbiamo spesso criticato perché non faceva gol, ma bisogna capire il suo ruolo nel sistema di Conte. Non è Osimhen, è un altro tipo di attaccante. Conte lo ha voluto perché si inserisce nel suo modo di giocare: attira le marcature e libera spazi per i centrocampisti. È grazie a questo lavoro che tanti altri giocatori hanno segnato. A volte trovavi Lukaku fuori dall’area e McTominay o Anguissa sul dischetto. Io li ho chiamati “i tre centravanti del Napoli”, perché spesso arrivavano tutti in zona gol. Vincere 1-0 o 2-1, con intelligenza tattica, è stata la vera forza di questo Napoli. Ecco perché Lukaku è stato l’attaccante ideale per Conte, anche se non è un goleador classico. Alla fine, considerando i costi e il rendimento, direi che si è ampiamente ripagato".

L’uomo copertina di questa stagione del Napoli, con o senza scudetto, chi sarebbe per lei? 

“Non voglio fare tre nomi, ma vado dritto al punto. Questo è il Napoli di Conte. Ma se guardo ai giocatori, ti dico due nomi: McTominay, che è stata la sorpresa del campionato, ha risolto diverse partite ed è stato una rivelazione assoluta per il calcio italiano. E poi Politano. È cambiato tanto, è stato l’anima di questa squadra. E questo cambiamento lo deve anche ad Antonio Conte. Pensa che all’Inter avevano avuto un rapporto complicato, mentre a Napoli si è creato qualcosa di speciale tra i due. Nota si merito anche per Rrahmani, che non ha saltato nemmeno una partita e ha sopperito alle assenze di Buongiorno".

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L'OPINIONE - Marcolin: "Se il Napoli vince lo scudetto gran parte del merito sarà di Conte"

di Napoli Magazine

22/05/2025 - 11:38

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Dario Marcolin, cronista Dazn ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Cagliari. 

L’assegnazione di questo scudetto, ad oggi, è al 50 e 50 tra Napoli e Inter o vede una delle due favorita? 

“Beh, se si analizzasse Napoli-Cagliari alla settima giornata di campionato, ovviamente avrei visto favorito il Napoli. Oggi, invece, le tensioni e la voglia di ottenere questo risultato possono cambiare un po’ le aspettative. Ma non devono cambiare il giudizio tecnico: è vero che Napoli e Inter sono arrivate fisicamente a un punto in cui non sono più brillanti come prima, però queste partite si vincono con la concentrazione e la passione. Conta la fisicità, certo, ma conta soprattutto l’atteggiamento. Il Napoli ha qualcosa in più, perché, attenzione, non sarà facile nemmeno per l’Inter a Como, visto che anche il Como è una squadra che gioca libera di testa. Lo stesso potrebbe valere per il Cagliari. Però, il valore del Napoli deve fare la differenza. In partite come queste, Lukaku, Anguissa, Raspadori, Politano… tutti devono essere almeno da voto 7. E i giocatori lo sanno. Penso che questa settimana l’allenatore non abbia motivato, ma piuttosto fatto da pompiere, nel senso che ha provato a smorzare gli entusiasmi. Ho letto che Conte ha portato la squadra in ritiro: non tanto per motivi fisici, quanto per isolarla da tutte le voci che girano".

Conte ha dimostrato di essere molto vicino ai napoletani, ma allo stesso tempo anche molto distante, per certi versi “mondi lontanissimi”. Crede che l’anno prossimo avrà nuove motivazioni a Napoli o lo vede altrove? 

“Credo che, al momento, il suo obiettivo sia fare qualcosa di straordinario nel presente. Poi, quando si siederà a parlare con il presidente, vedremo. Sappiamo che in passato tutti gli allenatori hanno avuto qualche problema con De Laurentiis. Non mi meraviglierei di nulla: né se continuassero insieme, né se ci fosse una rottura. Il nodo è sempre lo stesso: i progetti per la stagione successiva. Tutti gli allenatori vorrebbero 100 giocatori a disposizione, ma non è semplice. Però Conte oggi vuole restare concentrato. Parlare dopo aver vinto è sicuramente meglio: quando ti siedi al tavolo hai un altro tipo di forza contrattuale. Tutto questo, poi, in un solo anno, quando sembrava servissero almeno tre o quattro stagioni per ricostruire".

Dall’altro lato c’è Davide Nicola, spesso etichettato come uno “specialista della salvezza”. Ma in questa stagione ha dimostrato di poter gestire una squadra per l’intero campionato, con merito. 

“Davide è un allenatore di grande personalità. Trasmette carattere alla propria squadra, e ha fatto giocare bene il Cagliari, come aveva già fatto con le altre squadre salvate. Si porta dietro quest’etichetta, è vero, ma ha dimostrato di essere molto di più. Se prendi Davide Nicola, porti a casa la salvezza. Il Napoli sa benissimo che non troverà un Cagliari in vacanza, le parole di Conte e dei giocatori dimostrano che sono consapevoli. Domani ci sarebbero potuti essere cinque stadi pieni… sarà una città intera contro una squadra. E quando hai quell’atmosfera, quella passione, quella carica emotiva, devi trasformarla in spinta, non in tensione. E credo che questo Napoli sia pronto a farlo".

Ha menzionato Lukaku prima, dicendo che dovrà essere decisivo contro il Cagliari. Come giudica la stagione dell’attaccante belga? 

“Se il Napoli vince lo scudetto, gran parte del merito sarà di Antonio Conte che, tra le varie scelte, ha voluto fortemente Lukaku. Lo abbiamo spesso criticato perché non faceva gol, ma bisogna capire il suo ruolo nel sistema di Conte. Non è Osimhen, è un altro tipo di attaccante. Conte lo ha voluto perché si inserisce nel suo modo di giocare: attira le marcature e libera spazi per i centrocampisti. È grazie a questo lavoro che tanti altri giocatori hanno segnato. A volte trovavi Lukaku fuori dall’area e McTominay o Anguissa sul dischetto. Io li ho chiamati “i tre centravanti del Napoli”, perché spesso arrivavano tutti in zona gol. Vincere 1-0 o 2-1, con intelligenza tattica, è stata la vera forza di questo Napoli. Ecco perché Lukaku è stato l’attaccante ideale per Conte, anche se non è un goleador classico. Alla fine, considerando i costi e il rendimento, direi che si è ampiamente ripagato".

L’uomo copertina di questa stagione del Napoli, con o senza scudetto, chi sarebbe per lei? 

“Non voglio fare tre nomi, ma vado dritto al punto. Questo è il Napoli di Conte. Ma se guardo ai giocatori, ti dico due nomi: McTominay, che è stata la sorpresa del campionato, ha risolto diverse partite ed è stato una rivelazione assoluta per il calcio italiano. E poi Politano. È cambiato tanto, è stato l’anima di questa squadra. E questo cambiamento lo deve anche ad Antonio Conte. Pensa che all’Inter avevano avuto un rapporto complicato, mentre a Napoli si è creato qualcosa di speciale tra i due. Nota si merito anche per Rrahmani, che non ha saltato nemmeno una partita e ha sopperito alle assenze di Buongiorno".